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lunedì 30 maggio 2011

Mobilità elettrica, smart grid, innovazione

La tempesta d'innovazione che sta arrivando inonderà di concetti nuovi diversi fronti. Applicazioni innovate alla fine del decennio, ma anche prima. Ecco alcuni spunti.



Batterie: L'azienda Coulomb, con sede a Cambell, in Calfornia, ha ricevuto un finanziamento di 15 milioni di dollari lo scorso anno dal DOE (Department of Energy), più 22 milioni di finanziamenti privati, per installare 4600 stazioni di ricarica sul territorio statunitense entro la fine del 2011. In California ne saranno installate 1600 complessive, oltre 1400 in più di quelle attualmente esistenti. La spinta principale proviene dall’aumento dei prezzi dei carburanti, già sensibile adesso, ma destinato a peggiorare nei prossimi anni a causa dell’incremento esponenziale di “fame energetica” nei paesi in via di sviluppo. Il DOE sta anche finanziando la ricerca sulle batterie per autotrazione, con lo scopo di dimezzarne i costi e raddoppiare o triplicare la densità di energia entro i prossimi 3 o 4 anni: come dire che anziché una batteria da 10 kg, 900 euro e 100 km di autonomia oggi, nel 2015 sarà possibile percorrere la stessa strada con uno scooter con una batteria di 3 o 4 chili del costo di 450 euro, con una durata della stessa di forse più dei 1500 cicli di ricarica attuali. Obiettivo è produrre veicoli elettrici che costino tra i 14.000 e i 17.000 euro e che percorrano oltre 560 km con una singola ricarica e che possano essere ricaricati in meno di 5 minuti presso aree di servizio molto simili agli attuali distributori di carburanti. Tre anni fa in USA si produceva l’1% delle batterie del mondo, mentre ora è in programma di costruire 30 impianti di produzione di batterie, con la creazione di molti nuovi posti di lavoro.

Rete: Secondo un recente studio di Ricardo-National Grid (NG è il gestore della rete elettrica inglese) è possibile avere fra dieci anni servizi per la rete dai veicoli elettrici per aggiungere fra dieci anni un 6% in più di capacità di bilanciamento alla Rete UK  (+10% di notte) utilizzando le batterie dei veicoli elettrici connessi in rete per dare servizi alla rete stessa (servizi V2G). Si stima che la remunerazione dei servizi resi sarà di circa 50 sterline/anno (pari al 18% del costo annuale della ricarica del veicolo in UK). Anche nel resto d'Europa e auspicabilmente persino in Italia, fra dieci o 15 anni il numero dei veicoli elettrici circolanti (e le loro batterie, organizzate in cluster da operatori della filiera che facciano da aggregatore...) potrebbe essere di un certo interesse per un'applicazione del genere, senza che questo provochi troppi problemi per l'utilizzatore/proprietario dell'EV o alla batteria (vita utile). In sostanza, dovrebbe essere individuato un accordo in base al quale per un certo numero di ore al giorno o della notte l'elettroautomobilista, se e quando vuole, mette a disposizione un quantitativo di potenza (kW) e una certa percentuale di capacità della batteria (ad esempio il 40%) di un soggetto che si occupa di raccogliere le disponibilità e di creare cluster virtuali di batterie, indipendentemente da dove si connettano i veicoli, che possano essere visti dal gestore di rete, locale o meno, come accumuli "virtuali" di una certa consistenza minima. Il 40% della capacità della batteria non è una scarica profonda che dà particolarmente fastidio alla batteria, tenendo conto che un ciclo è definito come l'insieme di cariche e scariche parziali, frazionali, che corrispondono al consumo completo di una carica. Ad esempio, una batteria di una berlina media da 25 kWh di oggi (in futuro, anche di più) potrebbe mettere a disposizione della rete 2,5 kW per 4 ore (lasciando nella batteria circa 15 kWh, sufficienti per fare comunque un centinaio di chilometri in città...). Per raggiungere una soglia minima del cluster virtuale sarebbe sufficiente in una zona avere qualche migliaio di veicoli elettrici con una media batteria. Quando l'automobilista sa che non può mettere a disposizione della rete energia, comunica con l'applicazione di comunicazione mobile del veicolo (concetto sempre più diffuso) alla rete che per le successive  "x" ore la sua batteria è indisponibile. Gli scambi fra batteria del VE e rete andrebbero valorizzati. Questi scambi potrebbero anticipare il break-even dell'automobilista elettrico. Peraltro la batteria del veicolo dopo una vita utile a bordo di 8-10 (con un utilizzo automotive "tranquillo") ha ancora un valore residuo molto consistente per essere utilizzata off-board come elemento di storage fisso che è un'applicazione altrettanto tranquilla, sia singolo che modulare, per altri 10-12 anni almeno.



