DA LA STAMPA MOTORI
30/01/2011
La Leaf vince il "Car of the year 2011"
Nissan e le zero emission, Ghosn rilancia: «Noi siamo i pionieri,
ora tocca ai governi»
PIERO BIANCO
INVIATO A PARIGI
«Noi ci abbiamo messo l’investimento e una tecnologia innovativa, rivoluzionaria. Adesso tocca ai governi, se vogliono ripulire il mondo, rendere accessibile la mobilità a emissioni zero». Carlos Ghosn, il manager di origine libanese (ma nato in Brasile) che ha salvato la Nissan, rilanciandola, e oggi guida anche la capogruppo Renault dell’alleanza franco-nipponica, ama risolvere i problemi affrontandoli di petto, senza inutili perifrasi. È sempre diretto.
Al Pavillon Gabriel di Parigi riceve il premio «Car of the Year 2011» assegnato per la prima volta a una vettura elettrica, la Leaf, e rilancia la sua crociata ecologica. Il presidente della giuria internazionale, lo svedese Hakan Matson, enfatizza la cerimonia paragonando l’impresa ad altre storiche tappe tecnologiche: «Voi della Nissan siete come Neil Armstrong, il primo uomo a mettere piede sulla Luna nel 1969, o come Charles Lindbergh che per primo trasvolò l’Atlantico senza sosta. Con questo premio resterete per sempre nella storia. Sono convinto che in futuro altri veicoli elettrici saranno nominati Auto dell'Anno. Ma solo uno può fregiarsi di essere il primo».
Ghosn sorride compiaciuto e trasforma in gol l’invitante assist: «Ne siamo orgogliosi, perché questa è un’auto vera, affascinante, competitiva, che non scende a compromessi in termini di stile, sicurezza, performance o maneggevolezza rispetto ai veicoli tradizionali. In più, si distingue per essere innovativa e riflette chiaramente la visione del trasporto del futuro, di una mobilità davvero pulita e sostenibile».
Applausi, foto ricordo e champagne. Ma archiviata la festa d’incoronazione ci sono i numeri, e un business oneroso, da sostenere: la grande sfida non è ancora vinta, siamo appena all’inizio. Per la Leaf, oggi costruita soltanto a Oppama (Giappone) in attesa che entrino in funzione lo stabilimento Usa di Smyrna nel Tennessee (2012) e quello inglese di Sunderland (2013) è previsto un target produttivo di 10.000 unità entro marzo. Sarà rispettato? Le consegne sono appena partite, dal primo cliente privato californiano, «ma finora ne abbiamo consegnate pochine», ammette Ghosn.
In Giappone è scattato l’allarme perché la Casa aveva raccolto 6.000 ordinazioni con l’obiettivo di distribuirle tutte entro fine marzo, però a metà gennaio era ferma a 60 unità. «Il boom della vettura - spiega il presidente - dipenderà da quante infrastrutture di ricarica saranno installate. Serve un supporto governativo anche in Giappone, dopo che Nissan ha installato 200 colonnine nelle proprie concessionarie. In tutto il mondo qualcosa si sta muovendo, l’America è già molto sensibile alla mobilità ecologica, ma in molti paesi europei come ad esempio l’Italia si procede troppo lentamente anche se questo è un processo avviato e ormai irreversibile».
Delle 10 mila Leaf che Nissan conta di produrre entro il 31 marzo, 6.000 saranno destinate al mercato nipponico e 4.000 suddivise tra America ed Europa. I pre-ordini globali hanno superato le 27.000 unità. Nel vecchio Continente le consegne prenderanno il via a breve in Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Paesi Bassi, poi su altri mercati entro l'anno. In Italia contatti sono avviati con diverse società ed enti pubblici. L'Alleanza Renault-Nissan ha siglato oltre 90 accordi di partnership con governi, autorità municipali e aziende in tutto il mondo finalizzati al varo di infrastrutture per il lancio su vasta scala di veicoli elettrici.
Le filiali italiane dei due marchi hanno aderito (con Chevrolet, Citroën, Mitsubishi, Opel, Peugeot, Pininfarina e Toyota) al progetto «Zero Emission City» del Comune di Parma, che potrà contare su 100 colonnine di ricarica private e pubbliche (300 entro il 2015) allestite da Ducati Energia.
Intanto Nissan continua a crescere globalmente con modelli «tradizionali» di successo, come il Qashqai: ha chiuso il 2010 con 4.053.701 unità (+37,3%) segnando il proprio record storico. E sta lanciando anche in Italia la 4ª generazione della Micra, il modello che vinse, primo tra i giapponesi, il «Car of the Year» nel 1993. A sei mesi dal debutto sul mercato thailandese, la citycar globale registra oltre 54 mila ordini, con boom di richieste anche in Giappone, Cina e India.
Nessun commento:
Posta un commento