Le ultime news di Quotidiano Energia

mercoledì 30 maggio 2012

Ohikia, come funziona?

SOLARE TERMODINAMICO PER USO DOMESTICO ED INDUSTRIALE

Il sito internet della start-up Ohikia illustra un nuovo sistema per la generazione di energia da fonti rinnovabili che rientra nella categoria del  "solare termodinamico” (detto anche CSP – Concentrating Solar Power), in grado di convertire l'energia solare in energia termica a un livello di temperatura sufficientemente elevato da generare calore per usi industriali o residenziali, oppure essere convertita in energia elettrica.

Rispetto alle soluzioni similari già presenti sul mercato, l'impianto Ohikia introduce alcune importanti innovazioni  a livello di materiali  utilizzati e design industriale che rendono il sistema completo, capace di maggiore efficienza energetica e maggiore scalabilità̀,̀ adatto e conveniente in applicazioni sia residenziali che industriali.

Un sistema modulare adattabile a esigenze specifiche
Il sistema Ohikia è stato sviluppato per fornire un vettore termico a temperature comprese tra 100 e 200°C  accoppiato ad un innovativo sistema di accumulo del calore in grado di essere utilizzato per produrre:

  • Energia Elettrica
  • Acqua calda per uso sanitario e per riscaldamento
  • Vapore industriale
  • Condizionamento
  • Frigorie per il ciclo del freddo
  • Calore per uso industriale


Una tecnologia innovativa e sicura

COLLETTORI PIANI a CONCENTRAZIONE:
- I collettori sono realizzati sfruttando principi di ottica senza focalizzazione di immagine, in grado di convogliare efficientemente la radiazione solare sull'assorbitore indipendentemente dalla direzione di provenienza e senza sistemi attivi di tracking.

-Le temperature raggiunte in condizioni di regime negli assorbitori possono arrivare a 250° C, sufficienti a riscaldare il fluido termovettore del circuito fino a valori di 200° C.

- Per le applicazione più critiche e/o per aumentare la sicurezza di funzionamento è possibile affiancare un sistema di protezione attivo in grado di salvaguardare il prodotto da sovratemperature e da eventuali danni causati da grandine.

BATTERIA TERMICA:
- La particolare configurazione del sistema prevede l'accumulo della radiazione solare sotto forma termica, in modo tale da servire contemporaneamente tutte le tipologie di utenze collegate e permettere lo sfruttamento combinato e più efficiente dell'energia immagazzinata.

- L'accumulo di energia termica ad una temperatura che può essere scelta tra 100 e 200 °C a seconda delle necessità, avviene grazie alla tecnologia PCM (Phase Change Material) tramite una nuova classe di composti appositamente sviluppati da Ohikia. A differenza delle soluzioni attualmente in commercio, la miscela è composta da sostanze atossiche, non corrosive, nè dannose per l'ambiente, rendendo il sistema sicuro e compatibile con un uso anche residenziale.

- Il calore necessario alle varie applicazioni è fornito con ridotte variazioni temperatura del PCM, ottimizzandone il funzionamento in virtù del ridotto intervallo e permettendo alle apparecchiature di operare in condizioni di lavoro stabili.

- Il modulo standard per uso residenziale delle dimensioni 90 (L) x 80 (P) x 180 cm (H) consente di accumulare circa 70 kWht, in grado di alimentare un impianto di riscaldamento per una abitazione di 100 m² per 10 h, oppure di erogare 7 kWh di energia elettrica.
Per uso industriale Ohikia propone moduli delle dimensioni di un container ISO 20 ft. e dalla capacità di accumulo di 2.7 MWht.

- La progettazione modulare del PCM permette di aumentare la capacità di accumulo del sistema in maniera tale da soddisfare anche l'utenza più esigente.


UTENZE:
- Il sistema completo prevede l'installazione di una serie di utenze ottimizzate per massimizzare il rendimento complessivo, permettendo un utilizzo più efficiente dell'energia accumulata. In caso di impianti preesistenti, è possibile studiare una soluzione che permetta di allacciare la fornitura di energia alle utenze già presenti.


Una crescita modulare in base alle esigenze





Per approfondire.

Ohikia srl  - Via San Maurizio al Lambro n. 1 (angolo V.le Italia) - 20099 Sesto San Giovanni (MILANO) - Tel +39 02.84544115

lunedì 28 maggio 2012

L'e-NV200 nascerà in Spagna. Zero emissioni al lavoro e per famiglie numerose

VISTO A GINEVRA 2012, L'E-NV200 DIVENTA REALE 
La produzione dell'LCV elettrico di Nissan inizierà ad Avila nel 2013. Concretezza e sostenibilità. Presente il CHAdeMO per la ricarica rapida in meno di 30 minuti.



