lunedì 21 febbraio 2011

Dal 2013 una gamma elettrica per Bmw: presto presentate la BMW i3 e Bmw i8

Dopo diversi decenni di inseguimento della chimera idrogeno, BMW ha finalmente fatto un passo in avanti: cambia la lettera! 
Dopo la "H" di idrogeno viene la lettera "i" con cui BMW identifica dal 2013 tutti i modelli di una sua gamma a trazione elettrica. La mobilità elettrica nel giro di 10 anni potrebbe arrivare a rappresentare il 20% del mercato automobilistico e anche BMW lo ha capito.


Dopo la lettera M per le sportive e la X per le suv, una lettera che simboleggia una svolta epocale.

IN ARRIVO NEL 2013 - La BMW ha annunciato in una conferenza stampa la nascita del marchio “i” che, in futuro, identificherà tutte le vetture a trazione elettrica (a batterie ed ibride) della casa bavarese. I primi modelli del nuovo “sub-brand” della BMW saranno la citycar i3 e la sportiva i8 (nel disegno in alto) che debutteranno nel 2013 e saranno prodotte nell’impianto tedesco di Lipsia, in cui saranno investiti 400 milioni di euro per la realizzazione della linea produttiva dedicata alle due vetture.
Bmw i presentazione 10Il logo del nuovo marchio BMW.

LIFEDRIVE
 - Sia la BMW i3 che la BMW i8 adotteranno la nuova ossatura LifeDrive, composta dal telaio in alluminio abbinato alla cellula dell’abitacolo in fibra di carbonio. Questa struttura consentirà di annullare l’aggravio di peso che normalmente è causato dalle batterie agli ioni di litio che alimentano i motori elettrici e sarà caratterizzata da 
una specifica disposizione degli organi meccanici ed elettrici (batterie in primis).

MEGACITY ELETTRICA - La BMW i3 sarà la versione di serie della citycar elettrica finora conosciuta come Megacity. L’auto dovrebbe essere disponibile nelle varianti di carrozzeria a 3 e 5 porte, mentre l’autonomia dovrebbe ammontare a circa 160 km. Se come dichiarato l'aggravio di peso si annulla si potrebbe fare di più, vedremo. Quello che conta è il consumo specifico al km. Secondo quanto dichiarato dalla casa bavarese, la BMW i3 nascerà come risposta ai problemi della mobilità del futuro nelle grandi città mondiali.
 
Bmw i presentazione 07
La sede della BMW a Monaco di Baviera durante la presentazione del marchio "i".


SUPERCAR IBRIDA
La BMW i8, invece, sarà la versione di serie della concept car Vision EfficientDynamics. Si tratterà della super sportiva a propulsione ibrida con batterie ricaricabili (plug-in), equipaggiata con lo stesso motore elettrico della i3 che sarà abbinato al propulsore a benzina 1.5i Turbo a 3 cilindri.

SUB-BRAND 


Una "i" obliqua con i contorni azzurri, che dà l'impressione di essere stata ricavata da un blocco di alluminio a cui è stata tolta la materia per evidenziarne l'effetto tridimensionale, è il nuovo logo che da oggi accompagnerà i prodotti ecologici Bmw. Un sub-brand nel quale confluiranno tutti i progetti di mobilità sostenibile, sia elettrici, sia ibridi, che nei prossimi anni entreranno a far parte del listino bavarese. Una mobilità sostenibile ma premium, come doveroso per questa Casa. Il perché Bmw abbia sentito l'esigenza di differenziare con un nuovo marchio questo genere di prodotti non è difficile da intuire. La "i" aiuterà ad identificarli immediatamente nella gamma del Gruppo tedesco.
SVOLTA ELETTRICA
L'evento non è da poco: indica come l'impegno di Bmw, che fino a poco tempo fa sembrava voler puntare tutto nel recupero di efficienza delle tecnologie utilizzate nei suoi prodotti (il famoso Efficient Dynamics appunto), sia oggi rivolto anche ad altre forme di mobilità ancor più rispettosa dell'ambiente. In particolare a quella a impatto zero. "i" starebbe infatti per "elettrica di nascita", oltre che per "intelligente", secondo l'uso che ne hanno fatto altri produttori, non solo di automobili. 
NUOVI SERVIZI ANCHE ADDIZIONALI ALLA MOBILITA'
Insieme ai nuovi prodotti, Bmw espanderà anche i servizi di mobilità per le vetture elettriche. A tale scopo è stata fondata la Bmw i Ventures con sede a New York, alla quale competerà lo sviluppo di soluzioni per l'utilizzo di parcheggi, così come l'attivazione di sistemi di navigazione con informazioni locali, itinerari intermodali e servizi premium di car-sharing. Servizi, quelli offerti da BMW i, che la Casa di Monaco definisce come addizionali alla mobilità, ovvero che possono essere utilizzati indipendentemente dal veicolo. Questo permetterà la creazione di un nuova area di business a lungo termine e di attrarre nuovi clienti verso i marchi del gruppo.

