Nella vita reale c'è una parte domanda di mobilità individuale che è incomprimibile, perché è velleitario pensare di coprirla pedalando o aspettando un treno o le coincidenze fra i mezzi di trasporto pubblico.
La domanda di mobilità individuale o di una intera famiglia... nasce dove non si può usare il mezzo pubblico collettivo, che deve avere la precedenza nella pianificazione delle risorse pubbliche, o se non si vuole accettare i folli rischi di pedalare a pieni polmoni in mezzo al traffico pieno di fatali polveri sottili e sostanze inquinanti, traffico che è composto dai veicoli con le più disparate masse e dimensioni. Nel traffico, lì sei tu con le tue ossa contro il furgone, il camion, il tram o l'autobus che ti sfiora, contro lo scafandro del bulimico suvvaccio criminale, contro i binari, contro le sconnessioni da incuria o insipienza, contro le sgasate delle stufette semoventi a pistoni.
Ignorare i giusti numeri fa rimanere ciechi schiavi di infondati pregiudizi e velleitarie illusioni che avversano i rimedi plausibili più efficienti.
La mobilità elettrica, in realtà, se oculata si può fare: un milione di veicoli elettrici che percorressero ciascuno 15.000 km all'anno consumerebbero, prevalentemente nelle fasce orarie di basso carico, meno dell'1% del fabbisogno annuo di energia elettrica italiano. Questa energia, quella che basta perché non è sprecata per oltre il 75% in calore inutile come avviene con la termodinamica dei "pistoni", anche se li perfezioni all'infinito, potrebbe essere generata da fonte rinnovabile, meglio di prima, grazie alla diffusione delle "spugne elettriche" che sono le batterie dei veicoli connessi in rete (stanno fermi diverse ore al giorno) e che aiutano la rete ad assorbire la produzione discontinua di energia della fonte rinnovabile, senza tenere accese le costose fonti tradizionali pronte ad intervenire in caso di improvvisi buchi di produzione che causerebbero fastidiosi e pericolosi black-out locali.
La mobilità elettrica, in realtà, se oculata si può fare: un milione di veicoli elettrici che percorressero ciascuno 15.000 km all'anno consumerebbero, prevalentemente nelle fasce orarie di basso carico, meno dell'1% del fabbisogno annuo di energia elettrica italiano. Questa energia, quella che basta perché non è sprecata per oltre il 75% in calore inutile come avviene con la termodinamica dei "pistoni", anche se li perfezioni all'infinito, potrebbe essere generata da fonte rinnovabile, meglio di prima, grazie alla diffusione delle "spugne elettriche" che sono le batterie dei veicoli connessi in rete (stanno fermi diverse ore al giorno) e che aiutano la rete ad assorbire la produzione discontinua di energia della fonte rinnovabile, senza tenere accese le costose fonti tradizionali pronte ad intervenire in caso di improvvisi buchi di produzione che causerebbero fastidiosi e pericolosi black-out locali.
Il litio c'è: bastano 2,5 kg circa per veicolo di litio che è riciclabile e rigenerabile, una batteria dura 25 anni, 10-15 sul veicolo, il resto in servizio presso impianti di stoccaggio dell'energia... ma già a fine decennio potranno essere utilizzati materiali più comuni e meno costosi, plasmati in nanostrutture, con prestazioni incredibilmente superiori rispetto a quelle di oggi.
Ecco i conti veri, quelli del Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti.
Sapete leggere l'inglese? No? Allora saprete guardare le figure.
Potete capire benissimo.
Eddài, Kaizen!!
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