PACE, un’alternativa di sviluppo sostenibile anche per l’Italia
Il programma innovativo Property Assessed Clean Energy (PACE) permette di diffondere
sviluppo efficiente e finanziariamente sostenibile.
Simulatore PACE per il quarto conto energia e per il terzo conto energia.
Avvenuta la pubblicazione in Gazzetta del IV Conto Energia e delle relative Regole tecniche redatte dal Gse, dall’Università di Berkeley arriva una nuova proposta per superare le barriere di carattere finanziario nell’ambito degli interventi di tipo energetico. Nadia Ameli è una dottoranda dell’Università delle Marche “in trasferta” presso il “Renewable and Appropriate Energy Laboratory” del campus californiano dove sta lavorando da diversi mesi (grazie a una borsa di studio messa a disposizione dalla società marchigiana Loccioni) per adattare alle esigenze italiane un modello elaborato negli Stati Uniti e già autorizzato in 24 Stati. Si tratta del “PACE model” (Property-Assessed Clean Energy) ideato dal co-direttore del laboratorio (e professore della Ameli) Daniel M. Kammen e che ha al suo attivo centinaia di progetti approvati in tutto il territorio Usa.
In questi giorni la ricercatrice è a Roma per una serie di incontri con i ministeri dell’Ambiente, delle Finanze e dello Sviluppo Economico per illustrare l’avanzamento del suo lavoro, in attesa della presentazione ufficiale che dovrebbe tenersi in giugno. Intanto sul sito internet di Berkeley sono online i calcolatori per l’Italia adattati al III e IV conto energia (il link è disponibile sul sito di QE).
Abbiamo chiesto alla Ameli di parlarci del suo progetto e delle possibilità di successo in Italia.
“Non è un segreto che l’Italia abbia un oggettivo problema energetico, la sua dipendenza estera per l’energia primaria è stata pari all’87,70% nel 2009, un dato in lieve flessione rispetto all’anno precedente (89,30%) ma pur sempre significativo”, spiega. “Nel World Energy Outlook 2010, l’Aie raccomanda di sviluppare l’enorme potenziale delle rinnovabili sottolineando che la velocità con cui il loro contributo crescerà per soddisfare la domanda dell’energia, dipenderà fortemente dalla forza delle misure di supporto che verranno attuate dalle autorità politiche al fine di rendere più competitive queste fonti e per aumentarne lo sviluppo tecnologico”.
D. Ed è qui che entra in gioco la questione dei finanziamenti e lo studio che sta portando avanti a Berkeley.
R. “Esatto. Il mio interesse nell’individuare modelli, programmi e politiche che permettessero di raggiungere queste priorità, è partito da alcune domande alla base del mio dottorato di ricerca: Come potrebbe l’Italia migliorare la propria posizione energetica? Come è possibile indirizzare il Paese verso un percorso energetico più sicuro e affidabile, riducendo l’attuale sistema di incentivazione non sostenibile nel lungo periodo? Il discorso - prosegue - non riguarda solo le rinnovabili ma anche l’efficienza energetica. Molte delle misure di efficientamento risultano convenienti dal punto di vista economico, presentando tempi di ritorno brevi e postivi cash flow, eppure non vengono sostenute a causa delle barriere di carattere finanziario. La questione si riduce, quindi, a un’unica domanda centrale: come carattere finanziario. La questione si riduce, quindi, a un’unica domanda centrale: comecorreggere il trade-off derivante dall’elevato costo iniziale dell’investimento da un lato e i flussi di cassa futuri dall’altro?”.
D. Dunque, quale soluzione propone?
R. “Come ci insegna l’esperienza Usa, i fondi necessari per sostenere l’investimento iniziale vengono forniti dai governi locali, senza nessun esborso iniziale da parte di chi decide di partecipare al programma PACE. Il finanziamento erogato è recuperato attraverso un aumento concordato della durata di 20 anni di un’imposta legata all’immobile oggetto dell’intervento. Nella realizzazione di questi programmi è importante una rigorosa valutazione costi/benefici: il vincolo da rispettare è che il valore attuale dei risparmi generati dall’intervento sia superiore all’aumento dell’imposta concordata, data dalla somma del costo dell’intervento, del tasso d’interesse applicato e delle spese gestionali. Verrebbero così premiati gli interventi che garantiscono la maggiore efficienza e che si alimentino con i risparmi che sono in grado di autogenerare. Tramite un utilizzo razionale della politica fiscale dello Stato o di un governo locale, il PACE ha il potenziale di rendere le energie rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica accessibile al pubblico, eliminando l’ostacolo dell’investimento iniziale elevato. I benefici per il soggetto privato saranno dati dalla riduzione dei consumi e dai conseguenti risparmi in bolletta. La collettività, invece, ne trarrà beneficio tramite una riduzione delle emissioni nonché un miglioramento della politica energetica nazionale derivante da una riduzione della dipendenza estera. Non da ultimo, la creazione di posti di lavoro e la rivitalizzazione delle economie locali. Tramite un utilizzo razionale della politica fiscale dello Stato o di un governo locale, il Pace ha il potenziale di rendere le energie rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza accessibile al pubblico, eliminando l’ostacolo dell’investimento iniziale elevato”.
D. Nelle sue conclusioni sottolinea che i benefici derivanti dall’applicazione del programma potrebbero andare oltre al soggetto che realizza il progetto e arrivare a investire l’intero sistema. Come?
R. “I benefici per il soggetto privato, ovviamente, saranno dati dalla riduzione dei consumi e dai conseguenti risparmi in bolletta. La collettività, invece, ne trarrà beneficio tramite una riduzione delle emissioni e un miglioramento della politica energetica nazionale derivante da una riduzione della dipendenza estera. Non da ultimo, la creazione di posti di lavoro e la rivitalizzazione delle economie locali. La sicurezza del sistema energetico sarà sempre più nelle mani delle autorità politiche ai vari livelli: la soddisfazione dei nostri fabbisogni energetici e la creazione di obiettivi nazionali in termini di sviluppo economico e industriale potranno essere raggiunti in maniera sostenibile, anche finanziariamente, soltanto attraverso una vera comprensione dei vantaggi derivanti dalla green economy e dai modi per sostenerla”.
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