SERVIZI A BORDO

“I requisiti di mobilità stanno cambiando nelle megalopoli con rapida espansione” aggiunge Ian Robertson, “il nostro impegno nell’attivare servizi di mobilità a bordo, come il BMW ConnectedDrive, verrà espanso significativamente con la BMW i. Amplieremo i nostri servizi premium per la mobilità. Quello che è realmente innovativo è che offriremo servizi di mobilità premium indipendenti dalla vettura. BMW i mira a fornire soluzioni di mobilità personalizzate attraverso un network integrato di prodotti premium e servizi premium”.

INNOVARE E PERFEZIONARE

L’attenzione è rivolta verso soluzioni che incrementano l’utilizzo di parcheggi esistenti, così come sistemi di navigazione con informazioni locali, pianificazione di itinerari intermodali e servizi premium di car-sharing. In aggiunta ai servizi sviluppati internamente, il BMW Group sta portando avanti collaborazioni con società partner ed esplorando investimenti strategici di capitale in fornitori di servizi di mobilità.

MY CITY WAY

Con questa finalità, la società BMW i Ventures ha l’obiettivo di espandere la serie di prodotti e servizi offerti da BMW i sostenendo fornitori di servizi altamente innovativi. My City Way, con sede a New York, è la prima società in cui BMW i Ventures ha investito.

Sulla partnership, Ian Robertson dice, “Sono emozionato di annunciare che abbiamo appena firmato la nostra prima partnership strategica con My City Way. Come applicazione, My City Way fornisce agli utilizzatori informazioni sui trasporti pubblici, disponibilità di parcheggi, e attrazioni locali per più di 40 città negli Stati Uniti. Altre 40 città si aggiungeranno al lancio globale, incluso Monaco, ovviamente.”



ULTRA LUSSO ELETTRICO PURO
DI ROLLS-ROYCE 102 EX

Sempre nel Gruppo BMW il tema trazione elettrica si declina anche sotto il marchio Rolls-Royce, da sempre eccellenza anche nell'industria meccanica ad altre prestazioni, inclusa quella aerospaziale.

Ancora poche settimane e si aprirà il Salone internazionale delle auto, nella città di Ginevradal 3 al 13 marzo 2011. In questa occasione il marchio automobilistico Phantom presenterà il primo prototipo di auto elettrica di lusso, la Rolls-Royce 102 EX.
La realizzazione della vettura elettrica che segue il trend del mercato italiano ed europeo, sempre più attento alle auto ibride ed elettriche, si inserisce in un piano più ampio, il progetto di mobilità sostenibile Megacity, che prevede la nascita di un marchio specifico.
L’amministratore delegato di casa Goodwood, Torsten Muller-Otvos, ha confermato le voci sul prototipo di auto elettrica di lusso che il gruppo BMW presenterà al Salone di Ginevra di marzo. Finora le indiscrezioni sul motore elettrico e sul design della nuova vettura non sono ancora molto, probabilmente torneremo sull’argomento anche perché per noi è molto significativo: anche le auto di lusso di tingono di verde in un mondo sempre più sensibile alle tematiche ambientali, all’inquinamento e al risparmio energetico. Come spiega Muller-Otvos, la Rolls-Royce EX 102 (ossia Experimental) sarà testata su strada a breve. La preoccupazione del marchio automobilistico non è certo nel costo della futura auto elettrica di lusso, nè sulla qualità del funzionamento e sul design Roll-Royce: quello che più spaventa è il modo in cui il prototipo elettrico sarà visto dai probabili acquirenti. Un motore elettrico e una batteria al litio possono alimentare una vettura di lusso? L’ecologico si abbina al green? Per studiare le preferenze degli automobilisti e capire come e quanto investire nell’elettrico anche per le auto di lusso è stato aperto un forum Electric Luxury in cui si legge “Is this the future?” Noi speriamo che sia proprio questo il futuro delle automobili e che la mobilità sostenibile ottenga sempre maggiore consenso e applicazione concreta, ma per scoprire cosa ne pensa il mercato internazionale bisognerà aspettare il Salone di Ginevra. E' il futuro? PER FORZA!

