Pininfarina: Bolllore', spero portare l'auto elettrica a nolo anche a Milano
Vincent Bollore' spera di portare anche a Milano l'AutoLib, cioè la rete di vetture elettriche a noleggio sviluppate e costruite con il contributo di Pininfarina che dal 2 ottobre hanno iniziato la fase di test a Parigi. "Certo, lo spero", dice il finanziere e industriale francese. "Per ora non se ne e' parlato", aggiunge peraltro, dando poi ragguagli sui primi esiti dei test parigini. "Dal 2 ottobre abbiamo fatto guidare 1.500 persone e sono state tutte contente per le dimensioni, la potenza e l'aspetto della vettura", spiega Bollore'. Dal 5 dicembre AutoLib avra' il via ufficiale, "quindi mancano circa 40 giorni all'apertura del servizio e prevediamo a regime fino a 3000 vetture in servizio. E' evidentemente un'operazione molto importante.
Kaizen (改善) è miglioramento continuo, concetto di "eccellenza essenziale" da estendere alla società per un futuro sostenibile. Fare di più, con meno e meglio... e per tutti, di oggi e di domani! Kaizen!
lunedì 31 ottobre 2011
Pneumatici: autocertificazione dell'etichetta sintetica delle prestazioni
Un adesivo descriverà sinteticamente i pneumatici
Dall’anno prossimo un’etichetta applicata sul battistrada riassumerà le prestazioni fondamentali di ogni gomma. Un aiuto per individuare quella più adatta alle nostre esigenze.
In base a una normativa europea, dal 12 novembre 2012 i pneumatici prodotti dal mese di luglio dello stesso anno dovranno avere sul battistrada un adesivo (identico per tutti i costruttori) con indicate le prestazioni principali del prodotto, in base a una graduatoria che va da A a G. Si tratta di un sistema simile a quello già in uso per la classificazione energetica degli elettrodomestici.
Nel caso dei pneumatici, l’etichetta è un’autocertificazione delle case che, dopo i test effettuati nei propri centri di ricerca, danno un voto al proprio prodotto secondo standard uguali per tutti. Queste analisi riguardano tre aspetti importanti del pneumatico: la resistenza al rotolamento (influisce sui consumi di carburante), l’aderenza sull’asfalto viscido (da cui dipende l’efficacia della frenata) e la rumorosità. Certo, queste informazioni non bastano per sapere tutto di una gomma, comunque sono una buona base di partenza per orientarsi nella scelta.
In base a una normativa europea, dal 12 novembre 2012 i pneumatici prodotti dal mese di luglio dello stesso anno dovranno avere sul battistrada un adesivo (identico per tutti i costruttori) con indicate le prestazioni principali del prodotto, in base a una graduatoria che va da A a G. Si tratta di un sistema simile a quello già in uso per la classificazione energetica degli elettrodomestici.
Nel caso dei pneumatici, l’etichetta è un’autocertificazione delle case che, dopo i test effettuati nei propri centri di ricerca, danno un voto al proprio prodotto secondo standard uguali per tutti. Queste analisi riguardano tre aspetti importanti del pneumatico: la resistenza al rotolamento (influisce sui consumi di carburante), l’aderenza sull’asfalto viscido (da cui dipende l’efficacia della frenata) e la rumorosità. Certo, queste informazioni non bastano per sapere tutto di una gomma, comunque sono una buona base di partenza per orientarsi nella scelta.
sabato 29 ottobre 2011
15mila Nissan Leaf consegnate ad un anno dall'inizio della produzione ed entro il 2016 almeno altri 3 EVs
Nissan 2016: Nuovo piano ambientale a breve termine ed espansione della gamma dei veicoli a trazione elettrica, dopo un anno di produzione della capostipite LEAF consegnata in 15mila esemplari in meno di 10 mesi.
Intento dell'azienda raggiungere la leadership nel campo delle emissioni zero: vendite complessive di 1,5 milioni di veicoli a emissioni zero entro il 2016 attraverso l'Alleanza Renault-Nissan e sviluppo di un nuovo veicolo elettrico a celle di combustibile (FCEV), in collaborazione con Daimler
Nissan Motor Co., Ltd. ha presentato i giorni scorsi Nissan Green Program 2016 (NGP 2016), il nuovo piano ambientale della durata di sei anni che si concentrerà su tre principali aree: riduzione delle emissioni di anidride carbonica, passaggio alle energie rinnovabili e ampliamento della gamma di risorse utilizzate da Nissan.
Terzo piano ambientale a medio termine della società, il Nissan Green Program 2016 intende conseguire i seguenti obiettivi entro la fine dell'esercizio fiscale 2016:
- Leadership nel campo delle emissioni zero: vendite complessive di 1,5 milioni di veicoli a emissioni zero tramite l'Alleanza Renault-Nissan
- Leadership per efficienza dei consumi: miglioramento del 35% nell'economia dei consumi rispetto al 2005, su una media aziendale per tutti i veicoli Nissan venduti in Giappone, Cina, Europa e Stati Uniti
- Leadership nella riduzione delle emissioni aziendali di anidride carbonica: riduzione delle emissioni di CO2 pari al 20% per veicolo, in termini di attività aziendali, rispetto al 2005
- Migliore percentuale di riciclaggio a circuito chiuso: aumento del tasso di utilizzo dei materiali riciclati al 25%.
"Sempre più consumatori chiedono prodotti in linea con i loro valori, inclusi veicoli commerciali e vetture con un basso tasso di emissioni di anidride carbonica. Allo stesso tempo, stiamo cercando di sfruttare le tecnologie per rendere i nostri stabilimenti più ecologici e più efficienti," ha dichiarato Carlos Ghosn, Presidente e Chief Executive Officer di Nissan.
"Nissan intende offrire il proprio contributo alla creazione di una società sostenibile, per il bene del pianeta e per ottenere un vantaggio competitivo significativo e un fattore di differenziazione strategico nel settore industriale internazionale."
Il contributo di imprese come Nissan è indispensabile per affrontare entro la fine del secolo le sfide demografiche, economiche e sanitarie che si troverà davanti l'umanità e il Pianeta che abita.
Il piano NGP 2016 rappresenta il pilastro della sostenibilità della Blue Citizenship di Nissan, cioè la piattaforma strategica della società nell'ambito della responsabilità sociale d'impresa. Blue Citizenship si focalizza su tre aree: sostenibilità, mobilità e comunità. L'annuncio odierno relativo al programma NGP 2016 rappresenta la prima di molte iniziative aziendali nell'ambito di Blue Citizenship.
Le azioni previste dal piano NGP 2016 includono, nel dettaglio:
1) Leadership nel campo delle emissioni zero: vendite complessive di 1,5 milioni di unità di veicoli a emissioni zero entro il 2016 attraverso l'Alleanza Renault-Nissan e sviluppo, nell'ambito dell'Alleanza, di un nuovo veicolo elettrico a celle di combustibile (FCEV), in collaborazione con il partner strategico Daimler.
2) Leadership per efficienza nei consumi: miglioramento del 35% nell'economia dei consumi rispetto al 2005 su una media aziendale, grazie al lancio di prodotti in grado di garantire un'efficienza dei consumi leader di categoria in un'ampia gamma di segmenti in Giappone, Nord America, Europa e Cina, tra cui:
- Un nuovo sistema ibrido a trazione anteriore per i veicoli appartenenti al segmento C o superiore
- Un nuovo modello ibrido di tipo plug-in basato sull'esclusiva tecnologia Nissan
- Introduzione di una trasmissione a variazione continua (CVT) di ultima generazione e 20 milioni di unità di CVT prodotte complessivamente dal primo lancio avvenuto nel 1992
3) Leadership nella riduzione delle emissioni aziendali di anidride carbonica
- Riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dalle attività aziendali del 20% per veicolo, rispetto al 2005, attraverso:
- Ampliamento della portata degli obiettivi misurabili, inclusi logistica, uffici e concessionarie, oltre ai siti di produzione
- Introduzione delle fonti di energia rinnovabile per gli stabilimenti di produzione e i siti correlati
4) Migliore percentuale di riciclaggio a circuito chiuso grazie alla definizione di un obiettivo di riciclaggio, primato assoluto nell'industria automotive, e all'adozione di uno schema di riciclaggio a circuito chiuso completo, inclusi acciaio, alluminio e materiali plastici. I punti chiave sono:
- Raggiungimento di un tasso di utilizzo delle risorse riciclate del 25% entro il 2016
- Con la collaborazione dei partner del settore, utilizzo dei materiali riciclati dagli scarti di produzione e dai veicoli a fine vita per la produzione di nuovi veicoli
- Riduzione del consumo di materiali rari.
Le vendite delle auto elettriche in USA: come vanno Leaf e Volt
La battaglia, se così si può dire viste le quantità in gioco, aperta alla fine dell'anno passato tra i costruttori giapponesi e statunitensi sulla supremazia nelle vendite delle auto elettriche negli Stati Uniti sembra favorire i primi. Va bene, i numeri sono ancora piccoli ma come sempre nella vita le partenze sono lente poi piano piano o velocemente crescono secondo variabili inconoscibili in anticipo. I piccoli numeri dell'inizio dell'anno davano l'ibrida seriale plug-in della Chevrolet come la più amata tra gli acquirenti consapevoli americani, ma le cose sono cambiate precipitosamente ad aprile quando si è visto un rovesciamento di campo, un picco il mese successivo ed una altalena che dura da sei mesi a favore della Leaf, vettura della Nissan.
Volt e Leaf, la partita se la giocheranno da ottobre in poi quando vedremo l'ulteriore assestamento delle vendite della casa giapponese dopo gli eventi del terremoto e dello tsunami che hanno inciso seriamente sulla produzione.
Due concezioni diverse di auto elettriche, due filosofie diverse, per utenti diversi, quelli dell'auto ibrida seriale che permette lunghe percorrenze ma costi più alti d'acquisto e gestione, quelli delle auto elettriche al 100% per percorsi cittadini o interurbani a breve raggio, sia pure importante.
Attendiamo però anche gli altri competitor che si affacceranno sul mercato statunitense dalla primavera dell'anno prossimo per avere uno spettro più ampio di visione.
I programmi di produzione della Leaf e come viene fatta
La produzione annua congiunta dell'alleanza Renault-Nissan sarà di 500.000 veicoli dal 2015. Per quanto riguarda Nissan:
20.000 Leaf a Oppama e Zama (Giappone) per le batterie nel 2011 nel 2011, 50.000 dal 2012
150.000 negli Stati Uniti (200.000 batterie) a Smyrna, Tennessee dal 2012
50.000 a Sunderland (UK) per l'Europa dal 2013, con le batterie.
La grande complessità delle automobili odierne impone ai tecnici enormi sforzi progettuali non solo in fase di impostazione tecnica del veicolo, ma anche nella definizione dei processi di fabbricazione del prodotto, dalle materie prime alla consegna della vettura finita.
Lo sviluppo dei sistemi produttivi, che di buona norma procede in contemporanea all'avanzamento della progettazione dell'automobile, è un fattore chiave per il successo di un modello, sebbene rimanga generalmente sconosciuto al cliente finale. Per questo il lancio di un nuovo modello coincide spesso con l'avvio di nuove tecnologie o metodi riguardanti, ad esempio, l'allestimento delle fabbriche e delle linee di montaggio. L'acquirente finale probabilmente ne resterà all'oscuro, mentre il progettista deve tener conto del processo di produzione dal primo istante in cui si accinge a disegnare un qualsiasi componente.
Nel caso di un prodotto rivoluzionario come la nuova Nissan Leaf, eletta Auto dell'anno 2011 in Europa e World car of the year 2011, nella quale la trazione elettrica modifica l'intera architettura dell'automobile, la definizione del ciclo di produzione pone delle sfide inedite ai progettisti, che necessitano soluzioni originali e brillanti.
Ma fortunatamente i giapponesi sono considerati i migliori in questo campo e posseggono un ricco know-how riguardo la semplificazione dei processi logistici e la standardizzazione di sistemi di fabbricazione modulari e facilmente adattabili. Anche nel caso della Nissan Leaf sono riusciti a sviluppare una serie precisa di processi integrati che dovrebbe garantire un prodotto finale di qualità, nonostante l'auto elettrica non sia ancora un prodotto tecnologicamente maturo e che si evolverà per i prossimi 5, 10 e 20 anni con step intermedi di cinque anni (un po' come per l'industria informatica che ogni due anni più che raddoppiavano le prestazioni a parità di prezzo).
Nello stabilimento di Oppama vicino Yokohama sono addirittura riusciti a realizzare le più importanti fasi di assemblaggio della Leaf sulla stessa linea di montaggio di altri modelli di concezione tradizionale, secondo differenti lotti. Entro due anni Nissan si è impegnata ad esportare la fabbricazione della Leaf in America, nello stabilimento di Smyrna in Tennessee (150.000 all'anno), ed in Inghilterra, a Sunderland (50.000 all'anno), sulla stessa linea della Juke.
Leaf è una vettura a trazione completamente elettrica, pertanto motore, trasmissione e batterie non hanno nulla a che vedere con quello delle altre vetture di Nissan. Tuttavia la scocca è realizzata in comune acciaio alto resistenziale che viene prodotto e verniciato tramite gli stessi processi con cui si realizzano le altre vetture della Casa, così come gli interni ed il reparto sospensivo.
Le batterie agli ioni di litio, composte di 48 moduli da 4 celle ognuno, vengono realizzate nella fabbrica di Zama in partnership con NEC, ed assemblati ad Oppama nello stabilimento Nissan. Si tratta di un processo totalmente automatizzato, che richiede una manodopera minima.
La produzione del motore elettrico, capace di 80 kW di potenza massima e di 280 Nm di coppia. Anche in questo caso l'intervento umano si limita alla supervisione dei robot, ma in questo caso la fabbrica è quella di Yokohama, poco distante. Per ridurre gli ingombri ed aumentare la flessibilità dei macchinari, sono state sviluppate innovative stazioni di avvolgimento delle spire rameiche del propulsore, particolarmente compatte. Una volta sperimentate queste attrezzature saranno messe in dotazione anche agli impianti anglosassoni e statunitensi.
L'inverter, che come il motore è stato interamente progettato da Nissan, trasforma la corrente continua erogata dalla batteria nella corrente alternata necessaria per alimentare il motore sincrono. Consta di un case metallico realizzato per fusione e di una circuiteria di elettronica di potenza interna inserita da appositi robot di precisione. Per produrlo sono necessari due stabilimenti differenti, ma di superficie ridotta.
Lo stampaggio dei lamierati, l'assemblaggio e la verniciatura delle scocche è un altro processo estremamente automatizzato, che richiede grandi investimenti finanziari per l'allestimento delle macchine. Per rendere il processo produttivo, è necessario lavorare una settantina di veicoli all'ora. Quindi di norma tutti i costruttori cercano di utilizzare lo stesso impianto per lotti di differenti modelli, standardizzando i procedimenti ed i materiali impiegati. La Leaf viene prodotta sulla stessa linea di montaggio di Note, Juke e Cube, tutti motori a trazione convenzionale. Le lamiere vengono stampate, saldate insieme e verniciate.
Le differenze di processo più rilevanti avvengono durante l'assemblaggio finale, condotto dagli operai giapponesi (le macchine svolgono principalmente la funzione di trasferitori). In fase di montaggio del powertrain sulla scocca, viene introdotto il pacco batterie invece del posto del serbatoio e viene inserito il motore elettrico, mentre le altre vetture ricevono quello termico.
A vettura finita la Leaf svolge tutti i test di conformità cui un'auto normalmente è sottoposta prima di lasciare la fabbrica, ovvero la verifica dei collegamenti elettrici ed il test dinamico su banco a rulli. Questa fase si conclude con il collaudo finale. Dopodiché è pronta ad essere trasportata alla rete di vendita e diffusa nel mondo dalla banchina Nissan del Porto di Oppama.
Per approfondire:
Avviata a Oppama (Giappone) la produzione della Nissan LEAF. E si comincia con 50.000 esemplari l'anno.
