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sabato 2 aprile 2011

Semplici aquiloni negli elementi aria (KITE GEN) ed acqua (DEEP GREEN) catturano tanta energia rinnovabile e continua.

Quello che è interessante è la scalabilità degli impianti e la continuità di produzione di energia da fonte rinnovabile sia in aria, sia in acqua.


KITE GEN: Un radicale cambio di prospettiva





Kite Gen è all'avanguardia di una rivoluzione nei metodi per produrre energia pulita dal vento, con l'obiettivo non solo di competere con l'attuale l'industria eolica ma, come ancora troppo raramente accade con le fonti rinnovabili, di portare la sfida direttamente nel campo dei combustibili fossili.
La tecnologia esistente riesce appena a scalfire, in pochi punti favorevoli, la superficie dell’enorme giacimento d’energia rappresentato dal vento (vedi Dati sul vento). Infatti le torri eoliche non possono spingersi più in alto e arrivare al vento in quota, sono già prossime al loro limite dimensionale: con difficoltà i rotori superano 100 metri dal suolo, la struttura che li sorregge diventa, col crescere dell’altezza, esponenzialmente più pesante, instabile e soprattutto costosa.
La situazione è paragonabile a quanto accaduto con le trivellazioni petrolifere, dove solo dopo aver trovato soluzioni via via migliori ci si è potuti allontanare dal suolo – verso il basso, in questo caso – riuscendo a raggiungere le riserve più profonde e redditizie. Per visualizzare meglio il potenziale ad oggi non sfruttato, si consideri che la zona proibita al volo sopra una centrale nucleare può facilmente arrivare a contenere 1 GW di potenza del vento, uguale alla potenza della centrale stessa.
Per raggiungere il vento in quota e sfruttarne la maggiore energia cinetica, il progetto Kite Gen parte da un radicale cambio di prospettiva: non più strutture pesanti e statiche come le attuali torri eoliche, ma invece macchine leggere, dinamiche e intelligenti. In aria, a sottrarre energia dal vento a una altezza di 800/1000 metri, profili alari di potenza, ali semirigide ad alta efficienza pilotate automaticamente. Al suolo, tutti i macchinari pesanti per la generazione di energia. Ad unire i due sistemi, cavi in materiale composito che trasmettono la trazione e contemporaneamente controllano direzione e angolo al vento.
Un chiaro vantaggio di questa tecnologia è suggerito visivamente nella illustrazione sottostante. L'essenza del concetto Kite Gen è paragonabile a quello di una torre eolica, nella quale le estremità delle pale - in rosso - sono la parte più efficiente, perchè raggiungono le velocità massime; ma ne rimangono i soli componenti veramente necessari, ossia le ali ad alta velocità e il generatore, questo convenientemente spostato al suolo. La struttura risultante, comprese le fondamenta a terra, è molto più leggera e economica. La quota operativa è inoltre variabile in funzione delle condizioni di vento esistenti.
Comparison




da GreenMe

Deep Green: finanziati dal governo inglese gli aquiloni subacquei della Minesto


Lunedì 28 Marzo 2011 16:29    Scritto da Roberto Zambon
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A distanza di quasi due anni da quando greenMe.it ne parlò per la prima volta, il progetto Deep Green della società Minesto ha avuto in questi giorni il suo primo, importante riconoscimento. LaCarbon Trust – compagnia no profit voluta dal governo inglese per lo sviluppo delle energie rinnovabili – ha infatti premiato questa innovativa e curiosa forma di green energy con un assegno di ben 350.000 sterline (più di 560.000 euro), confermando quindi questi strani aquiloni subacquei (o underwater kites) come una delle fonti pulite del futuro su cui vale la pena scommettere. E, quindi, finanziare.
Sono diverse le tecniche con cui l'uomo ha tentato e tenta tuttora di ricavare energia dalle correnti marine, ma quella messa a punto dagli ingegneri della Minesto è forse una delle più raffinate. Si tratta, in riassunto, di un'ala libera (12 metri) di muoversi entro un certo raggio d'azione e ancorato al fondale marino da un cavo d'acciaio. Grazie alla combinazione di motore a elica e timone, l'underwater kite compie una traiettoria a 8, durante la quale è in grado di produrre, per i principi della cinetica, un quantitativo di energia pari a 500 kW (in potenza).
I vantaggi, inutile dirlo, sono molteplici: bassissimo impatto ambientale, costo kW/h ridotto,zero produzione di gas a effetto serra. "Il progetto Deep Green – ha dichiarato il Direttore delle Innovazioni alla Carbon Trust Benj Sykes – rappresenta una tecnologia davvero interessante, poiché potrebbe portare a un cambio di rotta nel ridurre i costi dell'energia marina e aprire nuovi spazi di applicazione sulle coste UK. L'energia marina – ha aggiunto – ha un potenziale di 18 terawatt/ora, pari al 5% del fabbisogno UK. Viene spontaneo chiedersi quale futuro potrebbe avere anche da noi un'energia simile".
Di certo, per un paese come l'Italia che confina con ben quattro mari, le premesse ci sono. E con prospettive di vita con molte meno gravi e radicali complicazioni.

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