Dopo una lunga serie di prove e collaudi in diversi paesi, finalmente partirà la produzione del Nissan
e-NV200, versione a trazione elettrica e a zero emissioni del noto van compatto della Casa nipponica.
L’inizio della produzione è previsto entro il 2013 presso gli stabilimenti spagnoli di Avila (Barcellona), che sarà l’unico impianto Nissan impiegato nella costruzione dell’e-NV200. Il sito produttivo di Aviladiventerà infatti il fornitore unico del LCV a zero emissioni per tutti i mercati mondiali. La produzione del van elettrico, oltre a confermare l’impegno a lungo termine del costruttore giapponese verso la mobilità a zero emissioni, iniziato con il lancio della premiatissima berlina Nissan Leaf, porterà ad un notevole incremento occupazionale presso lo stabilimento spagnolo: sono previste, infatti, 700 assunzioni. L’investimento per la nuova linea produttiva messo in campo da Nissan cuba 100 milioni di euro.



Caratterizzato, come il “gemello termico” da praticità, grande abitabilità interna e un’ampia varietà di dispositivi pratici e innovativi, l’e-NV200 sarà disponibile sia per famiglie che per le imprese. Autonomia e prestazioni saranno analoghe a quelle della LEAF e con costi di gestione e manutenzione da record per un veicolo commerciale.



Effettivamente l'e-NV200 rappresenta una vera rivoluzione nell’ambito dei veicoli commerciali, con un aspetto meno da furgone e più autovettura come il Kangoo ZE, riconferma la leadership di Nissan nel segmento dei veicoli elettrici. Il nuovo modello offrirà lo spazio, la versatilità e la praticità di un van compatto tradizionale a motore endotermico, ma con il beneficio di zero emissioni (non c'è il tubo di scarico) ed un piacere di guida eccezionale che solo un veicolo elettrico sa regalare. Un aspetto importantissimo è che i costi di manutenzione e gestione saranno incredibilmente ridotti: queste caratteristiche lo renderanno appetibile sia per le aziende che per le famiglie.

La Casa giapponese, attraverso il piano strategico a medio termine Nissan Power 88, prevede di diventare il più grande produttore di LCV entro il 2016: l’e-NV200 è certamente uno dei pilastri di questa strategia commerciale. Lo scorso anno la Nissan ha realizzato un record storico: più di un milione di veicoli commerciali leggeri venduti nel mondo in un solo anno.



L'e-NV200 arricchisce la gamma Nissan di veicoli commerciali, con un prodotto audace ed innovativo. Da sottolineare l'impegno del governo spagnolo e catalano per il supporto a Nissan in Spagna e che il personale impiegato nello stabilimento di Barcellona si è conquistato il diritto di produrre quello che diventerà un modello importantissimo per l’azienda su scala mondiale.



Attualmente in Europa si stanno conducendo diversi test su prototipi elettrici costruiti sulla base dell’NV200 allo scopo di ottenere un feedback sull’utilizzo del veicolo nel mondo reale. I riscontri ottenuti dai test, permetteranno a Nissan di far fronte ai reali bisogni dei clienti prima che la produzione abbia inizio nell’anno fiscale 2013.
Ovviamente, come la Nissan LEAF, l'e-NV200 dispone del sistema di ricarica rapida CHAdeMO (colonnina di ricarica nella figura) ad alta potenza in corrente continua. Si amplia quindi l'offerta di veicoli "CHAdeMO compliant" che già oggi rappresentano oltre il 60% dei veicoli elettrici venduti sia in Italia che a livello globale.

giovedì 10 maggio 2012

L'AEEG ha illustrato la memoria sulle infrastrutture di ricarica su suolo pubblico per i veicoli elettrici

Veicoli elettrici, Autorità per l'energia: i costi non ricadano in bolletta 
“Servono normative a prova di futuro”: responsabilizzare il distributore sul rischio tecnologico e no a costi in bolletta.