Opportunità e dinamiche di sviluppo: Insomma, il futuro che ci aspetta è un futuro con più elettricità e meno energia primaria. Soprattutto l’elettrificazione dei trasporti individuali (su gomma, quindi) comporterà, nei prossimi decenni, un mutamento delle logiche di consumo dell’energia. Gli studi sulle nanotecnologie che oggi infondono i prodotti allo studio di società come FastCap potrebbero portare a risultati industriali sui sistemi di accumulo dell’energia tali da far mutare completamente, nell’arco di alcuni decenni, la composizione del parco di autoveicoli. L’aumento, da una parte, della capacità delle batterie a bordo dei veicoli, mantenendo elevate prestazioni e ridotte dimensioni, e la riduzione, dall’altra, dei tempi di ricarica a tempi compatibili con una breve attesa a una "stazione di rifornimento elettrico" saranno i due fattori su cui si misurerà la velocità della rivoluzione della mobilità elettrica. La prospettiva entro cui inquadrare correttamente la "tempesta di innovazione" che sta per arrivare sul settore elettrico è, dunque, più generale: non riguarda solo le reti elettriche in senso stretto, ma investe l’intero sistema, comprendendo gli usi finali dell’energia, inclusi quelli oggi non praticati se non in modo assolutamente trascurabile, come la mobilità elettrica (individuale e commerciale). È auspicabile che il traguardo finale di un simile processo veda sempre al centro l’utente del sistema: produttori, consumatori e coloro, e sono sempre di più, che fanno entrambe le cose (o prosumer).




Deve scattare qualcosa nelle nostre menti di consumatori responsabili: Quindi più elettrificazione e più innovazione, per non soccombere all'aumento dei costi delle fonti di energia che sostengono le attività quotidiane, che oggi diamo per scontate. Il nuovo spot dell'Alleanza Renault-Nissan è una vera e propria campagna di comunicazione educativa, che fa vedere cosa vuol dire subire il sottosviluppo immobile, insalubre e costoso:



Scelte: Per trasformare questi concetti in scelte, è in atto un travagliato processo, ma forse ci siamo vicini. Per incentivare l’acquisto delle vetture elettriche in Italia è da poco ripartito l’iter dalla Camera per arrivare ad una proposta di legge che possa riuscire a smuovere qualcosa in tale ambito. Il testo definitivo della proposta, rielaborato dopo che ne sono stati scritti diversi, arriverà in aula entro giugno per poi iniziare a discutere sui possibili emendamenti. Le commissioni riunite hanno costituito un comitato ristretto che dovrebbe occuparsi di formulare un testo che istituisca gli incentivi statali. Proprio sugli incentivi sia all’acquisto di vetture elettriche sia alla realizzazione delle infrastrutture necessarie si è già d’accordo. Se si riuscisse a portare alla Camera il testo entro giugno, allora si potrebbe arrivare ad un decreto legge che potrebbe essere valido dal 2012. I lavori dell'indagine conoscitiva si sono conclusi con la missione a Capena (Roma) del 12 aprile 2011, presso la sede della società Nissan. L'On. Mario VALDUCCI, presidente delle Commissioni Riunite IX e X, il 25 maggio 2011 ha presentato il seguente resoconto:

Resoconto della missione a Capena (Roma) del 12 aprile 2011, presso la sede della società Nissan. 
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
Lo scorso 12 aprile una delegazione delle Commissioni IX (Trasporti) e X (Attività produttive, commercio e turismo) si è recata in missione allo stabilimento Nissan di Capena, nell'ambito dell'esame, in sede referente, delle proposte di legge C. 2844 Lulli e C. 3553 Ghiglia recanti «Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica». Hanno partecipato, per la IX Commissione, il presidente , Mario Valducci, e i deputati Giorgio Simeoni e Carlo Monai, per la X Commissione, la presidente, Manuela Dal Lago, e i deputati Lella Golfo, Andrea Lulli e Gabriele Cimadoro.
La giornata è iniziata con l'intervento dell'amministratore delegato di Nissan Italia, Andrea Alessi, che ha svolto una presentazione sulle tematiche connesse alla tutela ambientale e alla riduzione delle emissioni di CO2 generate dall'azienda automobilistica, a livello sia di filiera produttiva sia di veicoli prodotti e commercializzati. Alessi ha preliminarmente evidenziato come obiettivo dell'azienda sia azzerare le emissioni attraverso la produzione e la diffusione di una gamma di veicoli totalmente elettrici, tra i quali la Nissan Leaf (che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di «Auto dell'anno 2011») rappresenta il primo progetto di un'autovettura totalmente elettrica prodotta in serie per il mercato mondiale e già commercializzata in tre continenti (Giappone, Nord America, alcuni Paesi europei: Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Paesi Bassi). Il CEO di Nissan ha illustrato il percorso che ha portato l'Alleanza Nissan e Renault a giocare un ruolo di grande importanza nello scacchiere mondiale della trazione elettrica, a cominciare dai 4 miliardi di euro finora investiti per lo sviluppo di progetti di veicoli alimentati elettricamente. Le caratteristiche tecniche dei nuovi veicoli - ha sottolineato - consentono un elevato livello di autonomia (fino a 175 Km) sufficiente a coprire oltre l'80 per cento degli spostamenti quotidiani della popolazione europea residente soprattutto nelle grandi aree metropolitane. Di particolare interesse sono i dati relativi all'efficienza dei veicoli elettrici in confronto ai motori a combustione interna: si passa dal 18 per cento dei motori a benzina evoluti al 90 per cento dei veicoli elettrici. Rilevante appare, peraltro, l'analisi dei consumi energetici dal «pozzo alla ruota» (well to wheel). In questo caso si tiene conto delle emissioni di CO2 generate in fase di produzione dell'elettricità. Per effettuare un confronto corretto con le emissioni di CO2 delle autovetture, bisogna includere le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla produzione benzina/diesel. Con il mix attuale di centrali in Europa, un'auto elettrica emetterebbe 55 gr/Km di CO2 nel processo well to wheel. Secondo i dati forniti dalla Nissan, nel 2007, le emissioni medie del parco macchine UE erano di 187 gr. di CO2 /Km.
La parte della relazione dell'amministratore delegato che ha destato maggiore attenzione nella delegazione parlamentare è stata quella relativa agli incentivi governativi dei singoli Stati europei indirizzati a favore di auto a trazione elettrica. È stata presentata una tabella (vedi infra) sugli incentivi massimi governativi riconosciuti in altri Paesi europei dalla quale si evince che la media continentale di incentivazione della mobilità elettrica si posiziona intorno ai 5 mila euro. Si passa dalla Danimarca, Paese che offre il maggior sostegno con un bonus di 19.500 euro sia per i privati sia per le aziende che acquistano un veicolo elettrico, al Portogallo che prevede un bonus per i privati di 5.000 euro, più 1.500 euro di rottamazione, più l'esenzione di 155 euro ogni anno per il bollo. L'attuale normativa italiana prevede l'esenzione del bollo (200 euro/anno) per 5 anni.

I presidenti Mario Valducci e Manuela Dal Lago hanno avuto parole di apprezzamento per i cospicui passi avanti promossi dalla tecnologia per le vetture elettriche. L'uno ha precisato che i provvedimenti in esame presso le Commissioni IX e X potrebbero essere approvati a breve, in un testo unificato, dalla Camera dei deputati per favorire la commercializzazione in Italia di auto elettriche. L'altra ha richiamato l'opportunità di intervenire con incentivi mirati per i mezzi a minore inquinamento al fine di conseguire una riduzione positiva delle emissioni di CO2, priorità europea, oltre che italiana, già ben definita. Posizioni condivise da tutti i parlamentari che hanno partecipato alla missione, i quali hanno altresì evidenziato l'esigenza di dotare il Paese di infrastrutture idonee a favorire la mobilità sostenibile, prevedendo anche libero accesso ai centri storici e parcheggi gratuiti per i veicoli elettrici.
La visita si è conclusa con una prova su strada della Nissan Leaf su un percorso extraurbano che ha consentito ai parlamentari di verificare le innovazioni tecnologiche del veicolo elettrico, nonché l'assenza di emissioni acustiche e inquinanti.