La Banca Europea degli Investimenti (BEI) investe sulla mobilità elettrica a Parigi

La BEI investe sull'auto elettrica concedendo prestito al gruppo Bollorè


Maxi prestito di 130 milioni di euro per lo sviluppo delle batterie per le auto elettriche Il gruppo punta sullo sviluppo di una nuova generazione di batterie nate dal mix litio-metallo-polimeri, una tecnologia che offre un'autonomia di 250 km e più sicurezza dei veicoli elettrici, totalmente silenziosi e senza emissioni di CO2. La BEI sostiene politica di promozione dell'elettrico che fa parte della strategia per le green cars di cars21.

La Banca Europea degli Investimenti (BEI) ha reso nota la concessione di un prestito di 130 milioni di euro al Gruppo Bollorè per finanziare gli investimenti nel settore dello stoccaggio di energia nelle batterie per veicoli a trazione elettrica. Il gruppo francese, ormai è un dato di fatto, è interessato alle attività della Pininfarina proprio nel settore dell’auto elettrica. Philippe de Fontaine Vive, vicepresidente della BEI, e Vincent Bolloré, presidente e CEO di Groupe Bollorè, hanno firmato l'accordo. "Sono molto lieto di firmare questo contratto di finanziamento con Vincent Bollorè, che segna l’impegno concreto di innovazione della BEI per la ricerca e sviluppo in Francia - ha sottolineato Philippe de Fontaine Vive. Facciamo affidamento sulla tecnologia, perché rappresenta la "punta di lancia per il futuro in termini di sviluppo economico e sostenibile. Si tratta di posti di lavoro altamente qualificati e che hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana dei cittadini". "La collaborazione contribuirà ad accompagnare il gruppo Bollorè, che investe da diciotto anni in batterie elettriche, così come la nostra filiale IER che vede una parte significativa delle sue vendite nel business della ricerca e sviluppo" - ha tenuto a rimarcare Vincent Bollorè. Il gruppo punta sullo sviluppo di una nuova generazione di batterie nate dal mix litio-metallo-polimeri, una tecnologia che offre un'autonomia di 250 km e piu' sicurezza dei veicoli elettrici, totalmente silenziosi e senza emissioni di CO2. Bolloré è impegnato nel lancio dell'auto elettrica da 10 mila euro e si avvia a gestire il car sharing (ovviamente con auto elettriche) nel comune di Parigi (3000 veicoli, mille punti di ricarica dedicati). La BEI dimostra un grande interesse per il settore della mobilità verde, portando avanti una politica di promozione ben precisa, in accordo con le direttive della Commissione Europea.

Alcuni riferimenti:
Bei - Promouvoir les véhicules électriques et les infrastructures de recharge connexes en Europe
Bei - Quelques exemples de projets financés par la BEI dans le cadre de sa politique de soutien à la recherche-développement et innovation dans le secteur automobile

da Electricmobility.it

Una strategia per i veicoli elettrici anche in Italia


Forse stanno cominciando ad arrivare i fatti in risposta alle domande del nostro post circa le azioni e le politiche che mettono in programma diverse realtà in Italia, mettendole a sistema per attivare un necessario sviluppo economico sostenibile, in pratica: fare di più con meno e meglio e... per tutti. Finalmente? Qui un lucido punto della situazione. E Milano parte.