I costi per gli incentivi alla realizzazione di infrastrutture di ricarica per le auto elettriche non devono ricadere sulla bolletta elettrica ma, solamente sui nuovi consumatori elettrici mobili; inoltre, se si sceglierà di perseguire il modello distributore (cioè affidare la costruzione e la gestione delle colonnine alle imprese di distribuzione dell'energia elettrica), sarà necessario garantire la separazione almeno contabile tra le attività  quella relativa ai sistemi di ricarica e quella di distribuzione dell'elettricità  garantendo inoltre l'accesso alle colonnine a tutti i venditori di energia che ne facciano richiesta; infine, bisognerà fare in modo che gli investimenti in sistemi di ricarica diffusi non si trasformino in investimenti stranded, ossia non recuperabili, escludendo la possibilità di copertura di tali costi attraverso le tariffe elettriche, in caso di rapida obsolescenza. Queste le osservazioni espresse dall'Autorità per l'energia in occasione dell'audizione, svoltasi ieri presso la commissione VIII Ambiente della Camera (pagina dei resoconti delle audizioni presso le commissioni), sul disegno di legge "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani", che contiene, all'articolo 6, gli incentivi alla realizzazione delle infrastrutture di ricarica delle auto elettriche.

In generale l'Autorità ha chiesto che la legislazione in materia, visto il rapido sviluppo tecnologico atteso, sia ispirata alla logica della sunset rule, ovvero che includa termini o tempistiche per una revisione e che, in generale, contenga elementi di flessibilità e gradualità.

Quanto agli scenari di sviluppo, l'Autorità sottolinea che entro due-tre anni potrebbero essere disponibili veicoli equipaggiati con batterie da 24-36 kWh e autonomia compresa tra 150-250 km, ricaricabili rapidamente e completamente in meno di un'ora. Inoltre, si legge ancora nella memoria depositata, il costo degli apparati di ricarica rapida è in forte diminuzione, con costi a partire da 10.000 euro circa (connessione esclusa), mentre solo due anni fa avevano un prezzo oscillante fra i 20.000 e i 30.000 euro circa. Quanto alle batterie delle auto, il salto tecnologico ai materiali nanostrutturati che consentiranno autonomie di varie centinaia di chilometri potrebbe tradursi in realtà, e quindi con la necessità di vere e proprie stazioni di servizio lungo con notevole storage elettrico e punti di erogazione con potenze attorno al megawatt, anche da un punto di vista commerciale, secondo la più accreditata letteratura tecnico-scientifica, a partire indicativamente dal 2020.

“Data l’importanza della mobilità elettrica per lo sviluppo del nostro Paese, in un contesto di rilevanti cambiamenti tecnologici, dovrebbero essere privilegiate soluzioni normative aperte e flessibili – a prova di futuro –, idonee a favorire lo sviluppo concorrenziale dei mercati, nonché adeguatamente sperimentate e in grado di adattarsi alle evoluzioni tecnologiche in atto ed alle best practice gestionali individuate a livello nazionale ed europeo”. E’ quanto ha sostenuto l’Autorità per l’Energia nel corso dell’audizione di ieri in commissione Ambiente della Camera sul Ddl spazi verdi urbani che contiene norme per facilitare la realizzazione su suolo pubblico e aree private di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici.

Per il regolatore “ogni intervento normativo in materia dovrebbe ispirarsi alla logica della sunset rule, espressione con cui si è soliti indicare normative che già recano in sé termini o tempistiche per una loro revisione”.

Bisogna pertanto introdurre elementi di “flessibilità e gradualità”, soprattutto se il legislatore intendesse dare impulso immediato al “modello distributore” prefigurato nel Ddl, affidando appunto alle società di distribuzione il compito di installare, secondo criteri di programmazione stabiliti dell’Autorità, impianti di ricarica diffusi.

Per il regolatore l’opzione per il “modello distributore” dovrebbe configurarsi in maniera tale “da prevedere elementi di gradualità, che nella fase iniziale privilegino lo sviluppo concentrato delle infrastrutture di ricarica nelle aree con più alto potenziale di utilizzo (una sorta di ampliamento, su larga scala, dei progetti pilota), piuttosto che un’infrastrutturazione estensiva, maggiormente esposta al rischio di trasformarsi in un costo stranded”.

Occorre poi evitare che si creino “sussidi incrociati tra l’attività di distribuzione di energia elettrica e l’attività di realizzazione e gestione dei sistemi di ricarica e va responsabilizzata l'impresa di distribuzione locale rispetto al rischio tecnologico, escludendo espressamente che la tariffa elettrica possa essere utilizzata per coprire eventuali costi di ricarica divenuti irrecuperabili per obsolescenza”.

Bisogna infine garantire la compatibilità delle infrastrutture di ricarica realizzate dal distributore “con la logica dell’accesso non discriminatorio a tutti venditori di energia elettrica, in prospettiva pro-competitiva”.