BONUS PRIVATIBONUS AZIENDE
DANIMARCA19.05019.050
FRANCIA5.00012.335
BELGIO9.250Deducibilità al 120 per cento Ammortamento in 2 anni
REGNO UNITO5.68713.726
OLANDA6.78313.923
NORVEGIA9.9529.952
PORTOGALLO5.000 1.500 rottamazione 155 euro/anno esenzione bolloEsenzione tasse (da 900 a 2.031) 155/anno esenzione bollo
SPAGNA6.4806.480
GRECIA3.5633.563
AUSTRIA2.8502.850
SVIZZERA2.0121.359
FINLANDIA1.8111.811
GERMANIA925925
ITALIAEsenzione bollo per 5 anni 200 euro/annoEsenzione bollo per 5 anni 200 euro/anno
SVEZIA570570
Nota: valori espressi in euro. Aggiornato al 15 febbraio 2011. Bonus massimi previsti secondo le normative dei singoli Paesi.

venerdì 20 maggio 2011

Portogallo, MOBI.E operativo e scalabile con roaming: servizi di ricarica di fiducia.

MOBI.E è una piattaforma su scala nazionale aperta, che dal Portogallo si sta espandendo verso la Spagna per il "roaming" dei servizi di ricarica per i veicoli elettrici. Il modello è noto per la notevole completezza e scalabilità.
Il sistema coinvolge 25 città, adotta una doppia tecnologia di ricarica per un'offerta completa (corrente alternata bassa potenza: 1300 punti, corrente continua alta potenza per servizi in pochi minuti anche lungo le strade di comunicazione: 50 punti), è multivendor cioè consente di comprare energia presso i punti di ricarica dal proprio fornitore di energia preferito, c'è un sistema di pagamento elettronico multipiattaforma, ci sono prezzi differenziati per tipologia di servizi (potenza e quindi tempi di ricarica).

 


Nonostante il Portogallo stia attraversando una situazione economica abbastanza delicata, ci sono settori in cui ha deciso di continuare ad investire sin dal 2008, come quello della ricerca ed innovazione sulla mobilità sostenibile per mettersi nelle condizioni di evitare i maggiori costi della mobilità dovuti al crescere dei prezzi delle materie prime. 

Nel Paese lusitano le emissioni inquinanti da trasporto su gomma ammontano a circa 900 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, per un totale del 30%, mentre i trasporti incidono sul consumo di energia totale del 38.5%. In prima linea nella sfida della mobilità sostenibile sono da qualche anno sia il programma nazionale di mobilità elettrica MOBI.E.
Ad oggi ben 25 Comuni portoghesi su un totale di 300 e molte autostrade sono coinvolti nel progetto pilota riguardante la rete di infrastrutture, per un totale di 1300 colonnine e 50 postazioni di ricarica veloce già attive sul territorio. Ci sono vetture da famiglia che girano sicure, fluide e naturali, come foglie nel vento.

giovedì 19 maggio 2011

Gli Automobil Club chiedono alla UE di favorire la mobilità elettrica


E' una saggia posizione, finalmente. Si lavorerà congiuntamente: approvato un documento 

L’ACI e gli altri Automobile Club internazionali hanno adottato ieri un documento congiunto sul futuro dei veicoli elettrici. La decisione è arrivata in occasione dell’International Club Conference della FIA–Federazione Internazionale dell’Automobile, momento di confronto sulla mobilità sostenibile e sicura degli Automobile e Touring Club nazionali di Europa, Africa e Medio Oriente, in programma fino a venerdì 20 maggio a Estoril, alle porte di Lisbona.