Intento dell'azienda raggiungere la leadership nel campo delle emissioni zero: vendite complessive di 1,5 milioni di veicoli a emissioni zero entro il 2016 attraverso l'Alleanza Renault-Nissan e sviluppo di un nuovo veicolo elettrico a celle di combustibile (FCEV), in collaborazione con Daimler
Nissan Motor Co., Ltd. ha presentato i giorni scorsi Nissan Green Program 2016 (NGP 2016), il nuovo piano ambientale della durata di sei anni che si concentrerà su tre principali aree: riduzione delle emissioni di anidride carbonica, passaggio alle energie rinnovabili e ampliamento della gamma di risorse utilizzate da Nissan.
Terzo piano ambientale a medio termine della società, il Nissan Green Program 2016 intende conseguire i seguenti obiettivi entro la fine dell'esercizio fiscale 2016:
- Leadership nel campo delle emissioni zero: vendite complessive di 1,5 milioni di veicoli a emissioni zero tramite l'Alleanza Renault-Nissan
- Leadership per efficienza dei consumi: miglioramento del 35% nell'economia dei consumi rispetto al 2005, su una media aziendale per tutti i veicoli Nissan venduti in Giappone, Cina, Europa e Stati Uniti
- Leadership nella riduzione delle emissioni aziendali di anidride carbonica: riduzione delle emissioni di CO2 pari al 20% per veicolo, in termini di attività aziendali, rispetto al 2005
- Migliore percentuale di riciclaggio a circuito chiuso: aumento del tasso di utilizzo dei materiali riciclati al 25%.
"Sempre più consumatori chiedono prodotti in linea con i loro valori, inclusi veicoli commerciali e vetture con un basso tasso di emissioni di anidride carbonica. Allo stesso tempo, stiamo cercando di sfruttare le tecnologie per rendere i nostri stabilimenti più ecologici e più efficienti," ha dichiarato Carlos Ghosn, Presidente e Chief Executive Officer di Nissan.
"Nissan intende offrire il proprio contributo alla creazione di una società sostenibile, per il bene del pianeta e per ottenere un vantaggio competitivo significativo e un fattore di differenziazione strategico nel settore industriale internazionale."
Il contributo di imprese come Nissan è indispensabile per affrontare entro la fine del secolo le sfide demografiche, economiche e sanitarie che si troverà davanti l'umanità e il Pianeta che abita.
Andamento dal XX al XXI secolo delle variabili demografiche, disponibilità di risorse naturali e materie prime, cibo pro capite, servizi e produzione industriale pro capite, inquinamento nel mondo. |
Le azioni previste dal piano NGP 2016 includono, nel dettaglio:
1) Leadership nel campo delle emissioni zero: vendite complessive di 1,5 milioni di unità di veicoli a emissioni zero entro il 2016 attraverso l'Alleanza Renault-Nissan e sviluppo, nell'ambito dell'Alleanza, di un nuovo veicolo elettrico a celle di combustibile (FCEV), in collaborazione con il partner strategico Daimler.
2) Leadership per efficienza nei consumi: miglioramento del 35% nell'economia dei consumi rispetto al 2005 su una media aziendale, grazie al lancio di prodotti in grado di garantire un'efficienza dei consumi leader di categoria in un'ampia gamma di segmenti in Giappone, Nord America, Europa e Cina, tra cui:
- Un nuovo sistema ibrido a trazione anteriore per i veicoli appartenenti al segmento C o superiore
- Un nuovo modello ibrido di tipo plug-in basato sull'esclusiva tecnologia Nissan
- Introduzione di una trasmissione a variazione continua (CVT) di ultima generazione e 20 milioni di unità di CVT prodotte complessivamente dal primo lancio avvenuto nel 1992
3) Leadership nella riduzione delle emissioni aziendali di anidride carbonica
- Riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dalle attività aziendali del 20% per veicolo, rispetto al 2005, attraverso:
- Ampliamento della portata degli obiettivi misurabili, inclusi logistica, uffici e concessionarie, oltre ai siti di produzione
- Introduzione delle fonti di energia rinnovabile per gli stabilimenti di produzione e i siti correlati
4) Migliore percentuale di riciclaggio a circuito chiuso grazie alla definizione di un obiettivo di riciclaggio, primato assoluto nell'industria automotive, e all'adozione di uno schema di riciclaggio a circuito chiuso completo, inclusi acciaio, alluminio e materiali plastici. I punti chiave sono:
- Raggiungimento di un tasso di utilizzo delle risorse riciclate del 25% entro il 2016
- Con la collaborazione dei partner del settore, utilizzo dei materiali riciclati dagli scarti di produzione e dai veicoli a fine vita per la produzione di nuovi veicoli
- Riduzione del consumo di materiali rari.
Le vendite delle auto elettriche in USA: come vanno Leaf e Volt
La battaglia, se così si può dire viste le quantità in gioco, aperta alla fine dell'anno passato tra i costruttori giapponesi e statunitensi sulla supremazia nelle vendite delle auto elettriche negli Stati Uniti sembra favorire i primi. Va bene, i numeri sono ancora piccoli ma come sempre nella vita le partenze sono lente poi piano piano o velocemente crescono secondo variabili inconoscibili in anticipo. I piccoli numeri dell'inizio dell'anno davano l'ibrida seriale plug-in della Chevrolet come la più amata tra gli acquirenti consapevoli americani, ma le cose sono cambiate precipitosamente ad aprile quando si è visto un rovesciamento di campo, un picco il mese successivo ed una altalena che dura da sei mesi a favore della Leaf, vettura della Nissan.
Volt e Leaf, la partita se la giocheranno da ottobre in poi quando vedremo l'ulteriore assestamento delle vendite della casa giapponese dopo gli eventi del terremoto e dello tsunami che hanno inciso seriamente sulla produzione.
Due concezioni diverse di auto elettriche, due filosofie diverse, per utenti diversi, quelli dell'auto ibrida seriale che permette lunghe percorrenze ma costi più alti d'acquisto e gestione, quelli delle auto elettriche al 100% per percorsi cittadini o interurbani a breve raggio, sia pure importante.
Attendiamo però anche gli altri competitor che si affacceranno sul mercato statunitense dalla primavera dell'anno prossimo per avere uno spettro più ampio di visione.
I programmi di produzione della Leaf e come viene fatta
La produzione annua congiunta dell'alleanza Renault-Nissan sarà di 500.000 veicoli dal 2015. Per quanto riguarda Nissan:
20.000 Leaf a Oppama e Zama (Giappone) per le batterie nel 2011 nel 2011, 50.000 dal 2012
150.000 negli Stati Uniti (200.000 batterie) a Smyrna, Tennessee dal 2012
50.000 a Sunderland (UK) per l'Europa dal 2013, con le batterie.
La grande complessità delle automobili odierne impone ai tecnici enormi sforzi progettuali non solo in fase di impostazione tecnica del veicolo, ma anche nella definizione dei processi di fabbricazione del prodotto, dalle materie prime alla consegna della vettura finita.
Lo sviluppo dei sistemi produttivi, che di buona norma procede in contemporanea all'avanzamento della progettazione dell'automobile, è un fattore chiave per il successo di un modello, sebbene rimanga generalmente sconosciuto al cliente finale. Per questo il lancio di un nuovo modello coincide spesso con l'avvio di nuove tecnologie o metodi riguardanti, ad esempio, l'allestimento delle fabbriche e delle linee di montaggio. L'acquirente finale probabilmente ne resterà all'oscuro, mentre il progettista deve tener conto del processo di produzione dal primo istante in cui si accinge a disegnare un qualsiasi componente.
Nel caso di un prodotto rivoluzionario come la nuova Nissan Leaf, eletta Auto dell'anno 2011 in Europa e World car of the year 2011, nella quale la trazione elettrica modifica l'intera architettura dell'automobile, la definizione del ciclo di produzione pone delle sfide inedite ai progettisti, che necessitano soluzioni originali e brillanti.
Ma fortunatamente i giapponesi sono considerati i migliori in questo campo e posseggono un ricco know-how riguardo la semplificazione dei processi logistici e la standardizzazione di sistemi di fabbricazione modulari e facilmente adattabili. Anche nel caso della Nissan Leaf sono riusciti a sviluppare una serie precisa di processi integrati che dovrebbe garantire un prodotto finale di qualità, nonostante l'auto elettrica non sia ancora un prodotto tecnologicamente maturo e che si evolverà per i prossimi 5, 10 e 20 anni con step intermedi di cinque anni (un po' come per l'industria informatica che ogni due anni più che raddoppiavano le prestazioni a parità di prezzo).
Nello stabilimento di Oppama vicino Yokohama sono addirittura riusciti a realizzare le più importanti fasi di assemblaggio della Leaf sulla stessa linea di montaggio di altri modelli di concezione tradizionale, secondo differenti lotti. Entro due anni Nissan si è impegnata ad esportare la fabbricazione della Leaf in America, nello stabilimento di Smyrna in Tennessee (150.000 all'anno), ed in Inghilterra, a Sunderland (50.000 all'anno), sulla stessa linea della Juke.
Leaf è una vettura a trazione completamente elettrica, pertanto motore, trasmissione e batterie non hanno nulla a che vedere con quello delle altre vetture di Nissan. Tuttavia la scocca è realizzata in comune acciaio alto resistenziale che viene prodotto e verniciato tramite gli stessi processi con cui si realizzano le altre vetture della Casa, così come gli interni ed il reparto sospensivo.
Le batterie agli ioni di litio, composte di 48 moduli da 4 celle ognuno, vengono realizzate nella fabbrica di Zama in partnership con NEC, ed assemblati ad Oppama nello stabilimento Nissan. Si tratta di un processo totalmente automatizzato, che richiede una manodopera minima.
La produzione del motore elettrico, capace di 80 kW di potenza massima e di 280 Nm di coppia. Anche in questo caso l'intervento umano si limita alla supervisione dei robot, ma in questo caso la fabbrica è quella di Yokohama, poco distante. Per ridurre gli ingombri ed aumentare la flessibilità dei macchinari, sono state sviluppate innovative stazioni di avvolgimento delle spire rameiche del propulsore, particolarmente compatte. Una volta sperimentate queste attrezzature saranno messe in dotazione anche agli impianti anglosassoni e statunitensi.
L'inverter, che come il motore è stato interamente progettato da Nissan, trasforma la corrente continua erogata dalla batteria nella corrente alternata necessaria per alimentare il motore sincrono. Consta di un case metallico realizzato per fusione e di una circuiteria di elettronica di potenza interna inserita da appositi robot di precisione. Per produrlo sono necessari due stabilimenti differenti, ma di superficie ridotta.
Lo stampaggio dei lamierati, l'assemblaggio e la verniciatura delle scocche è un altro processo estremamente automatizzato, che richiede grandi investimenti finanziari per l'allestimento delle macchine. Per rendere il processo produttivo, è necessario lavorare una settantina di veicoli all'ora. Quindi di norma tutti i costruttori cercano di utilizzare lo stesso impianto per lotti di differenti modelli, standardizzando i procedimenti ed i materiali impiegati. La Leaf viene prodotta sulla stessa linea di montaggio di Note, Juke e Cube, tutti motori a trazione convenzionale. Le lamiere vengono stampate, saldate insieme e verniciate.
Le differenze di processo più rilevanti avvengono durante l'assemblaggio finale, condotto dagli operai giapponesi (le macchine svolgono principalmente la funzione di trasferitori). In fase di montaggio del powertrain sulla scocca, viene introdotto il pacco batterie invece del posto del serbatoio e viene inserito il motore elettrico, mentre le altre vetture ricevono quello termico.
A vettura finita la Leaf svolge tutti i test di conformità cui un'auto normalmente è sottoposta prima di lasciare la fabbrica, ovvero la verifica dei collegamenti elettrici ed il test dinamico su banco a rulli. Questa fase si conclude con il collaudo finale. Dopodiché è pronta ad essere trasportata alla rete di vendita e diffusa nel mondo dalla banchina Nissan del Porto di Oppama.
Per approfondire:
Avviata a Oppama (Giappone) la produzione della Nissan LEAF. E si comincia con 50.000 esemplari l'anno.
il cambiamento sarà... nell'aria!
Mobilità elettrica: partendo dalla mobilità nelle città per arrivare al turismo
Negli ultimi mesi siamo stati spettatori di diverse iniziative regionali per la promozione della mobilità elettrica in diverse città e regioni italiane.
A luglio a Riccione, il progetto “Mobilità ecologica” in partnership con l’azienda “Motorini Zanini” e l’Associazione Albergatori di Riccione, ha organizzato un evento per promuovere i motorini elettrici. Durante l’evento quattro motorini sono stati regalati dalla ditta produttrice: due Icaro, donati all’Associazione Albergatori di Rimini, mentre un Penelope ed un altro Icaro sono andati al Comune di Riccione.
Si tratta di mezzi silenziosi ed ecologici adatti a promuovere questa idea di movimento a zero emissioni. Luca Cevoli, direttore dell’associazione albergatori di Riccione ha dichiarato: “Vogliamo dimostrare di essere attenti all’ambiente e alla mobilità ecologica. Daremo il buon esempio a cittadini e turisti.” Il Sindaco Massimo Pironi continua: “Il progetto è in linea con l’immagine di Riccione lontana dalla frenesia metropolitana, siamo i primi in Italia a credere nella mobilità sostenibile e puntiamo a dotare gli agenti della municipale di questi mezzi.”
Un altro importante evento sul tema è quello dei comuni altoatesini. La manifestazione di metà ottobre a Vadena, ha promosso per tutti i comuni locali il tema della mobilità elettrica. L’idea che sta alla base del coinvolgimento dei comuni nasce dalla convinzione che per cambiare le abitudini delle persone bisogna partire dagli spostamenti che fanno parte delle abitudini quotidiane dei cittadini, con la creazione di alternative attraenti.
L’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann, si è posto tra gli obiettivi dei prossimi anni, l’introduzione della mobilità elettrica per uno sviluppo positivo, non solo per l’ambiente, ma anche per il comparto del turismo e dell’artigianato.
E per concludere a Firenze, l’accordo tra il Comune e la Renault-Nissan, che segue quello di Eni con Renault-Nissan per i rifornimenti rapidi per i veicoli elettrici nelle aree di servizio su strada, è un’altra dimostrazione dell’importanza che il tema dell’ecomobilità ha oggi nel nostro Paese. L’accordo prevede lo studio di nuove soluzioni per una mobilità a basso impatto ambientale.
Tra le prime idee troviamo: una rete di ricarica pubblica, con colonnine disposte in diverse zone della città per agevolare i possessori di auto elettriche, la sperimentazione del car sharing, pensato non solo per la mobilità dei cittadini ma anche per il trasporto di merci, grazie al van sharing elettrico e, per il settore turistico, l’utilizzo di veicoli a batteria per gli alberghi e più in generale per il trasporto dei turisti. Il Sindaco Renzi ha affermato: “Vogliamo fare di Firenze una capitale dell'ambiente e della sostenibilità. Il Comune sta investendo in modo sistematico su questo obiettivo”. E per questo motivo spiega la sua idea riguardo ad un nuovo concetto di ecopass: “Da qui al 2016, stiamo pensando a un ecopass non basato, come avviene in altre città, sul denaro, ma sulla sostenibilità: solo chi ha un mezzo elettrico quindi molto efficiente e a zero emissioni durante l'utilizzo o può contare su un car sharing elettrico potrà entrare a Firenze venendo da fuori".
Tutte queste iniziative fanno pensare ad possibile, vero e proprio cambiamento nel mondo della mobilità, basato anche vetture e non solo, a basso impatto ambientale. Un primo piccolo cambiamento lo possiamo vedere negli annunci auto usate dove è possibile trovare inserzioni riguardanti auto elettriche.
sabato 22 ottobre 2011
New Ecopass 2012. Milano come Londra e Stoccolma
Milano: Il nuovo Ecopass 2012 vicino all'avvio
Ticket d'ingresso a 5 euro per tutti, indipendente dall'omologazione Euro X
Il pedaggio si pagherà dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, all'interno della Cerchia dei Bastioni
Dal pagamento saranno esentati soltanto i veicoli ibridi e quelli elettrici. Con la Congestion Charge elevato controvalore per chi si muove con veicoli più efficienti come 100% elettrici e ibridi: vale circa 1100 euro all'anno per il break-even point in 5 anni.
Fonte.