Il documento
Osservazioni dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas al disegno di legge AC 3465-4290-B recante “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”

mercoledì 9 maggio 2012

La IEA puntualizza la situazione della mobilità elettrica in 16 città di tutto il mondo, Italiane escluse

Sedici le città “osservate”, di 9 Paesi e 3 continenti diversi
Veicoli elettrici: piani, strategie e sovvenzioni applicate in tutto il mondo
L’International Energy Agency ha appena pubblicato un testo che analizza i programmi municipali attivati da vari centri urbani per promuovere e sostenere la mobilità elettrica. Non ci sono purtroppo città italiane, dove non si mette evidentemente in pratica quanto annunciato o non lo si fa altrettanto bene come invece si fa in altri "mondi amministrativi".

 I veicoli elettrici hanno iniziato a circolare un po’ su tutte le strade del mondo ed è curioso vedere in che modo le varie realtà locali promuovono questo genere di mobilità alternativa e sostenibile. La definizione e la messa in atto delle varie strategie municipali, infatti, può risultare cruciale nel successo o meno della mobilità elettrica in un determinato centro urbano, a maggior ragione se l’obiettivo da raggiungere è piuttosto ambizioso: 20 milioni di veicoli elettrici in circolazione entro il 2020. Ma quali sono i piani più efficaci e dove sono stati sperimentati e poi adottati? A rivelarlo è il testo appena pubblicato dalla International Energy Agency (IEA) EV City Casebook che fornisce una panoramica mondiale sullo stato dell’arte e sulle prospettive dei veicoli elettrici, comparando i vari programmi attivi in tutto il mondo.


Il book della IEA analizza 16 città di 9 Paesi e 3 continenti diversi: da Shanghai a Berlino e da Portland al Nord Est dell’Inghilterra, vengono forniti tutti i dettagli su come ogni comune o regione d’avanguardia abbia sviluppato e gestisca il proprio programma. Le 16 aree urbane osservate dall’Agenzia presentano, tra l’altro, caratteristiche molto diverse tra loro. Tra le città esaminate, infatti, sono presenti centri densamente popolati, come New York o Amburgo, centri di piccole dimensioni, come le Goto Islands di Nagasaki, e centri dalla vasta estensione, come Los Angeles o i 5 sobborghi olandesi di BrabandStad; ogni realtà offre varie tipologie di servizi, dai mezzi pubblici e i taxi elettrici per il trasporto di massa al noleggio di auto individuali, dall’acquisto di veicoli elettrici per la flotta municipale alle sovvenzioni stabilite da alcune amministrazioni per incentivarne l’acquisto o l’uso. Da quest’analisi, la IEA si augura che a parte il contesto cittadino, luogo ideale per vari tipi di sperimentazioni, la mobilità elettrica possa diffondersi anche in altri contesti extra-urbani.
Nella autorevolissima pubblicazione, non ci sono purtroppo città italiane, dove non si mette evidentemente in pratica quanto annunciato di anno in anno o non lo si fa altrettanto bene come invece si fa in altri "mondi amministrativi".









venerdì 4 maggio 2012

Stazioni di servizio per veicoli elettrici: piena sostenibilità anche da qualche esponente dell'industria oil


ABB fornisce un sistema di ricarica veloce in corrente continua per la “stazione di servizio del futuro", unica in Europa

ABB ha fornito in Ungheria un nuovo sistema di ricarica rapida in corrente continua per auto elettriche, installato in una stazione di servizio ecologica, unica in Europa, gestita dalla compagnia gas-petrolifera MOL. ABB è un socio fondatore di E-Mobility Network, una rete ungherese che promuove logiche di trasporto energeticamente sostenibili, tra cui la mobilità elettrica.
La stazione di servizio “verde” di MOL in Ungheria
Si tratta del primo sistema di ricarica rapida in corrente continua installato in Ungheria e rappresenta un passo importante verso la creazione di un’infrastruttura nazionale per le auto elettriche, che ABB è orgogliosa di supportare nell’ambito del suo impegno per uno sviluppo sostenibile.

MOL, primaria azienda centroeuropea operante nel settore petrolifero e del gas naturale, ha adottato soluzioni d’avanguardia per ridurre i consumi energetici e l’impatto ambientale della sua stazione di servizio ecologica, che in futuro permetterà di risparmiare oltre il 50% sull’uso di combustibili fossili grazie alle fonti energetiche sostenibili e al riciclaggio dei materiali, evitando l’immissione in atmosfera di 10 tonnellate di CO2 l’anno. Scegliendo le energie sostenibili e tecnologie più efficienti, MOL ha dovuto sostenere costi di gestione più elevati (quasi il 20% in più) rispetto a una stazione di servizio tradizionale, ma ora risparmia oltre 7000 m³ di gas e 120.000 kilowattora (kWh) di elettricità l’anno. La stazione è dotata di pannelli fotovoltaici che soddisfano il suo fabbisogno energetico.
Un veicolo di ABB fa il pieno di energia all’avveniristica stazione di servizio di MOL.
“Abbiamo condotto una ricerca sulle ‘stazioni di servizio del futuro’ per dimostrare che il rispetto per l’ambiente e l’automobile possono andare perfettamente d’accordo” ha dichiarato Béla Csorba, portavoce di MOL. “Per attuare il suo progetto, MOL ha implementato soluzioni avanzate per la protezione ambientale e tecnologie pionieristiche, come il sistema di ricarica rapida di ABB: mediamente bastano circa quindici minuti per ripristinare la piena capacità della batteria di un’auto elettrica, contro le quasi otto ore previste in caso di ricarica standard in corrente alternata.”