L’Italia è rappresentata da una delegazione dell’ACI guidata dal presidente Enrico Gelpi, che ha partecipato a diverse le sessioni di lavoro e oggi interverrà al Consiglio mondiale della FIA per l’Automobile, la Mobilità e il Turismo.
La giornata di ieri è stata caratterizzata dal dibattito su come meglio affrontare le sfide che riguardano il futuro dei veicoli elettrici.
“L’ACI e gli altri Automobile Club internazionali – ha dichiarato Gelpi – chiedono alle istituzioni nazionali e locali di lavorare insieme alla creazione di un quadro integrato di riferimento per favorire la diffusione dell’auto elettrica, idonea a soddisfare il fabbisogno quotidiano di mobilità in ambito urbano salvaguardando l’ambiente”.
I membri dell’International Club Conference hanno approvato un documento congiunto che sollecita le istituzioni europee a promuovere politiche di sostegno alla mobilità privata, anche con incentivi economici, puntando soprattutto sulle tecnologie verdi che alimentano i veicoli, in particolare in ambito urbano e verso specifici gruppi di utenti (trasporto pubblico, car sharing, aziende per la distribuzione delle merci in città).
Dalla discussione è emersa l'importanza di definire standard e specifiche tecniche per la ricarica delle batterie, favorendo la concorrenza sul mercato dell’energia ed evitando ogni forma di monopolio.
Il settore dei trasporti dipende ancora per il 96% dal petrolio, con elevati costi economici ed ambientali. L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di CO2 e la “decarbonizzazione” del trasporto. L’auto elettrica rappresenta la soluzione più efficace – e immediatamente disponibile – per muoversi a basso costo con un impatto ambientale molto limitato, ma la sua diffusione è compromessa dal prezzo di acquisto ancora elevato e dalla mancanza di una infrastruttura di ricarica armonizzata a livello europeo.

Altra variante sulla ricarica senza fili... questa volta 20 kW

Progetto di ricerca per ricarica induttiva auto elettriche

Una Volvo C30 Electric sarà modificata per la ricarica wireless


Volvo Car Corporation e Flanders' Drive, organizzazione belga specializzata nel settore tecnologico e dello sviluppo, e altri partner prendono parte a un progetto di ricerca sulla ricarica induttiva. Con la ricarica induttiva, l'energia viene trasferita, senza prese di corrente né cavi, alla batteria dell'automobile attraverso una piastra di ricarica inserita nella superficie stradale. "L'obiettivo - spiega Johan Konnberg, project manager della divisione Veicoli Speciali di Volvo - è far sì che diventi il più possibile conveniente possedere e utilizzare un'auto elettrica". Oggi una Volvo C30 Electric sarà consegnata a Flanders' Drive per essere sottoposta alle modifiche necessarie per l'utilizzo della ricarica induttiva. La consegna della Volvo segnerà l'avvio ufficiale del progetto, che sarà conosciuto con il nome di CED (Continuous Electric Drive). Progetto di ricerca per ricarica induttiva auto elettriche

Gli altri partecipanti - oltre a Volvo Car Corporation e Flanders' Drive, una società di proprietà del Governo belga - sono l'azienda costruttrice di autobus Van Hool e Bombardier, specializzata nella produzione di tram. La ricarica induttiva prevede l'utilizzo di una piastra di ricarica interrata, ad esempio nel vialetto davanti casa dove si parcheggia l'automobile. La piastra di ricarica consiste in una bobina che genera un campo magnetico. Quando la vettura è parcheggiata sopra la piastra, l'energia è trasferita al pick-up (sensore) induttivo dell'auto senza che vi sia alcun contatto fisico fra le parti. Il tempo previsto per la ricarica di un pacco batterie di dimensioni pari a quello da 24 kWh installato sulla Volvo C30 Electric è di circa un'ora e venti minuti nel caso in cui la batteria sia completamente scarica. Il sistema di ricarica da valutare è dimensionato per 20 kW. Diverse case automobilistiche e società tecnologiche stanno compiendo ricerche in quest'area, ma ad oggi non esiste alcun costruttore di automobili in grado di offrire al mercato un prodotto finito. "Non esiste ancora - afferma Johan Konnberg - uno standard comune per la ricarica induttiva. Uno degli aspetti importanti riguarda l'integrazione di questa tecnologia nella superficie stradale e la possibilità di attingere energia direttamente da lì per alimentare l'automobile. E' una soluzione intelligente che guarda concretamente al futuro". Volvo C30 Electric fa parte dell'ambiziosa strategia di elettrificazione della casa scandinava. E' comoda, sportiva e sicura al pari di un'auto standard, ma allo stesso tempo offre al conducente un'autonomia fino a 150 chilometri con una sola ricarica e zero emissioni di anidride carbonica. La consegna del primo lotto di 250 vetture a clienti selezionati in Europa avrà inizio nella seconda metà del 2011.