Parte il nuovo Ecopass e senza stravolgimenti dell’ultima ora sarà un ticket di ingresso per tutti a 5 euro da cui saranno esentati solamente i veicoli ibridi e quelli elettrici. A un mese dalla presentazione dei cinque scenari possibili e dopo il giro delle consultazioni, la giunta Pisapia venerdì darà il via libera alle linee di indirizzo del nuovo provvedimento antismog che, il primo gennaio 2012, sostituirà il vecchio Ecopass. L’ultimo passaggio, prima del voto di giunta, sarà la riunione con la maggioranza: un incontro slittato alla prossima settimana.
Ai partiti l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, presenterà la congestion charge (pedaggio per tutti) versione “secca”. Niente fasce orarie o differenze stagionali, ma un ticket uguale per tutti negli stessi orari e nella zona in cui è in vigore Ecopass. Esclusa l’ipotesi di estendere il pagamento al sabato che aveva scatenato l’ira dei commercianti, il nuovo pedaggio sarà applicato dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, nella Cerchia dei Bastioni dove sono già posizionate i varchi con le telecamere. Quello che cambierà, invece, sono i destinatari: se finora, grazie al cambio per parco auto, solo il 14 per cento delle auto che entrano in centro pagano Ecopass, dall’anno venturo il pedaggio colpirà tutti generando — stima il Comune — una riduzione del traffico nella ztl del 23-28 per cento, pari a 31-38mila veicoli in meno, una diminuzione del Pm10 del 22 per cento e un incasso di 31-34,8 milioni l’anno, il 290 per cento in più rispetto al 2010. Da non trascurare circa 100 decessi in meno all'anno.
Questo l’impianto generale. Restano ancora da definire alcuni dettagli. Sulle modalità di pagamento, per esempio, dovrebbe essere introdotta la novità del parcometro: Palazzo Marino sta studiano la possibilità di saldare il conto del nuovo Ecopass alle macchinette con cui ora si paga la sosta che, a fine dicembre, diventeranno 500 (finalmente è vicina la fine dei barbari "grattini"). Ma tra le questioni ancora aperte c’è anche il delicato capitolo delle agevolazioni. L’intenzione è quella di concedere il minor numero possibile di deroghe, estendendo il pagamento anche ai residenti. Esclusi gli abbonamenti annuali ridotti — il pedaggio deve disincentivare l’uso dell’auto anche per chi abita in centro — fra le proposte avanzate dal consiglio di zona 1, il Comune propende per accogliere quella di un pacchetto di ingressi gratuiti per ogni residente. Non 48 come chiesto dal consiglio di zona, ma qualcosa meno, a cui si aggiunge un secondo carnet di accessi a prezzo ridotto.
Più difficile da risolvere invece il tema agevolazioni per commercianti e artigiani, disposti ad accettare il pedaggio solo se potranno usufruire di abbonamenti scontati del 50 per cento. Sul tema i due assessori competenti, Maran (Mobilità) e Franco D’Alfonso (Attività produttive) non hanno ancora trovato un accordo. Se il primo è per un provvedimento più rigido, il secondo sarebbe propenso a concedere ai furgoni un trattamenti di riguardo. Questi ultimi, che percorrono tanti chilometri in aree ristrette, potrebbero diventare in maggior parte elettrici contribuendo ad abbattere drasticamente le polveri.
Senza sconti inappropriati, tenendo conto che comunque una parte della domanda di mobilità privata su gomma è incomprimibile, chi sceglie un veicolo più efficiente come quelli 100% elettrici e in parte anche gli ibridi, con la Congestion Charge ottiene un elevato controvalore che vale circa 1100 euro all'anno. Siamo sulla buona strada verso il riconoscimento di facilitazioni, anche a costo zero per le amministrazioni locali, che concorrono a ridurre il differenziale di costo fra veicoli più efficienti e salubri e quelli tradizionali che non hanno dimostrato di poter ridurre le nanopolveri da combustione che ci entrano dentro ogni giorno.
Il nuovo Ecopass non è una Zona a Traffico Elettrico come sarà Firenze dal 2016 e anche il Tridente di Roma, ma è già qualcosa.
Ticket d'ingresso a 5 euro per tutti, indipendente dall'omologazione Euro X
Il pedaggio si pagherà dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, all'interno della Cerchia dei Bastioni
Dal pagamento saranno esentati soltanto i veicoli ibridi e quelli elettrici. Con la Congestion Charge elevato controvalore per chi si muove con veicoli più efficienti come 100% elettrici e ibridi: vale circa 1100 euro all'anno per il break-even point in 5 anni.
Fonte.
Parte il nuovo Ecopass e senza stravolgimenti dell’ultima ora sarà un ticket di ingresso per tutti a 5 euro da cui saranno esentati solamente i veicoli ibridi e quelli elettrici. A un mese dalla presentazione dei cinque scenari possibili e dopo il giro delle consultazioni, la giunta Pisapia venerdì darà il via libera alle linee di indirizzo del nuovo provvedimento antismog che, il primo gennaio 2012, sostituirà il vecchio Ecopass. L’ultimo passaggio, prima del voto di giunta, sarà la riunione con la maggioranza: un incontro slittato alla prossima settimana.
Ai partiti l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, presenterà la congestion charge (pedaggio per tutti) versione “secca”. Niente fasce orarie o differenze stagionali, ma un ticket uguale per tutti negli stessi orari e nella zona in cui è in vigore Ecopass. Esclusa l’ipotesi di estendere il pagamento al sabato che aveva scatenato l’ira dei commercianti, il nuovo pedaggio sarà applicato dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, nella Cerchia dei Bastioni dove sono già posizionate i varchi con le telecamere. Quello che cambierà, invece, sono i destinatari: se finora, grazie al cambio per parco auto, solo il 14 per cento delle auto che entrano in centro pagano Ecopass, dall’anno venturo il pedaggio colpirà tutti generando — stima il Comune — una riduzione del traffico nella ztl del 23-28 per cento, pari a 31-38mila veicoli in meno, una diminuzione del Pm10 del 22 per cento e un incasso di 31-34,8 milioni l’anno, il 290 per cento in più rispetto al 2010. Da non trascurare circa 100 decessi in meno all'anno.
Questo l’impianto generale. Restano ancora da definire alcuni dettagli. Sulle modalità di pagamento, per esempio, dovrebbe essere introdotta la novità del parcometro: Palazzo Marino sta studiano la possibilità di saldare il conto del nuovo Ecopass alle macchinette con cui ora si paga la sosta che, a fine dicembre, diventeranno 500 (finalmente è vicina la fine dei barbari "grattini"). Ma tra le questioni ancora aperte c’è anche il delicato capitolo delle agevolazioni. L’intenzione è quella di concedere il minor numero possibile di deroghe, estendendo il pagamento anche ai residenti. Esclusi gli abbonamenti annuali ridotti — il pedaggio deve disincentivare l’uso dell’auto anche per chi abita in centro — fra le proposte avanzate dal consiglio di zona 1, il Comune propende per accogliere quella di un pacchetto di ingressi gratuiti per ogni residente. Non 48 come chiesto dal consiglio di zona, ma qualcosa meno, a cui si aggiunge un secondo carnet di accessi a prezzo ridotto.
Più difficile da risolvere invece il tema agevolazioni per commercianti e artigiani, disposti ad accettare il pedaggio solo se potranno usufruire di abbonamenti scontati del 50 per cento. Sul tema i due assessori competenti, Maran (Mobilità) e Franco D’Alfonso (Attività produttive) non hanno ancora trovato un accordo. Se il primo è per un provvedimento più rigido, il secondo sarebbe propenso a concedere ai furgoni un trattamenti di riguardo. Questi ultimi, che percorrono tanti chilometri in aree ristrette, potrebbero diventare in maggior parte elettrici contribuendo ad abbattere drasticamente le polveri.
Senza sconti inappropriati, tenendo conto che comunque una parte della domanda di mobilità privata su gomma è incomprimibile, chi sceglie un veicolo più efficiente come quelli 100% elettrici e in parte anche gli ibridi, con la Congestion Charge ottiene un elevato controvalore che vale circa 1100 euro all'anno. Siamo sulla buona strada verso il riconoscimento di facilitazioni, anche a costo zero per le amministrazioni locali, che concorrono a ridurre il differenziale di costo fra veicoli più efficienti e salubri e quelli tradizionali che non hanno dimostrato di poter ridurre le nanopolveri da combustione che ci entrano dentro ogni giorno.
Il nuovo Ecopass non è una Zona a Traffico Elettrico come sarà Firenze dal 2016 e anche il Tridente di Roma, ma è già qualcosa.
giovedì 20 ottobre 2011
Nissan anticipa al 2012 l'arrivo del veicolo commerciale leggero a zero emissioni
Nissan NV200 Elettrico esce nel 2012
L’azienda giapponese si prepara a conquistare con i veicoli elettrici il mercato dei veicoli commerciali compatti con l’obiettivo di diventare leader nella mobilità a “emissioni zero”
Altri particolari qui.
Nissan ha in programma di lanciare il prossimo anno un compatto VAN 100% elettrico ad ulteriore riprova dell’impegno di Nissan ad ampliare la propria gamma e per sottolineare ancora una volta la leadership della casa giapponese nel mettersi a disposizione per una società a zero emissioni. Il programma è stato anticipato visti i buoni risultati della sperimentazione in Giappone nell'utilizzo reale durata due mesi partita lo scorso mese di luglio nell'ambito del programma globale di test del veicolo commerciale elettrico progettato sulla base di NV200 che nasce dalla medesima piattaforma della Leaf capostipite della gamma Zero Emission vettura 100% elettrica.
Infatti, dall’inizio del mese di luglio è partito un programma globale di test su un veicolo commerciale elettrico progettato sulla base del Nissan NV200. In una prima fase, questi test sono effettuati in Giappone dal servizio postale giapponese, Japan Post Service Co., Ltd.
Per circa due mesi, un veicolo di prova viene utilizzato per la raccolta e consegna della posta nella città di Yokohama, nella Prefettura di Kanagawa, per valutarne il comportamento in condizioni di normale utilizzo quotidiano. In seguito, test similari saranno condotti sia in Giappone sia in Europa, presso altre aziende per raccogliere analoghe valutazioni e informazioni.
“Il ruolo che i veicoli a emissioni zero possono giocare nel promuovere un equilibrio tra crescita economica e tutela dell’ambiente nell’ambito delle attività legate alla logistica è enorme”. Questo quanto affermato da Hideto Murakami, Corporate Vice President di Nissan e Responsabile a livello globale della Business Unit LCV.
Senz'altro un esempio da seguire, considerando il fatto che dovrebbe essere confermata la presenza della tecnologia di ricarica rapida in corrente continua ad alta potenza con protocollo CHAdeMo, utile anche nel settore della logistica e del trasporto di persone, per recuperare in 10 minuti 40-50 km di percorrenza e di effettuare un rifornimento all'80% in meno di 30 minuti.
L’azienda giapponese si prepara a conquistare con i veicoli elettrici il mercato dei veicoli commerciali compatti con l’obiettivo di diventare leader nella mobilità a “emissioni zero”
Altri particolari qui.
Nissan ha in programma di lanciare il prossimo anno un compatto VAN 100% elettrico ad ulteriore riprova dell’impegno di Nissan ad ampliare la propria gamma e per sottolineare ancora una volta la leadership della casa giapponese nel mettersi a disposizione per una società a zero emissioni. Il programma è stato anticipato visti i buoni risultati della sperimentazione in Giappone nell'utilizzo reale durata due mesi partita lo scorso mese di luglio nell'ambito del programma globale di test del veicolo commerciale elettrico progettato sulla base di NV200 che nasce dalla medesima piattaforma della Leaf capostipite della gamma Zero Emission vettura 100% elettrica.
Infatti, dall’inizio del mese di luglio è partito un programma globale di test su un veicolo commerciale elettrico progettato sulla base del Nissan NV200. In una prima fase, questi test sono effettuati in Giappone dal servizio postale giapponese, Japan Post Service Co., Ltd.
Per circa due mesi, un veicolo di prova viene utilizzato per la raccolta e consegna della posta nella città di Yokohama, nella Prefettura di Kanagawa, per valutarne il comportamento in condizioni di normale utilizzo quotidiano. In seguito, test similari saranno condotti sia in Giappone sia in Europa, presso altre aziende per raccogliere analoghe valutazioni e informazioni.
“Il ruolo che i veicoli a emissioni zero possono giocare nel promuovere un equilibrio tra crescita economica e tutela dell’ambiente nell’ambito delle attività legate alla logistica è enorme”. Questo quanto affermato da Hideto Murakami, Corporate Vice President di Nissan e Responsabile a livello globale della Business Unit LCV.
Senz'altro un esempio da seguire, considerando il fatto che dovrebbe essere confermata la presenza della tecnologia di ricarica rapida in corrente continua ad alta potenza con protocollo CHAdeMo, utile anche nel settore della logistica e del trasporto di persone, per recuperare in 10 minuti 40-50 km di percorrenza e di effettuare un rifornimento all'80% in meno di 30 minuti.
Tesla Model S in arrivo. Berlina di rappresentanza 100% elettrica macina chilometri a emissioni zero
Tesla Model S: l’elettrica che può andare a ruba
California, fabbrica della Tesla. Qui a partire dall'anno prossimo verrà costruita la berlina Model S: 6.000 vetture (l'intera produzione del 2012) sono state già vendute, almeno 20.000 esemplari prodotti gli anni successivi. Ed è solo il primo passo perché arriva la Model X.
Prima che fosse rilevato dalla Tesla Motors nel maggio del 2010, lo stabilimento di Fremont in California, sotto l'egida della Toyota (in precedenza della General Motors) era in grado di produrre sino a 500mila vetture l'anno, gran parte Corolla. La scure della crisi del modello tradizionale del business dell'auto è stata però impietosa. Così, sia sulla costa est sia ovest degli Stati Uniti si sono registrate drastiche decisioni. E i 4.700 lavoratori della New United Motor Manifacturing hanno pagato un conto molto salato, perdendo il posto di lavoro.
Il destino delle mura di Fremont, tuttavia, non era quello di restare a marcire o diventare sede di esercizio per band di graffitari della West Coast. Niente affatto. Soprattutto perché da queste parti vive un uomo molto speciale, con idee altrettanto speciali. Qualche anno fa, era il 2003, l'allora trentaduenne sudafricano e naturalizzato americano Elon Musk ha dato vita a un nuovo marchio di automobili, la Tesla Motors. Un blasone che ha imparato velocemente a farsi conoscere, piazzato dal 2008 sul cofano anteriore di una versione allungata, rivisitata e impreziosita da un consistente pacco batterie agli ioni di litio, della Lotus Elise.
Naturalmente con un “marchio” così, quest'auto non poteva emettere un solo fiato dallo scarico. Ma la Tesla Roadster, costruita dalla factory inglese, tra le frecce al suo arco ha anche sia la capacità di percorrere sino a 300 km circa prima di scaricarsi sia quella di archiviare lo 0-100 km/h in 3,7 secondi. Così, è stata venduta in qualche migliaio di esemplari nel mondo, andando anche a occupare i garage di alcuni vip e opinion leader più influenti. Uno su tutti? Leonardo Di Caprio, da sempre molto attento all'argomento “green”.
La Roadster però, che uscirà di produzione l’anno venturo, è stata soltanto un piccolo tassello della grande idea di Elon Musk. Del resto da un uomo che, dopo aver inventato il sistema per i micropagamenti online Paypal e aver fondato una società che si occupa di studiare il post Space Shuttle per la Nasa, ci si può solo aspettare qualcosa di molto ambizioso. “Ho iniziato a pensare all'auto elettrica vent'anni fa quando frequentavo l'università – ci ha raccontato Musk durante la nostra visita a Fremont – quando mi sono reso conto che i movimenti ambientalisti si facevano sempre più pressanti e che il mondo dell'auto era troppo lento nel prendere una nuova direzione verso la sostenibilità”.