La stazione di servizio del futuro: caratteristiche principali:

Innovazioni
  • ABB è stata incaricata di fornire un sistema di ricarica ultrarapida per veicoli elettrici in Ungheria, primo nel suo genere, in grado di ricaricare completamente la batteria di un’auto in soli 20 minuti.
  • La coibentazione termica ottimizzata, con speciali superfici in vetro a triplice strato, limita il surriscaldamento in estate e la dispersione di calore in inverno, riducendo i consumi energetici degli impianti di riscaldamento/condizionamento.
  • Le pareti e il tetto coperti di sempreverdi neutralizzeranno 10 tonnellate di COl’anno, contribuendo al risparmio energetico e riducendo l’escursione termica in estate e inverno. L’energia risparmiata grazie a questo sistema eviterà l’immissione in atmosfera di altre 100 tonnellate di CO2 l’anno.
  • Un efficace sistema di drenaggio e stoccaggio dell’acqua piovana consente il recupero di acqua per l’irrigazione delle piante su tetto e pareti, riducendo i consumi di acqua potabile.
  • L’impianto di riscaldamento, condizionamento e produzione di acqua calda si basa su un innovativo concetto “aria-acqua” che prevede l’utilizzo di una pompa di calore e di uno scambiatore, azzerando le emissioni di CO2.
  • I pannelli fotovoltaici sulla pensilina e sui rami degli originalissimi “alberi” hanno una superficie totale di 250 m2 e generano quasi 31.000 kWh di energia l’anno, coprendo buona parte del fabbisogno energetico della stazione di servizio.
  • L’illuminazione all’interno e all’esterno dell’edificio è di tipo a LED. Le 355 lampade a LED installate fanno risparmiare oltre 6000 kWh l’anno.
  • Gli interni sono progettati e realizzati con materiali ecocompatibili: cartone riciclato per le attrezzature e gli arredi del negozio, pavimenti in vinile tessile, lampade da soffitto fabbricate con 512 turaccioli riciclati e illuminazione a LED. Al soffitto, inoltre, sono appese tre sfere decorative coperte di lichene nordico che creano un microclima ideale nell’ambiente.

giovedì 3 maggio 2012

E-move.me Temporary store ZERO EMISSIONI a Milano


A Milano la mobilità elettrica con E-move.me



E-move.me – il primo brand di prodotti appetibili e servizi dedicati alla mobilità elettrica urbana in grado di offrire soluzioni da vivere con divertimento e senza compromessi – dopo il vibrante consenso ad Eicma 2011 ha aperto a Milano il Temporary Store di via Savona 35 che sarà operativo per tutto il mese di maggio.

Il pubblico potrà vedere, provare e acquistare i prodotti della vasta gamma proposta dal brand, oltre a ricevere tutte le informazioni sulla mobilità elettrica e servizi dedicati come, ad esempio, il noleggio a lungo termine ed altre iniziative per abbassare il total cost of ownership per il cliente.

“Con le nostre proposte di autentico piacere di guida senza emissioni di CO2 e perciò guilty-free – dice Thierry Boch, ideatore del marchio E-move.me e CEO di E-holding s.r.l. – abbiamo rimosso le barriere che fanno sembrare prematura la mobilità elettrica".
La gamma dei prodotti di alta gamma, tutti adatti a muoversi senza oneri nell'Area C di Milano o altre ZTL, è molto vasta: auto elettriche, ciclomotori elettrici, biciclette a pedalata assistita, personal mover come Segway e YikeBike.

Dove: via Savona 35 Milano.
Quando: dalle 9.30 alle 19.30 dal lunedì al sabato per tutto il mese di maggio.
Web: www.e-move.me




La Mia Electric a 3 posti con le porte scorrevoli.


Il Temporary store E-move.me di Via Savona 35 a Milano.



La YikeBike e il Segway.