(ansa.it)

Proposta per un'Agenzia nazionale mobilità elettrica

Milano. Agenzia nazionale mobilità elettrica: proposta di costituzione a Milano

Di Capua: "Un soggetto che abbia la delega per creare i presupposti macroeconomici ed industriali per avviare percorso di programmazione che porti Milano, e a seguire l’intero Paese, a sostituire gradualmente, ma inesorabilmente, il motore tecnico con quelli ibridi ed elettrici"
L'attenzione é rivolta con decisione al modello tedesco, voluto da Angela Merkel, il tutto senza distogliere lo sguardo dalle necessità del nostro paese.
E in Italia per lo sviluppo della mobilità elettrica la creazione di un'agenzia nazionale diventa un elemento fondamentale: parola di Marcello Di Capua,  presidente di Fondazione AEM che ieri, intervenendo ad un seminario organizzato da Energy Lab, ha lanciato con convinzione la proposta.
L'idea é quella di costituire un'authority nazionale per la mobilità elettrica con sede a Milano
“La celebrazione per il centenario dell'Aem ci ha permesso di rivolgere lo sguardo al nostro passato per avere piena consapevolezza delle nostre radici. Ora siamo pronti a guardare avanti, al futuro della nostra città e del nostro Paese. In quest'ottica vediamo nella mobilità elettrica il fulcro dello sviluppo per i prossimi vent'anni, ma la parola chiave è 'programmazione'.
Per questo credo che sia necessario costituire un’agenzia nazionale per la mobilità e, in particolare, un’agenzia nazionale per la mobilità elettrica: un soggetto che abbia la delega per creare quei presupposti macroeconomici ed industriali per avviare un percorso di programmazione che porti la città di Milano, e a seguire l’intero Paese, a sostituire gradualmente, ma inesorabilmente, il motore tecnico con quelli ibridi e totalmente elettrici. La Fondazione AEM nei prossimi due anni si impegnerà a fondo su questo tema e farà in modo di chiamare a sé tutte le migliori forse in campo, politiche, finanziarie ed industriali che sappiano rendere operativa questa sfida”.
Il modello tedesco viene preso in esame con estrema attenzione dal presidente Di Capua, che guarda ad un lavoro messo a punto da tanti soggetti impegnati tutti nella stessa direzione: il governo nazionale, occupato ad investire, l'industria di settore nella produzione, le amministrazioni locali con operazioni d'incentivo e le utility che con le proprie conoscenze devono impegnarsi nel predisporre le infrastrutture.
Un gioco di squadra perfetto, senza sbavature. Un po' come quello milanese che a detta di Di Capua può essere un esempio interessante e ben strutturato.
"Il sistema milanese mette in campo diversi attori dalla Fondazione AEM, impegnata come promotrice di un  modello di mobilità sostenibile, le case automobilistiche, che hanno la sede di riferimento per il sud dell'Europa, il Comune, che sta dando il buon esempio sostituendo progressivamente i mezzi pubblici, A2A, che sta provvedendo a installare le colonnine di ricarica elettrica”.

martedì 10 maggio 2011

Ricerca del Massachusetts Institute of Technology (MIT)


Ricaricare l'auto elettrica a casa e di notte riduce inquinamento e costa il 20% di meno

Mettere in carica le batterie dell'auto elettrica o ibrida durante la notte ridurrebbe l'inquinamento. A sostenerlo sono i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e dell'Università del Texas che sostengono quindi "lo sviluppo di una normativa che favorisca la ricarica notturna offrendo un costo variabile dell'energia elettrica". 

"I risultati, in generale, sulla qualità dell'aria mostrano che l'uso di auto elettriche e ibride che eseguono la ricarica notturna rivela un minor livello di impatto ambientale. Infatti - precisa lo studio - le quantità di ozono emesse nella ricarica notturna diminuiscono in modo rilevante".

L'ozono è il prodotto di una reazione chimica tra idrocarburi, ossidi di azoto, cioè gli inquinanti emessi dai veicoli e dalle centrali elettriche che producono elettricità, e la luce del sole. Ma poiché di notte luce del sole non c'è, la reazione chimica che produce ozono non può verificarsi. E quando sorge il sole le emissioni inquinanti sono ormai già disperse.

Il programma di ricarica notturna, tra l'altro, non produce nemmeno quantitativi più alti di ossidi di azoto e aiuterebbe, dunque, a mantenere nel lungo periodo un corretto equilibrio tra la domanda e l'offerta di elettricità negli impianti di potenza inferiore. Un fattore positivo rilevante su cui sono tutti d'accordo.

In più, la ricarica notturna domestica a bassa potenza costa il 20% di meno rispetto ad una analoga ricarica effettuata nelle ore diurne per effetto della tariffa standard bioraria a regime. Qualche simulazione può essere fatta qui.