Dunque, anche grazie a un cospicuo finanziamento governativo (465 milioni di dollari concessi nel 2009), lo stabilimento di Fremont è stato acquistato e convertito per la produzione di una nuova auto destinata a un pubblico ben più ampio rispetto a quello della Roadster. Abbiamo visto e toccato con mano in un'anteprima esclusiva la versione Beta della Model S, quasi pronta per la produzione. Si tratta di una berlina di dimensioni medio-grandi (4,97 metri), capace di accogliere 5 o 7 persone a bordo (sono previsti a richiesta due sedili aggiuntivi nel bagagliaio) oltre ai bagagli (sia davanti sia dietro) e che sarà venduta con tre livelli di autonomia (258, 370 o 483 km).
Di interessante ha anche il prezzo d’attacco: attorno ai 49.900 dollari (circa 37mila euro, in Italia arriverà nel 2013), a cui si aggiungono 10 o 20mila dollari qualora si volesse optare per le versioni con batterie più capaci. Il ripristino della carica avviene tramite una normale presa domestica (40 km recuperati in un'ora), anche se collegandosi a una centralina da 90 kW/h si recupera l'80% in appena 45 minuti.
Vista la fama di Musk e dato che nel pacchetto azionario della Tesla Motors ci sono anche nomi quali Google, Daimler e Toyota è difficile ipotizzare il flop. Anche perché nella filosofia dell'imprenditore della Silicon Valley ci sono due principi ferrei: la qualità totale e un costante impegno per tenere i costi competitivi al massimo. Ecco infatti che negli oltre 511mila mq del sito produttivo di Fremont ci sono macchinari evolutissimi, ma acquistati in un momento “favorevole” per fare buoni affari. Ed ecco anche un team cosmopolita (180 persone, destinante a diventare 500 entro il 2015) costruito selezionando individui di altissima capacità e volontà, spesso strappati da marchi concorrenti.
La fabbrica costruirà nel 2012 circa 6.000 Model S: sono già state tutte vendute. E tra le prenotazioni ci sono anche una manciata di italiani. Cresceranno a 20mila nel 2013 e con l'arrivo di altre varianti sullo stesso pianale (tra cui la suv Model X nel 2014 e una nuova Roadster più in là) la capacità produttiva arriverà a 50mila auto/anno entro i prossimi quattro anni.
Tornando alla Model S, si tratta di un'auto completamente rivoluzionaria: innanzitutto perché è costruita partendo da un pianale composto da un pacco di batterie agli ioni di litio capace di garantire sia una notevole rigidità torsionale sia un baricentro estremamente basso: “Nella guida offre sensazioni uniche, che neanche una vera sportiva riesce a trasmettere. E poi con la versione Performance, che sarà pronta all'avvio della produzione, lo 0-100 km/h sarà coperto in soli 4,5 secondi. Meglio di una Porsche 911!” dice sorridendo compiaciuto Elon Musk. Dal primo giro a bordo della Model S con il collaudatore della Tesla, possiamo confermare che le sensazioni sono esattamente quelle accennate dal Ceo. In aggiunta, l'abitacolo è rifinito con grandissima cura e qualità e la linea che il giovane designer americano (ex Mazda) Franz von Holzhausen le ha scolpito addosso forgiando la scocca d'alluminio è di un'eleganza superlativa.
Previste nuove assunzioni presso la casa madre e sedi di assistenza territoriali nei mercati di esportazione.
California, fabbrica della Tesla. Qui a partire dall'anno prossimo verrà costruita la berlina Model S: 6.000 vetture (l'intera produzione del 2012) sono state già vendute, almeno 20.000 esemplari prodotti gli anni successivi. Ed è solo il primo passo perché arriva la Model X.
Prima che fosse rilevato dalla Tesla Motors nel maggio del 2010, lo stabilimento di Fremont in California, sotto l'egida della Toyota (in precedenza della General Motors) era in grado di produrre sino a 500mila vetture l'anno, gran parte Corolla. La scure della crisi del modello tradizionale del business dell'auto è stata però impietosa. Così, sia sulla costa est sia ovest degli Stati Uniti si sono registrate drastiche decisioni. E i 4.700 lavoratori della New United Motor Manifacturing hanno pagato un conto molto salato, perdendo il posto di lavoro.
Il destino delle mura di Fremont, tuttavia, non era quello di restare a marcire o diventare sede di esercizio per band di graffitari della West Coast. Niente affatto. Soprattutto perché da queste parti vive un uomo molto speciale, con idee altrettanto speciali. Qualche anno fa, era il 2003, l'allora trentaduenne sudafricano e naturalizzato americano Elon Musk ha dato vita a un nuovo marchio di automobili, la Tesla Motors. Un blasone che ha imparato velocemente a farsi conoscere, piazzato dal 2008 sul cofano anteriore di una versione allungata, rivisitata e impreziosita da un consistente pacco batterie agli ioni di litio, della Lotus Elise.
Naturalmente con un “marchio” così, quest'auto non poteva emettere un solo fiato dallo scarico. Ma la Tesla Roadster, costruita dalla factory inglese, tra le frecce al suo arco ha anche sia la capacità di percorrere sino a 300 km circa prima di scaricarsi sia quella di archiviare lo 0-100 km/h in 3,7 secondi. Così, è stata venduta in qualche migliaio di esemplari nel mondo, andando anche a occupare i garage di alcuni vip e opinion leader più influenti. Uno su tutti? Leonardo Di Caprio, da sempre molto attento all'argomento “green”.
La Roadster però, che uscirà di produzione l’anno venturo, è stata soltanto un piccolo tassello della grande idea di Elon Musk. Del resto da un uomo che, dopo aver inventato il sistema per i micropagamenti online Paypal e aver fondato una società che si occupa di studiare il post Space Shuttle per la Nasa, ci si può solo aspettare qualcosa di molto ambizioso. “Ho iniziato a pensare all'auto elettrica vent'anni fa quando frequentavo l'università – ci ha raccontato Musk durante la nostra visita a Fremont – quando mi sono reso conto che i movimenti ambientalisti si facevano sempre più pressanti e che il mondo dell'auto era troppo lento nel prendere una nuova direzione verso la sostenibilità”.
Dunque, anche grazie a un cospicuo finanziamento governativo (465 milioni di dollari concessi nel 2009), lo stabilimento di Fremont è stato acquistato e convertito per la produzione di una nuova auto destinata a un pubblico ben più ampio rispetto a quello della Roadster. Abbiamo visto e toccato con mano in un'anteprima esclusiva la versione Beta della Model S, quasi pronta per la produzione. Si tratta di una berlina di dimensioni medio-grandi (4,97 metri), capace di accogliere 5 o 7 persone a bordo (sono previsti a richiesta due sedili aggiuntivi nel bagagliaio) oltre ai bagagli (sia davanti sia dietro) e che sarà venduta con tre livelli di autonomia (258, 370 o 483 km).
Di interessante ha anche il prezzo d’attacco: attorno ai 49.900 dollari (circa 37mila euro, in Italia arriverà nel 2013), a cui si aggiungono 10 o 20mila dollari qualora si volesse optare per le versioni con batterie più capaci. Il ripristino della carica avviene tramite una normale presa domestica (40 km recuperati in un'ora), anche se collegandosi a una centralina da 90 kW/h si recupera l'80% in appena 45 minuti.
Vista la fama di Musk e dato che nel pacchetto azionario della Tesla Motors ci sono anche nomi quali Google, Daimler e Toyota è difficile ipotizzare il flop. Anche perché nella filosofia dell'imprenditore della Silicon Valley ci sono due principi ferrei: la qualità totale e un costante impegno per tenere i costi competitivi al massimo. Ecco infatti che negli oltre 511mila mq del sito produttivo di Fremont ci sono macchinari evolutissimi, ma acquistati in un momento “favorevole” per fare buoni affari. Ed ecco anche un team cosmopolita (180 persone, destinante a diventare 500 entro il 2015) costruito selezionando individui di altissima capacità e volontà, spesso strappati da marchi concorrenti.
La fabbrica costruirà nel 2012 circa 6.000 Model S: sono già state tutte vendute. E tra le prenotazioni ci sono anche una manciata di italiani. Cresceranno a 20mila nel 2013 e con l'arrivo di altre varianti sullo stesso pianale (tra cui la suv Model X nel 2014 e una nuova Roadster più in là) la capacità produttiva arriverà a 50mila auto/anno entro i prossimi quattro anni.
Tornando alla Model S, si tratta di un'auto completamente rivoluzionaria: innanzitutto perché è costruita partendo da un pianale composto da un pacco di batterie agli ioni di litio capace di garantire sia una notevole rigidità torsionale sia un baricentro estremamente basso: “Nella guida offre sensazioni uniche, che neanche una vera sportiva riesce a trasmettere. E poi con la versione Performance, che sarà pronta all'avvio della produzione, lo 0-100 km/h sarà coperto in soli 4,5 secondi. Meglio di una Porsche 911!” dice sorridendo compiaciuto Elon Musk. Dal primo giro a bordo della Model S con il collaudatore della Tesla, possiamo confermare che le sensazioni sono esattamente quelle accennate dal Ceo. In aggiunta, l'abitacolo è rifinito con grandissima cura e qualità e la linea che il giovane designer americano (ex Mazda) Franz von Holzhausen le ha scolpito addosso forgiando la scocca d'alluminio è di un'eleganza superlativa.
Previste nuove assunzioni presso la casa madre e sedi di assistenza territoriali nei mercati di esportazione.
Exclusive: First Ride In The Tesla Model S
Over the weekend we experienced one whole minute of the future. There weren't hoverboards or McFly Nikes, just two Tesla Model S Betas. The Beta model represents roughly 90% of the production Model S, and we were the first of very few to grab video of our seat time.
The first thing you notice upon approaching the Model S are the frameless side windows, just like the Audi A7. Like the A7, the Model S has that 4-door coupe profile often referred to as "athletic." It really is a visually striking vehicle in person.
Upon entering the car, you're greeted with a massive 17-inch touchscreen in the center of the IP stack. It resembles an iPad (we're glad to see emulation here), which is not surprising since Tesla has recruited some of Apple's designers to develop the interface.
Even with the Model S sedan's tech-packed dashboard, 4-door coupe good looks, and quickness off the line, we may have left most impressed with the ride quality. We're going to go there and say it: we haven't felt a ride this smooth since driving the Rolls Royce Ghost, a car that starts at nearly $250,000. Of course, we offer the disclaimer that we were driving on Tesla's own perfectly paved course, but the way the chassis moved around the turns was nothing short of extraordinary. A lot of that is due to the optional air suspension, but also benefits from the ground-up design of the car's space frame chassis.
The battery essentially makes up the entire undercarriage. The battery's placement contributes to the vehicle's superb balance and handling, while completing the bottom portion of the vehicle's structure. This is exclusive to the Model S, until BMW's i cars begin to hit the showrooms.
Tesla Model S iPhone App
It wouldn't be right for Tesla to be centered in Silicon Valley and not have the most future-forward technology a car can offer. Over the weekend we caught Tesla's killer smartphone app in the wild and it appears that they have completely nailed it.
Add however many Tesla Model S sedans you own to the app and you can keep tabs on all of them in real-time. You can track their trajectories in real-time. You can independently adjust cabin temperature in real-time. You can also check battery charge status in real-time. (See what we are getting at?)
Click the image below to watch an exclusive video demo of the app:
The Apple/Android-like interface is simple and straight-forward. Of course, Tesla has recruited some of the top phonemakers' designers to work on the app.
Roma, consegnata la prima flotta di veicoli elettrici
Prime applicazioni a Roma Capitale della mobilità elettrica: applicata più efficienza ed un buon esempio.
Battezzati in Campidoglio, alla presenza del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dell'assessore all'Ambiente del Campidoglio, Marco Visconti, di Ajoul Grouvel, direttore veicoli elettrici Psa Peugeot-Citroen acquistati dall'amministrazione capitolina nell'ambito del programma di sviluppo della mobilità sostenibile, per la riduzione del 20% di Co2 entro il 2020.
I nuovi veicoli, Citroen C-Zero, andranno in sostituzione delle auto più vecchie in dotazione alla polizia Roma capitale e circoleranno nel centro storico.
Il rinnovo del parco auto del Campidoglio, dunque, è stato avviato con l'acquisto di 14 auto elettriche Citroen C-zero al cento per cento. Dieci di questi veicoli saranno dati in sostituzione delle auto più vecchie della polizia di Roma Capitale, quattro resteranno a disposizione dell'Osservatorio dei cambiamenti climatici del dipartimento ambiente.
Per l'acquisto dei veicoli l'amministrazione capitolina ha investito, dopo una gara pubblica, 500mila euro, resi disponibili dal ministero nell'ambito di finanziamenti per progetti di mobilità sostenibile.
L'impegno del Campidoglio per la sostituzione dei propri mezzi proseguirà nei prossimi mesi. In questo quadro anche Acea ha avviato il rinnovo del parco auto con mezzi esclusivamente elettrici. I primi 40 porter elettrici entreranno in funzione entro l'anno per arrivare a 80 nel 2012.
Ama e Atac stanno svolgendo, intanto, un monitoraggio propedeutico al rinnovo del proprio parco mezzi che verrà avviato entro l'anno. Ai veicoli elettrici inoltre sarà concesso l'ingresso e la circolazione gratuita nel centro storico. Oltre al parcheggio gratuito sulle strisce blu in tutta la città. Entrare nella Ztl gratuitamente significa poter risparmiare fino a 574 euro ogni anno.
Lo sviluppo della mobilità elettrica è necessariamente legato all'ampliamento della rete di ricarica elettrica e all'implementazione del fotovoltaico. Grazie all'impegno congiunto di Roma Capitale, Acea e Enel, sono state già installate 40 stazione di ricarica pubblica, 60 saranno installate entro l'anno poi ne arriveranno altre 200.
L'elettricità per la ricarica è resa dagli impianti fotovoltaici. A Roma, in tre anni, l'amministrazione ha quintuplicato le quote di energia pulita passando da 9 a 49 megawatt. L'obiettivo stabilito dai programmi è di raggiungere i 100 megawatt entro il 2012.
"Si tratta di una rivoluzione molto importante. Spero che dalla capitale parta una grande voglia di mobilità sostenibile". E' quanto ha dichiarato oggi dalla piazza del Campidoglio, il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo presentando i primi 14 veicoli elettrici al cento per cento acquistati dall'amministrazione capitolina nell'ambito del programma di sviluppo della mobilità sostenibile per la riduzione del 20% di CO2 entro il 2020.
"Il fatto poi che una quota di parco auto pubblico sia finalmente elettrico è un segnale importante - ha proseguito il ministro dell'Ambiente - un piccolo passo concreto all'interno di una politica più ampia che non riguarda solo l'auto elettrica, ma una modalità nuova di concepire il trasporto pubblico che deve avere risposte da parte dell'amministrazione pubblica, che noi sosteniamo, ma sempre in condivisione con i cittadini".
"Si tratta di un progetto importante quello legato ai 14 veicoli elettrici acquistati dall'amministrazione capitolina. Dieci macchine andranno nelle piazze storiche di Roma, in dotazione ai vigili urbani per sensibilizzare tutti i cittadini sulla sostenibilità ambientale che non è fatta solo di macchine elettriche, ma anche di raccolta differenziata, di bioedilizia". E' quanto ha dichiarato oggi l'assessore all'Ambiente capitolino Marco Visconti, presentando, nella piazza del Campidoglio, accanto al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e al direttore dei veicoli elettrici Psa Peugeot-Citroen, Ayoul Grouvel, i primi 14 veicolil elettrici acquistati dall'amministrazione capitolina.
Sulla scelta di un marchio francese Marco Visconti ha spiegato: "Abbiamo fatto una gara e ha vinto Peugeot-Citroen - ha risposto - putroppo le nostre case non fanno macchine elettriche".
Battezzati in Campidoglio, alla presenza del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dell'assessore all'Ambiente del Campidoglio, Marco Visconti, di Ajoul Grouvel, direttore veicoli elettrici Psa Peugeot-Citroen acquistati dall'amministrazione capitolina nell'ambito del programma di sviluppo della mobilità sostenibile, per la riduzione del 20% di Co2 entro il 2020.
I nuovi veicoli, Citroen C-Zero, andranno in sostituzione delle auto più vecchie in dotazione alla polizia Roma capitale e circoleranno nel centro storico.
Il rinnovo del parco auto del Campidoglio, dunque, è stato avviato con l'acquisto di 14 auto elettriche Citroen C-zero al cento per cento. Dieci di questi veicoli saranno dati in sostituzione delle auto più vecchie della polizia di Roma Capitale, quattro resteranno a disposizione dell'Osservatorio dei cambiamenti climatici del dipartimento ambiente.
Per l'acquisto dei veicoli l'amministrazione capitolina ha investito, dopo una gara pubblica, 500mila euro, resi disponibili dal ministero nell'ambito di finanziamenti per progetti di mobilità sostenibile.
L'impegno del Campidoglio per la sostituzione dei propri mezzi proseguirà nei prossimi mesi. In questo quadro anche Acea ha avviato il rinnovo del parco auto con mezzi esclusivamente elettrici. I primi 40 porter elettrici entreranno in funzione entro l'anno per arrivare a 80 nel 2012.
Ama e Atac stanno svolgendo, intanto, un monitoraggio propedeutico al rinnovo del proprio parco mezzi che verrà avviato entro l'anno. Ai veicoli elettrici inoltre sarà concesso l'ingresso e la circolazione gratuita nel centro storico. Oltre al parcheggio gratuito sulle strisce blu in tutta la città. Entrare nella Ztl gratuitamente significa poter risparmiare fino a 574 euro ogni anno.
Lo sviluppo della mobilità elettrica è necessariamente legato all'ampliamento della rete di ricarica elettrica e all'implementazione del fotovoltaico. Grazie all'impegno congiunto di Roma Capitale, Acea e Enel, sono state già installate 40 stazione di ricarica pubblica, 60 saranno installate entro l'anno poi ne arriveranno altre 200.
L'elettricità per la ricarica è resa dagli impianti fotovoltaici. A Roma, in tre anni, l'amministrazione ha quintuplicato le quote di energia pulita passando da 9 a 49 megawatt. L'obiettivo stabilito dai programmi è di raggiungere i 100 megawatt entro il 2012.
"Si tratta di una rivoluzione molto importante. Spero che dalla capitale parta una grande voglia di mobilità sostenibile". E' quanto ha dichiarato oggi dalla piazza del Campidoglio, il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo presentando i primi 14 veicoli elettrici al cento per cento acquistati dall'amministrazione capitolina nell'ambito del programma di sviluppo della mobilità sostenibile per la riduzione del 20% di CO2 entro il 2020.
"Il fatto poi che una quota di parco auto pubblico sia finalmente elettrico è un segnale importante - ha proseguito il ministro dell'Ambiente - un piccolo passo concreto all'interno di una politica più ampia che non riguarda solo l'auto elettrica, ma una modalità nuova di concepire il trasporto pubblico che deve avere risposte da parte dell'amministrazione pubblica, che noi sosteniamo, ma sempre in condivisione con i cittadini".
"Si tratta di un progetto importante quello legato ai 14 veicoli elettrici acquistati dall'amministrazione capitolina. Dieci macchine andranno nelle piazze storiche di Roma, in dotazione ai vigili urbani per sensibilizzare tutti i cittadini sulla sostenibilità ambientale che non è fatta solo di macchine elettriche, ma anche di raccolta differenziata, di bioedilizia". E' quanto ha dichiarato oggi l'assessore all'Ambiente capitolino Marco Visconti, presentando, nella piazza del Campidoglio, accanto al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e al direttore dei veicoli elettrici Psa Peugeot-Citroen, Ayoul Grouvel, i primi 14 veicolil elettrici acquistati dall'amministrazione capitolina.
Sulla scelta di un marchio francese Marco Visconti ha spiegato: "Abbiamo fatto una gara e ha vinto Peugeot-Citroen - ha risposto - putroppo le nostre case non fanno macchine elettriche".
A Torino la scorsa settimana si è tenuta "Viva l'Auto" ed è emerso l'imbarazzo per una situazione che vede il Paese bisognoso di maggiori tassi di efficienza ed indisponibilità di risorse stanziate, che possono essere invece reperite dove c'è inefficienza.
Bisogna essere può consapevoli che l'inefficienza costa più degli incentivi che servono ad avviare il mercato. Il Direttore Comunicazione di Nissan, Giuseppe George Alesci, è diretto: "Sugli incentivi siamo destinati, come Continente, ad essere soggetti ai limiti imposti dall'Ue sulla produzione di CO2, limite che è di 130 grammi per km. Nel 2020, l'invito è a ridurre la misura fino a 95 grammi oppure le sanzioni saranno durissime. Preferiamo pagare le multe nel 2020 o pensare politiche efficienti in tale direzione? E' chiaro che non devono essere incentivi tali da favorire le case automobilistiche - ha aggiunto Alesci - ma devono essere incentivi generali". L'assenza di incentivi statali pesa: l'Italia è un Paese che segna rosso in Europa, non c'è il supporto delle istituzioni per attivare incentivi che sostengano il mercato delle nuove mobilità che applicano soluzioni innovative per ridurre i fattori di inquinamento ambientale impiegando meno energia. Anche le Case di produzione di veicoli commerciali sono investite da questa sfida nel quadro degli obiettivi europei "20, 20, 20": la scelta della trazione elettrica e dei veicoli ibridi è fatta per andare a coprire un segmento importante per la distribuzione urbana delle merci ed è possibile applicarla nel 45 per cento dei casi facendo migrare il sistema della logistica verso la conversione elettrica. In particolare, la logistica urbana dei veicoli commerciali è un'opportunità anche per la rete di distribuzione delle merci.
Firenze: dal 2016 potrà essere ZTE, Zona a Traffico Elettrico
IL COMUNE DI FIRENZE E L'ALLEANZA RENAULT-NISSAN FIRMANO UN PROTOCOLLO D'INTESA PER LO SVILUPPO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA
Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, il Presidente di Renault Italia Jacques Bousquet e l’Amministratore Delegato di Nissan Italia Andrea Alessi hanno firmato oggi a Palazzo Vecchio un protocollo d’intesa per promuovere lo sviluppo della mobilità elettrica nel capoluogo toscano
Il Comune di Firenze, nell’ambito delle proprie azioni per lo sviluppo di una mobilità più eco-compatibile e l’Alleanza Renault-Nissan, nell’ambito della propria strategia di diffusione su larga scala dei veicoli 100% elettrici e di leadership del mercato a zero emissioni, collaboreranno per introdurre e promuovere l’utilizzo e la diffusione dei veicoli elettrici: l'Alleanza oltre ad avere una dimensione superiore a quella minima dimostra di vedere anche a cosa sarà necessario avere pronto fra 10 anni.
L’obiettivo è di riflettere congiuntamente sulle soluzioni per diffondere la mobilità elettrica a zero emissioni in una città, dove l’attenzione ad una sostenibilità dei trasporti è correlata alla necessità di salvaguardia del patrimonio artistico.
L’accordo prevede l’approfondimento di svariate attività generalmente connesse all’introduzione e all’utilizzo dei veicoli elettrici, al fine di identificare quelle più idonee da mettere in atto per uno sviluppo efficace della mobilità a zero emissioni nella città di Firenze:
- l’ottimizzazione dell’infrastruttura di ricarica pubblica per i veicoli elettrici;
- la sperimentazione di nuove soluzioni di mobilità pubblica e privata, come il car sharing elettrico, e di soluzioni più ecologiche per il trasporto di merci, come il van sharing elettrico;
- la promozione dell’utilizzo di veicoli elettrici da parte di specifici target, come hotel e turisti;
- l’introduzione di politiche pubbliche locali per promuovere l’acquisto e l’utilizzo di veicoli elettrici da parte di utenti privati e professionali (es.: agevolazioni fiscali, sconti nei parcheggi e in eventuali pedaggi, e apposite regolamentazioni della mobilità in grado di incentivare i veicoli elettrici);
- lo studio della flotta pubblica per valutarne la potenziale parziale conversione in elettrica;
- il coinvolgimento di aziende private ed organizzazioni locali nell’adozione di veicoli elettrici nelle proprie flotte;
- la sensibilizzazione della collettività all’uso dei veicoli elettrici e l’informazione sui loro vantaggi (zero impatto ambientale, economicità d’utilizzo, ecc.).
“Vogliamo fare di Firenze - ha affermato il sindaco di Firenze Matteo Renzi - una capitale dell’ambiente e della sostenibilità. Il Comune sta investendo in modo sistematico per questo obiettivo: dal Piano strutturale a ‘volumi zero’ alla mobilità tranviaria e metropolitana, dal recupero dell’energia tramite le ‘briglie’ sull’Arno agli interventi edilizi con i criteri di risparmio energetico di ‘Casa Clima’, alle pedonalizzazioni. Questo protocollo è un ulteriore tassello che va in questa direzione e che pone le basi per la diffusione delle auto elettriche in città. Da ora al 2016, inoltre, stiamo pensando a un eco-pass non basato, come avviene in altre città, sul denaro, ma sulla sostenibilità: solo chi ha un mezzo elettrico o può contare su un car sharing elettrico potrà entrare a Firenze venendo da fuori”.
“Il protocollo d’intesa siglato oggi - ha affermato Jacques Bousquet, Presidente di Renault Italia – è per Renault una tappa molto importante nel nostro progetto di fare della mobilità elettrica una soluzione di mobilità concreta, reale e diffusa in ambito urbano. Simbolo delle città d’arte italiane, con una grande ricchezza di monumenti sensibili all’inquinamento atmosferico, Firenze è uno scenario ideale per la mobilità a zero emissioni. Il nostro proposito è quello di collaborare con l’Amministrazione per fare della città un modello di mobilità sostenibile, dove la disponibilità e l’adozione di veicoli a zero emissioni innovativi e accessibili incontrino la sensibilità dei cittadini, agevolati da servizi e regolamentazioni che ne promuovano lo sviluppo”.
“Siamo orgogliosi – ha commentato Andrea Alessi, Amministratore Delegato di Nissan Italia – di aver siglato un accordo, che ci permetterà di avviare una solida “partnership” con la città di Firenze, che ha intrapreso un reale percorso per migliorare le condizioni di vivibilità della cittadinanza. Firenze è un’importante capitale mondiale della cultura e dell’arte, un contesto ideale per sviluppare un progetto di mobilità innovativa e il protocollo d’intesa di oggi è un passo significativo, che ci permette di offrire il “know how” tecnologico di Nissan per contribuire a un reale miglioramento dell’ambiente anche in Italia.“
Renault è impegnata nello sviluppo della mobilità a zero emissioni, mediante la commercializzazione dell’unica gamma completa di veicoli 100% elettrici in arrivo sul mercato a partire dalla fine del 2011 (la furgonetta KANGOO Z.E., la berlina familiare FLUENCE Z.E., il veicolo urbano TWIZY e la berlina compatta ZOE). Una gamma di veicoli in grado di incontrare le diverse esigenze della mobilità urbana, sia privata che professionale.
Nissan ha già commercializzato in Giappone, negli Stati Uniti e in Europa la Nissan LEAF, il primo veicolo al mondo prodotta in serie per il mercato mondiale, completamente elettrico e quindi con zero emissioni allo scarico: 15.000 vetture consegnate in meno di un anno (il 22 ottobre 2010 è iniziata la produzione in serie). E’ la prima vettura elettrica ad aver conseguito il prestigioso premio “Auto dell’Anno 2011” e anche “World Car of the Year 2011” e il massimo riconoscimento in termini di sicurezza con il 5 stelle Euro N-Cap. LEAF è la “capostipite”, come lo era l'Apple II per i personal computer, di una nuova, rivoluzionaria generazione di veicoli elettrici che Nissan intende proporre nei prossimi anni in tutto il mondo per soddisfare i bisogni di una mobilità sostenibile e nel pieno rispetto dell’ambiente.
L’Alleanza Renault-Nissan punta a diventare leader mondiale nella mobilità a emissioni zero, e alla commercializzazione di massa delle auto elettriche. A tal fine, l'Alleanza sta adottando un approccio di sistema, volto a collaborare con governi, amministrazioni locali e aziende energetiche per predisporre le infrastrutture, le soluzioni e le misure politiche necessarie a favorire il passaggio a questa nuova modalità di trasporto. Ad oggi, sono oltre 100 le partnership sottoscritte da Renault e Nissan.
Entro il 2015, grazie all'attività dei siti industriali in tutto il mondo, l'Alleanza raggiungerà una capacità produttiva di 500.000 veicoli elettrici e batterie, diventando l'unico gruppo sul mercato automobilistico a produrre veicoli elettrici e unità di alimentazione a questo livello.
Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, il Presidente di Renault Italia Jacques Bousquet e l’Amministratore Delegato di Nissan Italia Andrea Alessi hanno firmato oggi a Palazzo Vecchio un protocollo d’intesa per promuovere lo sviluppo della mobilità elettrica nel capoluogo toscano
Il Comune di Firenze, nell’ambito delle proprie azioni per lo sviluppo di una mobilità più eco-compatibile e l’Alleanza Renault-Nissan, nell’ambito della propria strategia di diffusione su larga scala dei veicoli 100% elettrici e di leadership del mercato a zero emissioni, collaboreranno per introdurre e promuovere l’utilizzo e la diffusione dei veicoli elettrici: l'Alleanza oltre ad avere una dimensione superiore a quella minima dimostra di vedere anche a cosa sarà necessario avere pronto fra 10 anni.
L’obiettivo è di riflettere congiuntamente sulle soluzioni per diffondere la mobilità elettrica a zero emissioni in una città, dove l’attenzione ad una sostenibilità dei trasporti è correlata alla necessità di salvaguardia del patrimonio artistico.
L’accordo prevede l’approfondimento di svariate attività generalmente connesse all’introduzione e all’utilizzo dei veicoli elettrici, al fine di identificare quelle più idonee da mettere in atto per uno sviluppo efficace della mobilità a zero emissioni nella città di Firenze:
- l’ottimizzazione dell’infrastruttura di ricarica pubblica per i veicoli elettrici;
- la sperimentazione di nuove soluzioni di mobilità pubblica e privata, come il car sharing elettrico, e di soluzioni più ecologiche per il trasporto di merci, come il van sharing elettrico;
- la promozione dell’utilizzo di veicoli elettrici da parte di specifici target, come hotel e turisti;
- l’introduzione di politiche pubbliche locali per promuovere l’acquisto e l’utilizzo di veicoli elettrici da parte di utenti privati e professionali (es.: agevolazioni fiscali, sconti nei parcheggi e in eventuali pedaggi, e apposite regolamentazioni della mobilità in grado di incentivare i veicoli elettrici);
- lo studio della flotta pubblica per valutarne la potenziale parziale conversione in elettrica;
- il coinvolgimento di aziende private ed organizzazioni locali nell’adozione di veicoli elettrici nelle proprie flotte;
- la sensibilizzazione della collettività all’uso dei veicoli elettrici e l’informazione sui loro vantaggi (zero impatto ambientale, economicità d’utilizzo, ecc.).
“Vogliamo fare di Firenze - ha affermato il sindaco di Firenze Matteo Renzi - una capitale dell’ambiente e della sostenibilità. Il Comune sta investendo in modo sistematico per questo obiettivo: dal Piano strutturale a ‘volumi zero’ alla mobilità tranviaria e metropolitana, dal recupero dell’energia tramite le ‘briglie’ sull’Arno agli interventi edilizi con i criteri di risparmio energetico di ‘Casa Clima’, alle pedonalizzazioni. Questo protocollo è un ulteriore tassello che va in questa direzione e che pone le basi per la diffusione delle auto elettriche in città. Da ora al 2016, inoltre, stiamo pensando a un eco-pass non basato, come avviene in altre città, sul denaro, ma sulla sostenibilità: solo chi ha un mezzo elettrico o può contare su un car sharing elettrico potrà entrare a Firenze venendo da fuori”.
“Il protocollo d’intesa siglato oggi - ha affermato Jacques Bousquet, Presidente di Renault Italia – è per Renault una tappa molto importante nel nostro progetto di fare della mobilità elettrica una soluzione di mobilità concreta, reale e diffusa in ambito urbano. Simbolo delle città d’arte italiane, con una grande ricchezza di monumenti sensibili all’inquinamento atmosferico, Firenze è uno scenario ideale per la mobilità a zero emissioni. Il nostro proposito è quello di collaborare con l’Amministrazione per fare della città un modello di mobilità sostenibile, dove la disponibilità e l’adozione di veicoli a zero emissioni innovativi e accessibili incontrino la sensibilità dei cittadini, agevolati da servizi e regolamentazioni che ne promuovano lo sviluppo”.
“Siamo orgogliosi – ha commentato Andrea Alessi, Amministratore Delegato di Nissan Italia – di aver siglato un accordo, che ci permetterà di avviare una solida “partnership” con la città di Firenze, che ha intrapreso un reale percorso per migliorare le condizioni di vivibilità della cittadinanza. Firenze è un’importante capitale mondiale della cultura e dell’arte, un contesto ideale per sviluppare un progetto di mobilità innovativa e il protocollo d’intesa di oggi è un passo significativo, che ci permette di offrire il “know how” tecnologico di Nissan per contribuire a un reale miglioramento dell’ambiente anche in Italia.“
Renault è impegnata nello sviluppo della mobilità a zero emissioni, mediante la commercializzazione dell’unica gamma completa di veicoli 100% elettrici in arrivo sul mercato a partire dalla fine del 2011 (la furgonetta KANGOO Z.E., la berlina familiare FLUENCE Z.E., il veicolo urbano TWIZY e la berlina compatta ZOE). Una gamma di veicoli in grado di incontrare le diverse esigenze della mobilità urbana, sia privata che professionale.
Nissan ha già commercializzato in Giappone, negli Stati Uniti e in Europa la Nissan LEAF, il primo veicolo al mondo prodotta in serie per il mercato mondiale, completamente elettrico e quindi con zero emissioni allo scarico: 15.000 vetture consegnate in meno di un anno (il 22 ottobre 2010 è iniziata la produzione in serie). E’ la prima vettura elettrica ad aver conseguito il prestigioso premio “Auto dell’Anno 2011” e anche “World Car of the Year 2011” e il massimo riconoscimento in termini di sicurezza con il 5 stelle Euro N-Cap. LEAF è la “capostipite”, come lo era l'Apple II per i personal computer, di una nuova, rivoluzionaria generazione di veicoli elettrici che Nissan intende proporre nei prossimi anni in tutto il mondo per soddisfare i bisogni di una mobilità sostenibile e nel pieno rispetto dell’ambiente.
L’Alleanza Renault-Nissan punta a diventare leader mondiale nella mobilità a emissioni zero, e alla commercializzazione di massa delle auto elettriche. A tal fine, l'Alleanza sta adottando un approccio di sistema, volto a collaborare con governi, amministrazioni locali e aziende energetiche per predisporre le infrastrutture, le soluzioni e le misure politiche necessarie a favorire il passaggio a questa nuova modalità di trasporto. Ad oggi, sono oltre 100 le partnership sottoscritte da Renault e Nissan.
Entro il 2015, grazie all'attività dei siti industriali in tutto il mondo, l'Alleanza raggiungerà una capacità produttiva di 500.000 veicoli elettrici e batterie, diventando l'unico gruppo sul mercato automobilistico a produrre veicoli elettrici e unità di alimentazione a questo livello.
martedì 18 ottobre 2011
Tesla Motors: new Roadster, il Suv Model X e una cabrio su base Model S e poi la compatta 5 posti Bluestar
Tesla Roadster: la seconda generazione è prevista per il 2014
Grande protagonista del film "The revenge of electric car" di Chris Paine, la californiana Tesla Motors progetta un futuro eccitante.
Nel 2014 produrrà una nuova Roadster, che non si baserà più sulla meccanica Lotus. La notizia è stata annunciata direttamente dal CEO Eleon Musk. Nel frattempo l’anno prossimo debutterà la Model S, una berlina elettrica in grado di bruciare lo 0-100 Km/h in meno di sei secondi e toccare una velocità massima di 192 km/h e trasportare 5 persone e occasionalmente anche due bambini e relativi bagagli. L’autonomia invece sarà in base alla capacità e al tipo di batterie installate di 255, 370 o 480 chilometri a velocità autostradali regolari.
Sull’architettura di quest’ultima sarà costruito anche il crossover Model X, che dovrebbe sintetizzare le qualità di una MPV e quelle di un SUV, garantendo al contempo una certa grazia stilistica. Infine prima dell’atteso debutto della Roadster non più “Lotus dipendente”, nel 2013 dovrebbe debuttare anche una nuova cabriolet.
La Tesla Roadster 2.5 del 2010. |
Grande protagonista del film "The revenge of electric car" di Chris Paine, la californiana Tesla Motors progetta un futuro eccitante.
Nel 2014 produrrà una nuova Roadster, che non si baserà più sulla meccanica Lotus. La notizia è stata annunciata direttamente dal CEO Eleon Musk. Nel frattempo l’anno prossimo debutterà la Model S, una berlina elettrica in grado di bruciare lo 0-100 Km/h in meno di sei secondi e toccare una velocità massima di 192 km/h e trasportare 5 persone e occasionalmente anche due bambini e relativi bagagli. L’autonomia invece sarà in base alla capacità e al tipo di batterie installate di 255, 370 o 480 chilometri a velocità autostradali regolari.
Il powertrain e la batteria della berlina Model S, su cui saranno costruiti il suv Model X e una cabrio. |
Sull’architettura di quest’ultima sarà costruito anche il crossover Model X, che dovrebbe sintetizzare le qualità di una MPV e quelle di un SUV, garantendo al contempo una certa grazia stilistica. Infine prima dell’atteso debutto della Roadster non più “Lotus dipendente”, nel 2013 dovrebbe debuttare anche una nuova cabriolet.
lunedì 17 ottobre 2011
Fast charging domestico: entro 10 anni ricarica in 10 minuti, se cambia l'elettrodo...
La ricarica domestica di un'auto elettrica potrebbe presto essere il più veloce e facile come il rifornimento di carburante alla pompa.
Nissan, in collaborazione con la giapponese Kansai Nniversity, dice che ha creato la tecnologia necessaria per ricaricare le batterie necessarie per veicoli come la Nissan Leaf e Mitsubishi i-MiEV in un tempo record di dieci minuti.
La scoperta, riportata da un'agenzia di Nikkei notizie, potrebbe rappresentare un enorme passo avanti in accettazione pubblica dei veicoli elettrici, fino ad oggi ostacolati dai tempi di carica lenta - una carica completa di veicoli elettrici comune oggi può richiedere fino a otto ore.
Le difficoltà energetiche mettono il pepe sulla coda dei progettisti. Così la Nissan annuncia per la sua world car elettrica, la Leaf, un nuovo sistema di ricarica che potrebbe addirittura ridurre drasticamente i già ridotti tempi necessari con gli attuali caricatori rapidi in corrente continua. Nel caso specifico, con una potenza di 50 kW occorrono già oggi 30 minuti, tempo ragionevole e ridotto ma purtroppo ottenibile solo con uno specifico allacciamento alla rete elettrica, di costo non indifferente e installazione complessa. Dunque poco attuabile per la ricarica domestica.
Il sistema messo a punto con la Kansai University invece impiega, in funzione di buffer ad accumulo lento e rilascio progressivo, un condensatore di nuovo tipo all'ossido di tungsteno e vanadio, capace di un forte accumulo di carica, che può poi rilasciare in un tempo assai lungo (per un condensatore), circa 10 minuti (anziché pochi istanti). Una attuale Nissan Leaf, quindi, potrebbe ricaricarsi completamente in un terzo del tempo minimo previsto sinora, senza problemi per la batteria.ovvero in assenza della vettura
Il processo prevede che il condensatore si carichi lentamente (a bassa potenza e compatibilmente con le caratteristiche di un impianto domestico) con un normale collegamento alla rete domestica quando la vettura non è connessa. Per trasferire la carica alla vettura basta poi effettuare il collegamento e in 10 minuti il pieno è fatto. L'inconveniente è che non sono consentite cariche ravvicinate, dato che, in assenza di una dichiarazione ufficiale su quanto occorra al condensatore per riaccumulare l'energia da caricare sulla vettura, possiamo comunque presumere intervalli decisamete più lunghi, dell'ordine delle ore.
L'idea è però una sorta di uovo di Colombo, dato che bypassa il principale problema legato ai caricatori rapidi: quello della connessione alla rete "a banda larga" e degli elevati costi da ciò originati. Non rimane perciò che attendere il tempo necessario all'industrializzazione del processo di produzione, considerando che più crescono le tensioni sul petrolio più lo sviluppo sarà rapido.
Anche se ci vorranno una decina di anni prima che la tecnologia possa essere commercializzata, la notizia costituisce sicuramente una spinta importante alla sensibilizzazione e all’incentivazione all’uso di vetture ad emissioni ridotte, settore in cui Nissan è all’avanguardia da tempo. Certo, ce n’è di strada da fare, soprattutto in termini di costi (il modello più recente di caribatteria introdotto in Giappone il mese scorso da Nissan, compatibile con tutti i modelli di auto elettriche che prevedano anche la ricarica in corrente continua, ha il valore di 9.500 euro, ma è già la metà del costo del modello precedente), ma sembra essere una strada obbligata, ma molto promettente.
Anche per i rifornimenti su strada fra 10 anni, probabilmente, quello che oggi è nei laboratori di ricerca inizierà ad essere applicato ai veicoli del mass market e con punti di ricarica da poco meno di 1 MW di potenza si potrà ricaricare circa 75 kWh in 3-4 minuti per percorrere quasi 400 km.
Nissan, in collaborazione con la giapponese Kansai Nniversity, dice che ha creato la tecnologia necessaria per ricaricare le batterie necessarie per veicoli come la Nissan Leaf e Mitsubishi i-MiEV in un tempo record di dieci minuti.
La scoperta, riportata da un'agenzia di Nikkei notizie, potrebbe rappresentare un enorme passo avanti in accettazione pubblica dei veicoli elettrici, fino ad oggi ostacolati dai tempi di carica lenta - una carica completa di veicoli elettrici comune oggi può richiedere fino a otto ore.
Le difficoltà energetiche mettono il pepe sulla coda dei progettisti. Così la Nissan annuncia per la sua world car elettrica, la Leaf, un nuovo sistema di ricarica che potrebbe addirittura ridurre drasticamente i già ridotti tempi necessari con gli attuali caricatori rapidi in corrente continua. Nel caso specifico, con una potenza di 50 kW occorrono già oggi 30 minuti, tempo ragionevole e ridotto ma purtroppo ottenibile solo con uno specifico allacciamento alla rete elettrica, di costo non indifferente e installazione complessa. Dunque poco attuabile per la ricarica domestica.
Il sistema messo a punto con la Kansai University invece impiega, in funzione di buffer ad accumulo lento e rilascio progressivo, un condensatore di nuovo tipo all'ossido di tungsteno e vanadio, capace di un forte accumulo di carica, che può poi rilasciare in un tempo assai lungo (per un condensatore), circa 10 minuti (anziché pochi istanti). Una attuale Nissan Leaf, quindi, potrebbe ricaricarsi completamente in un terzo del tempo minimo previsto sinora, senza problemi per la batteria.ovvero in assenza della vettura
Il processo prevede che il condensatore si carichi lentamente (a bassa potenza e compatibilmente con le caratteristiche di un impianto domestico) con un normale collegamento alla rete domestica quando la vettura non è connessa. Per trasferire la carica alla vettura basta poi effettuare il collegamento e in 10 minuti il pieno è fatto. L'inconveniente è che non sono consentite cariche ravvicinate, dato che, in assenza di una dichiarazione ufficiale su quanto occorra al condensatore per riaccumulare l'energia da caricare sulla vettura, possiamo comunque presumere intervalli decisamete più lunghi, dell'ordine delle ore.
L'idea è però una sorta di uovo di Colombo, dato che bypassa il principale problema legato ai caricatori rapidi: quello della connessione alla rete "a banda larga" e degli elevati costi da ciò originati. Non rimane perciò che attendere il tempo necessario all'industrializzazione del processo di produzione, considerando che più crescono le tensioni sul petrolio più lo sviluppo sarà rapido.
Anche se ci vorranno una decina di anni prima che la tecnologia possa essere commercializzata, la notizia costituisce sicuramente una spinta importante alla sensibilizzazione e all’incentivazione all’uso di vetture ad emissioni ridotte, settore in cui Nissan è all’avanguardia da tempo. Certo, ce n’è di strada da fare, soprattutto in termini di costi (il modello più recente di caribatteria introdotto in Giappone il mese scorso da Nissan, compatibile con tutti i modelli di auto elettriche che prevedano anche la ricarica in corrente continua, ha il valore di 9.500 euro, ma è già la metà del costo del modello precedente), ma sembra essere una strada obbligata, ma molto promettente.
Anche per i rifornimenti su strada fra 10 anni, probabilmente, quello che oggi è nei laboratori di ricerca inizierà ad essere applicato ai veicoli del mass market e con punti di ricarica da poco meno di 1 MW di potenza si potrà ricaricare circa 75 kWh in 3-4 minuti per percorrere quasi 400 km.
sabato 15 ottobre 2011
Mitsubishi USA: la ricarica rapida in corrente continua si può fare tutti i giorni.
If you're considering a Nissan Leaf optioned with Level 3 DC quick-charging, you've probably been told, as we have, that you shouldn't make too regular a habit of getting a quick charge. Doing it daily, or even a few times a week, is probably a little too often.
But the answer from Mitsubishi officials, regarding the quick-charge option on the new 2012 Mitsubishi i, is quite different.
“We expect a daily quick charge not to have a significant toll on battery life,” said Bryan Arnett, manager of EV product strategy for Mitsubishi Motors North America.
According to Arnett, the company has expected that its batteries will retain 80 percent of their original charge after ten years—and that includes a consideration that the battery might be frequently quick-charged. It would be bad if the battery were to be quick-charged every time, he said, but not in the context of extending range midday, between overnight charges.
80 percent charge, in 20-30 min As we experienced again in our recent First Drive of the U.S.-spec 2012 Mitsubishi i (or i-MiEV), it's nice to know that quick chargers can pinch-hit, in about the time it takes to grab a quick lunch. According to Mitsubishi, DC quick-charging will bring battery charge from zero up to 80 percent in just 20 to 30 minutes (with most of that variability linked to battery temperature).
The Leaf can be charged to 100 percent if you're willing to wait an hour or more, but Mitsubishi has limited the charge the battery pack in the i can get from quick-charging to 80 percent—thus avoiding the heat-related worries that cause the process to slow as you near a full charge (and can reduce the battery's life).
While the i takes seven hours with 220V charging—including the Eaton home charger that's available, via Mitsubishi, at Best Buy, at a price of about $700 plus installation costs, which can vary widely.
Hundreds in Japan; dozens coming to Portland, Seattle The Chademo interface, which is already being used for the Leaf and the soon-to-arrive i, is rapidly becoming quick-charge standard. Mitsubishi has already sold about 11,000 i-MiEV models in Europe and Japan (plus another few thousand, including Peugeot and Citroen versions), and the company has already gathered extensive usage and battery information through a network of hundreds of quick chargers in Japan.
In the U.S., there are very few yet, but they're on the verge of gathering to a critical mass in the Pacific Northwest. There are already two publicly accessible DC quick-charge stations in Portland—both using the Chademo standard—and the Portland public utility PGE, recently reaffirmed its expectation that there will be 30 more DC quick-charge stations to be installed by next spring (all are funded). And that's only part of a broader regional plan that would install Chademo chargers up the I-5 corridor, from the Oregon-California border to Vancouver, British Columbia. In theory, that would allow the occasional day trip to the coast, or up to the mountains.
Other regions nationally are proposing quick-charger networks, but none are deploying them to this degree. So it's not surprising that the Mitsubishi i's initial market is California, Oregon, Washington, and Hawaii.
Tesla, however, is going its own way; the Silicon Valley automaker has announced that it plans to roll out its own Level 3 quick-charge interface with the upcoming 2012 Model S.
But the answer from Mitsubishi officials, regarding the quick-charge option on the new 2012 Mitsubishi i, is quite different.
“We expect a daily quick charge not to have a significant toll on battery life,” said Bryan Arnett, manager of EV product strategy for Mitsubishi Motors North America.
According to Arnett, the company has expected that its batteries will retain 80 percent of their original charge after ten years—and that includes a consideration that the battery might be frequently quick-charged. It would be bad if the battery were to be quick-charged every time, he said, but not in the context of extending range midday, between overnight charges.
80 percent charge, in 20-30 min As we experienced again in our recent First Drive of the U.S.-spec 2012 Mitsubishi i (or i-MiEV), it's nice to know that quick chargers can pinch-hit, in about the time it takes to grab a quick lunch. According to Mitsubishi, DC quick-charging will bring battery charge from zero up to 80 percent in just 20 to 30 minutes (with most of that variability linked to battery temperature).
The Leaf can be charged to 100 percent if you're willing to wait an hour or more, but Mitsubishi has limited the charge the battery pack in the i can get from quick-charging to 80 percent—thus avoiding the heat-related worries that cause the process to slow as you near a full charge (and can reduce the battery's life).
While the i takes seven hours with 220V charging—including the Eaton home charger that's available, via Mitsubishi, at Best Buy, at a price of about $700 plus installation costs, which can vary widely.
Hundreds in Japan; dozens coming to Portland, Seattle The Chademo interface, which is already being used for the Leaf and the soon-to-arrive i, is rapidly becoming quick-charge standard. Mitsubishi has already sold about 11,000 i-MiEV models in Europe and Japan (plus another few thousand, including Peugeot and Citroen versions), and the company has already gathered extensive usage and battery information through a network of hundreds of quick chargers in Japan.
In the U.S., there are very few yet, but they're on the verge of gathering to a critical mass in the Pacific Northwest. There are already two publicly accessible DC quick-charge stations in Portland—both using the Chademo standard—and the Portland public utility PGE, recently reaffirmed its expectation that there will be 30 more DC quick-charge stations to be installed by next spring (all are funded). And that's only part of a broader regional plan that would install Chademo chargers up the I-5 corridor, from the Oregon-California border to Vancouver, British Columbia. In theory, that would allow the occasional day trip to the coast, or up to the mountains.
Other regions nationally are proposing quick-charger networks, but none are deploying them to this degree. So it's not surprising that the Mitsubishi i's initial market is California, Oregon, Washington, and Hawaii.
Tesla, however, is going its own way; the Silicon Valley automaker has announced that it plans to roll out its own Level 3 quick-charge interface with the upcoming 2012 Model S.
Most affordable vehicle with quick-charging
Mitsubishi i-MiEV electric car at quick charging station
The other thing the 2012 Mitsubishi i has going for it is that, when optioned as such, it's the most affordable new EV with rapid charging. The Chademo charge capability will be included in the $2,790 Premium Package, or available as a standalone option for just $700 on the ES model—bringing the bottom-line price as low as $29,825 (or $22,325 including the $7,500 federal tax credit) with quick-charge capability.
Mitsubishi i-MiEV electric car at quick charging station
The other thing the 2012 Mitsubishi i has going for it is that, when optioned as such, it's the most affordable new EV with rapid charging. The Chademo charge capability will be included in the $2,790 Premium Package, or available as a standalone option for just $700 on the ES model—bringing the bottom-line price as low as $29,825 (or $22,325 including the $7,500 federal tax credit) with quick-charge capability.
"EV Ready" prefigura lo standard interoperabile europeo di fatto, mentre il "Combi" ritarda. L'Europa spaccata fra efficienza, efficacia immediate e le scelte al ribasso
Il favore del mercato lo merita chi vende soluzioni e prodotti pratici e convenienti per i consumatori e che si diffondono perché graditi, non chi impone scelte di convenienza.
1 - Auto elettriche: Renault-Nissan e PSA verso standard di ricarica rapida anche in meno di 30 minuti.
Francia e Giappone unite per lo studio di uno standard unico di ricarica per le auto elettriche in Asia, Europa e Stati Uniti, basato sul protocollo CHAdeMO che sta avendo vasto consenso fra costruttori di appararati di ricarica e consumatori per i ridotti tempi dei servizi di ricarica (5, 10 o 25-30 minuti al massimo). L’Alleanza Renault-Nissan, il gruppo PSA Peugeot-Citroen e Mitsubishi Motors hanno annunciato l’intenzione di lavorare congiuntamente per promuovere un sistema comune per le colonnine di ricarica rapida. Per questo obiettivo è stato scelto come base il marchio attuale EV Ready di Renault e Schneider Electric. L’intenzione è di diffondere questa sola tecnologia in tutte le strutture di ricarica in Europa. Un progetto ambizioso che coinvolge cinque tra le maggiori case costruttrici del mondo e che impiega l'affidabilissimo CAN bus che è la tecnologia che fa parlare fra di loro tutti gli apparati delle nostre automobili.
Il marchio di conformità EV Ready è stato introdotto l’anno scorso ed è conforme a tutti gli standard esistenti, oltre a tenere in considerazione gli sviluppi futuri della normativa europea sulle auto elettriche. Tutti i criteri di certificazione saranno preparati, presentati e convalidati nel corso dei prossimi mesi.
L’individuazione e la scelta di uno standard unico per le centraline di ricarica è un punto cruciale nella dialettica che in futuro porterà alla diffusione capillare di questi sistemi propulsivi. L’iniziativa da parte di Renault, Nissan, Peugeot, Citroen e Mitsubishi in questo senso potrebbe dare a queste aziende un vantaggio competitivo notevole, in caso di successo.
Sono già oltre sessanta le realtà aziendali al lavoro sul progetto EV Ready, dai fornitori di energia ai produttori di pezzi e componenti. Per il momento la conformità è ancora legata all’autocertificazione da parte del gestore, ma si punta ad arrivare ad un processo certificato e riconosciuto a livello internazionale.
In Italia si stanno accordando Eni e l'Alleanza Renault-Nissan per i servizi di ricarica presso i punti vendita della rete di distributori di carburanti di Eni con servizi ad alta potenza sia in corrente continua (meno di trenta minuti), sia in corrente alternata (un'ora), sia sostituzione della batteria. Nelle aree di servizio tali apparati possono essere eventualmente alimentati con sistemi connessi in rete ma dotati di accumuli accumuli (storage) alimentati da fonti rinnovabili. In tale caso l'energia elettrica da fonti rinnovabili vale 2,5 volte ai fini del calcolo della quota obbligatoria di energia rinnovabile che serve utilizzare il settore trasporti.
2 - Auto elettriche: In arrivo il primo standard comune per la ricarica dei veicoli ma non si sa se funziona perché deve essere messo ancora in strada
Standard per chi e con quali prestazioni?
Audi, BMW, Daimler, Ford, General Motors, Porsche e Volkswagen hanno raggiunto un’intesa per la realizzazione di uno standard di connessione per la ricarica veloce dei veicoli elettrici in Europa e negli Stati Uniti. Il sistema unirà in un unico connettore tutte le diverse configurazioni di ricarica attualmente esistenti.
Si tratta del Combined Charging System, piattaforma per la ricarica di veicoli elettrici in Europa e negli Stati Uniti.
Il sistema unisce in un unico connettore tutte le diverse configurazioni di ricarica e adotta il medesimo protocollo di comunicazione tra il veicolo e la stazione di ricarica (PLC, power-line communication utilizzato nei sistemi elettrici). Ciò permette ai veicoli delle case produttrici che hanno raggiunto l'accordo di utilizzare le stesse stazioni di ricarica veloce (è un'ora il tempo per fare rifornimento, ma solo disponendo a bordo del veicolo di un secondo carica batterie opzionale oltre a quello che si usa quando si ricarica la vettura a casa a bassa potenza).
I sette costruttori sono allineati nel ritenere che un approccio condiviso allo sviluppo dei sistemi di ricarica vada a vantaggio sia dei consumatori che dell’industria, nonché di chi dovrà pianificare la distribuzione sul territorio delle infrastrutture. Tuttavia in questo caso, è necessario duplicare su ogni veicolo, e quindi con costi non irrilevanti per i consumatori, l'apparecchio elettrico che converte da alternata a continua la corrente elettrica per essere immagazzinata nella batteria. La standardizzazione porterà all’adozione di una piattaforma comune che faciliterà la costruzione dei veicoli elettrici (seppur con peso aggiuntivo imbarcato a bordo e dovendo smaltire ingente calore), darà una spinta in avanti all’installazione dei sistemi di ricarica meno raffinati, e migliorerà l’esperienza del prodotto per i guidatori di veicoli elettrici (considerando in un'ora il tempo per recuperare un'autonomia accettabile).
La scelta del Combined Charging System come piattaforma comune è stata effettuata sulla base dell’analisi delle attuali strategie per le tecnologie di ricarica, in funzione dell’ergonomia dei connettori, e tenendo conto dei desideri dei clienti negli Stati Uniti e in Europa.
L’approccio comune dei costruttori in entrambi i continenti agevolerà la pianificazione delle infrastrutture future, e l’adozione di un protocollo di comunicazione comune permetterà l’integrazione dei veicoli elettrici nelle smart grid, le reti elettriche intelligenti, ma probabilmente non utilizzando una tecnologia conveniente per l'automobilista (maggiori costo, peso, calore, e lentezza del servizio) molto probabilmente evidenzierà carenze gravi rispetto ad altri sistemi, al momento più diffusi, che permettono di ricaricare in meno di mezz'ora l'80% della capacità della batteria (con meno peso a bordo, solo meno di 1000 euro di costo per l'apparato di ricarica ad alta potenza e meno calore da smaltire, perché il grosso del lavoro lo fa il caricabatterie esterno connesso alla rete elettrica.
Meno perplessità sull'efficacia dei servizi ci sono invece per i servizi di ricarica a bassa potenza tipici dei luoghi privati dove si sosta per più di 4 ore.
I sette costruttori si sono accordati anche nella scelta dell’HomePlug Green Phy come protocollo di comunicazione, facilitando l’integrazione dei veicolo elettrici anche con le future applicazioni della smart grid.
I costruttori indicano il successo negli USA dei sistemi standard di ricarica di primo e secondo livello (il primo per la ricarica a 120v, il secondo per quelle a 220v) come un esempio di quanto la standardizzazione possa facilitare l’adozione dell’elettrico e migliorare la soddisfazione del cliente per le ricariche a bassa potenza 8 e 16 ampere (rispettivamente per un veicolo medio 12 ore e 6 ore). L’approvazione dello standard J1772 (di primo e secondo livello) ha infatti garantito ai proprietari di veicoli elettrici la serenità e la sicurezza di poter effettuare la ricarica anche nelle stazioni di secondo livello. Prima della standardizzazione, non era possibile essere certi della compatibilità della stazione di ricarica con il proprio veicolo.
La nuova piattaforma di ricarica comune è retrocompatibile sia con il connettore J1772 (utilizzato nel mercato americano), sia con i sistemi europei basati sullo standard IEC 62196 di Tipo 2, che adotta un connettore della medesima forma.
Quale sarebbe allora la soluzione ottimale?
E' senz'altro vero che sarebbe meglio avere nella carrozzeria una sola apertura con un'unica connessione multifunzione e utilizzabile in maniera modulare (a casa la parte piccola della connessione, in strada la parte grande per l'alta potenza), ma occorre tenere conto delle prestazioni in funzione delle esigenze che ha l'automobilista che usa il veicolo elettrico: ricaricare per strada quando serve nel minor tempo possibile.
La connessione multifunzione quindi deve includere al proprio interno, oltre il segnale pilota che assicura la integrità istante per istante del collegamento elettrico, sia i segnali di controllo (non solo quelli PLC, i medesimi utilizzati per la bassa potenza) che i contatti di potenza per la ricarica in corrente alternata a bassa o media potenza e per la ricarica in corrente continua ad alta potenza.
La connessione deve anche ospitare sia i segnali del protocollo CHAdeMO (che utilizza il CAN bus, protocollo di comunicazione per l'automazione diffusissimo nel settore automotive per il telecontrollo istantaneo del caricabatterie di terra che effettua la modulazione di amperaggio e voltaggio della corrente in funzione della temperatura della batteria in carica che consente e ha dimostrato di massimizzare le prestazioni). Ad oggi non si sa se i segnali PLC siano in grado di pilotare il caricabatterie di terra istante per istante.
I sistemi di ricarica in corrente continua promettono sviluppi entro 5 anni con potenze di ricarica fino a 250 kW e circa 1 MW entro dieci anni per batterie con materiali nanostrutturati (nei prossimi 2-4 anni le batterie dei veicoli triplicheranno la capacità rispetto a quelle attuali).
I sistemi di ricarica in corrente alternata ad alta potenza ci sono, ma non sono utilizzati (se non a bassa potenza...) perché non sono diffusi i caricabatterie a bordo di alta potenza anche perché comportano un esborso di alcune migliaia di euro per ogni consumatore, contro i 10.000 euro investiti per servire 20 o 30 veicoli al giorno, prezzo di una infrastruttura ad alta potenza in corrente continua a cui basta un componente di bordo compatto e dal costo di meno di mille euro.
La battaglia vera sarà sull'affidabilità dei sistemi di pilotaggio e su chi sarà più veloce senza compromettere la vita della batteria. Il CHAdeMO oggi già funziona e i caricabatterie conformi sono interfacciati alla rete elettrica. Altri sistemi devono dimostrare il loro valore, ma non si può perdere tempo e soldi.
1 - Auto elettriche: Renault-Nissan e PSA verso standard di ricarica rapida anche in meno di 30 minuti.
La Citroen C-Zero, fra le altre vetture, dispone delle due tecnologie di ricarica: corrente alternata (3 kW) e corrente continua (alta potenza) con protocollo di controllo CHAdeMO. |
Francia e Giappone unite per lo studio di uno standard unico di ricarica per le auto elettriche in Asia, Europa e Stati Uniti, basato sul protocollo CHAdeMO che sta avendo vasto consenso fra costruttori di appararati di ricarica e consumatori per i ridotti tempi dei servizi di ricarica (5, 10 o 25-30 minuti al massimo). L’Alleanza Renault-Nissan, il gruppo PSA Peugeot-Citroen e Mitsubishi Motors hanno annunciato l’intenzione di lavorare congiuntamente per promuovere un sistema comune per le colonnine di ricarica rapida. Per questo obiettivo è stato scelto come base il marchio attuale EV Ready di Renault e Schneider Electric. L’intenzione è di diffondere questa sola tecnologia in tutte le strutture di ricarica in Europa. Un progetto ambizioso che coinvolge cinque tra le maggiori case costruttrici del mondo e che impiega l'affidabilissimo CAN bus che è la tecnologia che fa parlare fra di loro tutti gli apparati delle nostre automobili.
Il marchio di conformità EV Ready è stato introdotto l’anno scorso ed è conforme a tutti gli standard esistenti, oltre a tenere in considerazione gli sviluppi futuri della normativa europea sulle auto elettriche. Tutti i criteri di certificazione saranno preparati, presentati e convalidati nel corso dei prossimi mesi.
L’individuazione e la scelta di uno standard unico per le centraline di ricarica è un punto cruciale nella dialettica che in futuro porterà alla diffusione capillare di questi sistemi propulsivi. L’iniziativa da parte di Renault, Nissan, Peugeot, Citroen e Mitsubishi in questo senso potrebbe dare a queste aziende un vantaggio competitivo notevole, in caso di successo.
Sono già oltre sessanta le realtà aziendali al lavoro sul progetto EV Ready, dai fornitori di energia ai produttori di pezzi e componenti. Per il momento la conformità è ancora legata all’autocertificazione da parte del gestore, ma si punta ad arrivare ad un processo certificato e riconosciuto a livello internazionale.
In Italia si stanno accordando Eni e l'Alleanza Renault-Nissan per i servizi di ricarica presso i punti vendita della rete di distributori di carburanti di Eni con servizi ad alta potenza sia in corrente continua (meno di trenta minuti), sia in corrente alternata (un'ora), sia sostituzione della batteria. Nelle aree di servizio tali apparati possono essere eventualmente alimentati con sistemi connessi in rete ma dotati di accumuli accumuli (storage) alimentati da fonti rinnovabili. In tale caso l'energia elettrica da fonti rinnovabili vale 2,5 volte ai fini del calcolo della quota obbligatoria di energia rinnovabile che serve utilizzare il settore trasporti.
2 - Auto elettriche: In arrivo il primo standard comune per la ricarica dei veicoli ma non si sa se funziona perché deve essere messo ancora in strada
Audi, BMW, Daimler, Ford, General Motors, Porsche e Volkswagen hanno raggiunto un’intesa per la realizzazione di uno standard di connessione per la ricarica veloce dei veicoli elettrici in Europa e negli Stati Uniti. Il sistema unirà in un unico connettore tutte le diverse configurazioni di ricarica attualmente esistenti.
Si tratta del Combined Charging System, piattaforma per la ricarica di veicoli elettrici in Europa e negli Stati Uniti.
Il sistema unisce in un unico connettore tutte le diverse configurazioni di ricarica e adotta il medesimo protocollo di comunicazione tra il veicolo e la stazione di ricarica (PLC, power-line communication utilizzato nei sistemi elettrici). Ciò permette ai veicoli delle case produttrici che hanno raggiunto l'accordo di utilizzare le stesse stazioni di ricarica veloce (è un'ora il tempo per fare rifornimento, ma solo disponendo a bordo del veicolo di un secondo carica batterie opzionale oltre a quello che si usa quando si ricarica la vettura a casa a bassa potenza).
I sette costruttori sono allineati nel ritenere che un approccio condiviso allo sviluppo dei sistemi di ricarica vada a vantaggio sia dei consumatori che dell’industria, nonché di chi dovrà pianificare la distribuzione sul territorio delle infrastrutture. Tuttavia in questo caso, è necessario duplicare su ogni veicolo, e quindi con costi non irrilevanti per i consumatori, l'apparecchio elettrico che converte da alternata a continua la corrente elettrica per essere immagazzinata nella batteria. La standardizzazione porterà all’adozione di una piattaforma comune che faciliterà la costruzione dei veicoli elettrici (seppur con peso aggiuntivo imbarcato a bordo e dovendo smaltire ingente calore), darà una spinta in avanti all’installazione dei sistemi di ricarica meno raffinati, e migliorerà l’esperienza del prodotto per i guidatori di veicoli elettrici (considerando in un'ora il tempo per recuperare un'autonomia accettabile).
La scelta del Combined Charging System come piattaforma comune è stata effettuata sulla base dell’analisi delle attuali strategie per le tecnologie di ricarica, in funzione dell’ergonomia dei connettori, e tenendo conto dei desideri dei clienti negli Stati Uniti e in Europa.
L’approccio comune dei costruttori in entrambi i continenti agevolerà la pianificazione delle infrastrutture future, e l’adozione di un protocollo di comunicazione comune permetterà l’integrazione dei veicoli elettrici nelle smart grid, le reti elettriche intelligenti, ma probabilmente non utilizzando una tecnologia conveniente per l'automobilista (maggiori costo, peso, calore, e lentezza del servizio) molto probabilmente evidenzierà carenze gravi rispetto ad altri sistemi, al momento più diffusi, che permettono di ricaricare in meno di mezz'ora l'80% della capacità della batteria (con meno peso a bordo, solo meno di 1000 euro di costo per l'apparato di ricarica ad alta potenza e meno calore da smaltire, perché il grosso del lavoro lo fa il caricabatterie esterno connesso alla rete elettrica.
Meno perplessità sull'efficacia dei servizi ci sono invece per i servizi di ricarica a bassa potenza tipici dei luoghi privati dove si sosta per più di 4 ore.
I sette costruttori si sono accordati anche nella scelta dell’HomePlug Green Phy come protocollo di comunicazione, facilitando l’integrazione dei veicolo elettrici anche con le future applicazioni della smart grid.
I costruttori indicano il successo negli USA dei sistemi standard di ricarica di primo e secondo livello (il primo per la ricarica a 120v, il secondo per quelle a 220v) come un esempio di quanto la standardizzazione possa facilitare l’adozione dell’elettrico e migliorare la soddisfazione del cliente per le ricariche a bassa potenza 8 e 16 ampere (rispettivamente per un veicolo medio 12 ore e 6 ore). L’approvazione dello standard J1772 (di primo e secondo livello) ha infatti garantito ai proprietari di veicoli elettrici la serenità e la sicurezza di poter effettuare la ricarica anche nelle stazioni di secondo livello. Prima della standardizzazione, non era possibile essere certi della compatibilità della stazione di ricarica con il proprio veicolo.
La nuova piattaforma di ricarica comune è retrocompatibile sia con il connettore J1772 (utilizzato nel mercato americano), sia con i sistemi europei basati sullo standard IEC 62196 di Tipo 2, che adotta un connettore della medesima forma.
Quale sarebbe allora la soluzione ottimale?
E' senz'altro vero che sarebbe meglio avere nella carrozzeria una sola apertura con un'unica connessione multifunzione e utilizzabile in maniera modulare (a casa la parte piccola della connessione, in strada la parte grande per l'alta potenza), ma occorre tenere conto delle prestazioni in funzione delle esigenze che ha l'automobilista che usa il veicolo elettrico: ricaricare per strada quando serve nel minor tempo possibile.
La connessione multifunzione quindi deve includere al proprio interno, oltre il segnale pilota che assicura la integrità istante per istante del collegamento elettrico, sia i segnali di controllo (non solo quelli PLC, i medesimi utilizzati per la bassa potenza) che i contatti di potenza per la ricarica in corrente alternata a bassa o media potenza e per la ricarica in corrente continua ad alta potenza.
La connessione deve anche ospitare sia i segnali del protocollo CHAdeMO (che utilizza il CAN bus, protocollo di comunicazione per l'automazione diffusissimo nel settore automotive per il telecontrollo istantaneo del caricabatterie di terra che effettua la modulazione di amperaggio e voltaggio della corrente in funzione della temperatura della batteria in carica che consente e ha dimostrato di massimizzare le prestazioni). Ad oggi non si sa se i segnali PLC siano in grado di pilotare il caricabatterie di terra istante per istante.
I sistemi di ricarica in corrente continua promettono sviluppi entro 5 anni con potenze di ricarica fino a 250 kW e circa 1 MW entro dieci anni per batterie con materiali nanostrutturati (nei prossimi 2-4 anni le batterie dei veicoli triplicheranno la capacità rispetto a quelle attuali).
I sistemi di ricarica in corrente alternata ad alta potenza ci sono, ma non sono utilizzati (se non a bassa potenza...) perché non sono diffusi i caricabatterie a bordo di alta potenza anche perché comportano un esborso di alcune migliaia di euro per ogni consumatore, contro i 10.000 euro investiti per servire 20 o 30 veicoli al giorno, prezzo di una infrastruttura ad alta potenza in corrente continua a cui basta un componente di bordo compatto e dal costo di meno di mille euro.
La battaglia vera sarà sull'affidabilità dei sistemi di pilotaggio e su chi sarà più veloce senza compromettere la vita della batteria. Il CHAdeMO oggi già funziona e i caricabatterie conformi sono interfacciati alla rete elettrica. Altri sistemi devono dimostrare il loro valore, ma non si può perdere tempo e soldi.
venerdì 14 ottobre 2011
Fast charging: riduzione dei prezzi degli apparati di ricarica rapida
NISSAN SVILUPPA NUOVE STAZIONI DI RICARICA RAPIDA PER VEICOLI ELETTRICI
Introdotte sul mercato giapponese a novembre, presto anche in Usa e Europa agli inizi del 2012
Prestazioni ai massimi livelli in uno spazio ancora piu' contenuto. Nissan presenta le nuove stazioni di ricarica che saranno commercializzate in tutto il Giappone a partire dal prossimo novembre. Grazie alle dimensioni contenute, le nuove stazioni ricarica - si precisa in una nota della Global NewsRoom - occuperanno meno spazio e saranno anche più facili da installare. Al momento della vendita, le nuove colonnine di ricarica rapida saranno molto competitive in termini di prezzo: il prezzo unitario, infatti, sarà notevolmente inferiore al milione di yen (circa 9.500 euro) e nella versione base costerà circa la metà rispetto alle colonnine di ricarica attualmente in commercio costruite da Nissan (quindi meno di 8.000 euro).
Nissan punta a vendere 5.000 unità di questo nuovo sistema di ricarica rapida entro la fine dell'anno fiscale 2015 al fine di contribuire allo sviluppo della rete d'infrastrutture per la ricarica veloce in Giappone.
L'azienda nipponica prevede di installare progressivamente queste nuove colonnine di ricarica presso i concessionari distribuiti in tutto il territorio giapponese, ma anche presso le sedi di uffici governativi e strutture pubbliche frequentate quotidianamente da un gran numero di potenziali utenti. La casa nipponica è inoltre alla ricerca di aziende-partner per la vendita per garantire una capillare presenza sul territorio che assicuri ai clienti un'esperienza di guida elettrica confortevole e conveniente. In futuro, Nissan ha in programma di vendere queste nuove stazioni di ricarica anche in Europa e Stati Uniti.
Nissan punta a vendere 5.000 unità di questo nuovo sistema di ricarica rapida entro la fine dell'anno fiscale 2015 al fine di contribuire allo sviluppo della rete d'infrastrutture per la ricarica veloce in Giappone.
L'azienda nipponica prevede di installare progressivamente queste nuove colonnine di ricarica presso i concessionari distribuiti in tutto il territorio giapponese, ma anche presso le sedi di uffici governativi e strutture pubbliche frequentate quotidianamente da un gran numero di potenziali utenti. La casa nipponica è inoltre alla ricerca di aziende-partner per la vendita per garantire una capillare presenza sul territorio che assicuri ai clienti un'esperienza di guida elettrica confortevole e conveniente. In futuro, Nissan ha in programma di vendere queste nuove stazioni di ricarica anche in Europa e Stati Uniti.
Nissan Motor Co., Ltd ha svelato a metà settembre al grande pubblico i nuovi apparati ottimizzati di ricarica rapida sviluppate dalla stessa Casa automobilistica, annunciandone l’inizio della commercializzazione in tutto il Giappone a partire dal prossimo novembre e dall'inizio del 2012 in Europa (per installarne entro l'anno almeno 3000).
Le nuove colonnine di ricarica rapida (meno di 30 minuti o brevi rabbocchi da 5 o 10 minuti) mantengono le elevate prestazioni delle precedenti stazioni di progettate da Nissan - ed attualmente in vendita al prezzo di 1,47 milioni di yen (circa 14.000 euro, IVA inclusa) - ma sono grandi la metà e ottimizzate per una vasta produzione industriale.
Grazie alle dimensioni contenute, le nuove stazioni ricarica occuperanno meno spazio e saranno anche più facili da istallare. Al momento della vendita, le nuove colonnine di ricarica veloce saranno molto competitive in termini di prezzo e offriranno ai clienti dei benefici reali: il prezzo unitario, infatti, sarà notevolmente inferiore al milione di yen (circa 9.500 €) e nella versione base costerà circa la metà rispetto alle colonnine di ricarica attualmente in commercio.
Nissan punta a vendere 5.000 unità di questo nuovo sistema di ricarica rapida entro la fine dell’anno fiscale 2015 al fine di contribuire allo sviluppo della rete d’infrastrutture per la ricarica veloce in Giappone.
L’azienda nipponica prevede di installare progressivamente queste nuove colonnine di ricarica presso i concessionari distribuiti in tutto il territorio giapponese, ma anche presso le sedi di uffici governativi e strutture pubbliche frequentate quotidianamente da un gran numero di potenziali utenti.
Nissan è, inoltre, alla continua ricerca di aziende-partner per la vendita per garantire una capillare presenza sul territorio che assicuri ai clienti un’esperienza di guida elettrica confortevole e conveniente.
Nel prossimo anno, Nissan ha in programma di vendere queste nuove stazioni di ricarica anche in Europa (almeno 3000) e Stati Uniti.
Le nuove colonnine di ricarica rapida (meno di 30 minuti o brevi rabbocchi da 5 o 10 minuti) mantengono le elevate prestazioni delle precedenti stazioni di progettate da Nissan - ed attualmente in vendita al prezzo di 1,47 milioni di yen (circa 14.000 euro, IVA inclusa) - ma sono grandi la metà e ottimizzate per una vasta produzione industriale.
Grazie alle dimensioni contenute, le nuove stazioni ricarica occuperanno meno spazio e saranno anche più facili da istallare. Al momento della vendita, le nuove colonnine di ricarica veloce saranno molto competitive in termini di prezzo e offriranno ai clienti dei benefici reali: il prezzo unitario, infatti, sarà notevolmente inferiore al milione di yen (circa 9.500 €) e nella versione base costerà circa la metà rispetto alle colonnine di ricarica attualmente in commercio.
Nissan punta a vendere 5.000 unità di questo nuovo sistema di ricarica rapida entro la fine dell’anno fiscale 2015 al fine di contribuire allo sviluppo della rete d’infrastrutture per la ricarica veloce in Giappone.
L’azienda nipponica prevede di installare progressivamente queste nuove colonnine di ricarica presso i concessionari distribuiti in tutto il territorio giapponese, ma anche presso le sedi di uffici governativi e strutture pubbliche frequentate quotidianamente da un gran numero di potenziali utenti.
Nissan è, inoltre, alla continua ricerca di aziende-partner per la vendita per garantire una capillare presenza sul territorio che assicuri ai clienti un’esperienza di guida elettrica confortevole e conveniente.
Nel prossimo anno, Nissan ha in programma di vendere queste nuove stazioni di ricarica anche in Europa (almeno 3000) e Stati Uniti.
Principali caratteristiche del nuovo sistema di ricarica rapida:
1. Sicurezza
Il nuovo sistema di carica può essere utilizzato anche in caso di pioggia ed offre dispositivi di sicurezza all’avanguardia, come l’innovativo sistema di monitoraggio per evitare la possibilità di corto circuito in fase di ricarica.
2. Compatibilità universale
Il prodotto è conforme al protocollo CHAdeMO (*1) pertanto è compatibile non solo con i veicoli elettrici a marchio Nissan ma anche con gli EV di altri costruttori automobilistici.
3. Reattiva ai vari ambienti di ricarica
Per far fronte alle diverse esigenze dei clienti, Nissan ha dotato questo innovativo sistema di ricarica di tre modalità d’uso: Base, Standard, Operatività clima freddo.
4. Prezzo Competitivo
Grazie all'adozione del nuovo circuito elettrico (*2) e dalla connessa tecnologia utilizzata da Nissan nella produzione e in R & S, la nuova unità, caratterizzata da un design semplice ed efficiente, sarà disponibile ad un prezzo davvero competitivo.
Specifiche
Specifiche versione base
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Specifiche versione standard
|
Specifiche versione per basse temperature
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Corrente nominale in ingresso
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49 kW 3 - C.A. 200 V
| ||
Tensione in uscita
|
C.C. 500 V max.
| ||
Corrente in uscita
|
C.C. 125 A max.
| ||
Cavo di alimentazione dell'EV
|
Conforme a JEVS G 105-1993 (*3)
| ||
Altezza/Larghezza/Profondità (mm)
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1.840 x 380 x 665
|
1.840 x 380 x 665
|
1.840 x 380 x 665
|
Contromisure adottate
|
- Apparecchiature di riscaldamento
- Cavo anti-gelo
| ||
Dati tecnici
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- Specifiche interni
- Nessun display LCD
- Gancio per connettore di ricarica esterno
- Cavo da 2 m
- Verniciatura anti-ruggine
|
- Specifiche esterni
- Display LCD monocromatico (display LCD a colori opzionale)
- Portaconnettore integrato
- Cavo da 4 m
- Verniciatura finale (bianca)
|
- Specifiche esterni
- Display LCD monocromatico (display LCD a colori opzionale)
- Portaconnettore integrato
- Cavo da 4 m
- Veriniciatura finale (bianca)
- Ricaldamento
- Cavo anti-gelo |
*2 La tecnologia del nuovo circuito elettrico: risultato dato dalla collaborazione con Nagaoka University of Technology.
*3 JEVS G105-1993: The Japan Automotive Research Institute (JARI) ha creato una nuova organizzazione per la standardizzazione della tecnologia EV, il Japan Electric Vehicle Association Standard (JEVS).
Il G 105-1993 è il connettore che può essere utilizzato presso la Eco-stazione per i sistemi di ricarica veloce dei veicoli elettrici.
Hidetoshi Kadota Capo ingegnere dei veicoli elettrici Nissan dimostra come ricaricare una Nissan LEAF utilizzando il nuovo carica batterie rapido prodotto da Nissan e distribuito in Europa in alcune migliaia di esemplari entro i primi mesi del 2013.
Fonte.