Enel: nel 2020 i veicoli elettrici saranno sicuramente il 5% delle immatricolazioni, anche in assenza di una specifica politica nazionale. Saranno auspicabilmente molti di più per lo sviluppo economico e sostenibile del Paese con una oculata politica. Può essere fatto ed è necessario. C'è un buon inizio in Puglia con un progetto integrato su scala regionale. Decisiva sarà la sinergia orizzontale su scala nazionale tra istituzioni, aziende, case automobilistiche per la promozione del mezzo elettrico, gli incentivi all'utilizzo, la semplificazione della regolamentazione, la creazione di infrastrutture di ricarica. Emilia: al via un coordinamento su scala regionale per la mobilità elettrica. Piemonte: la Regione firma un bando da un milione di euro in collaborazione con altri enti europei su mobilità elettrica e innovazione con scadenza il 31 marzo. A Roma alleanza fra Acea e Enel e a Torino un progetto pilota per la città.


Nel 2020 i veicoli elettrici potranno costituire il 5% delle immatricolazioni in una forchetta che potrebbe essere anche maggiore se vi sarà collaborazione tra istituzioni, aziende e cittadini. La Toscana, con la sperimentazione che stiamo facendo a Pisa è uno degli elementi di forza della mobilità elettrica.
Enel crede che la mobilità elettrica da sola non sarà la soluzione a tutti i problemi del traffico, ma rappresenta senza dubbio una parte importante della risposta. Nel contesto del progetto E-mobility Italy, che Enel e Smart promuovono a Milano, Roma e Pisa, si sperimenta positivamente l'utilizzo dell'auto elettrica: a Pisa ci sono già 36 colonnine di ricarica nelle vie della città ed una decina di Smart circolanti. Presto saranno consegnate tutte le 25 Smart per capire abitudini, bisogni e possibilità di sviluppo su larga scala della mobilità elettrica a partire dal 2012.
Decisiva in questo senso sarà la sinergia tra istituzioni, aziende, case automobilistiche per la promozione del mezzo elettrico, gli incentivi all'utilizzo, la semplificazione della regolamentazione, la creazione di infrastrutture di ricarica. Enel sta cominciando alcuni progetti pilota, in partnership con case automobilistiche e con accordi con gestori di grandi flotte di mezzi, oltre all'impegno per le Smart Grids, reti elettriche intelligenti che prima della fine del decennio consentiranno di mettere in dialogo tramite la rete i siti di generazione diffusa anche da fonte rinnovabile con le utenze, utilizzando l'auto elettrica anche per lo stoccaggio di energia.


Puglia, mobilità elettrica e Smart Grids: una intera regione laboratorio dello sviluppo economico sostenibile
Il direttore della Divisione Infrastrutture e reti di Enel, Livio Gallo ha incontrato il presidente della Regione Puglia per dare vita a due progetti dedicati a fonti rinnovabili ed efficienza energetica
Prosegue senza sosta l’impegno di Enel nel Mezzogiorno d’Italia. Dopo l’accordo, nel dicembre scorso, tra la Regione Puglia ed Enel.si, per lo sviluppo delle energie rinnovabili attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti e sui lastrici solari, il Gruppo ora lancia altre due iniziative che portano innovazione nel territorio pugliese.
Il direttore della Divisione Infrastrutture e reti di Enel, Livio Gallo, ha infatti incontrato il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola per fare il punto sui programmi di ammodernamento e di innovazione della rete elettrica pugliese.
Sono partiti così due investimenti legati a “Poi Energia”, il programma operativo interregionale che coinvolge Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, finalizzati all’aumento della quota di energia da fonti rinnovabili attraverso un progetto di potenziamento degli impianti di distribuzione finanziato con 35 milioni e al miglioramento dell’efficienza energetica, tramite un’iniziativa di implementazione delle Smart Grids con una dotazione di 13 milioni. Entrambi i progetti sono già in fase di attuazione dopo la firma delle convenzioni e costituiscono la base per un programma più ampio di collaborazione con Enel Distribuzione per fare della Puglia un modello di avanguardia.
“Avremo 250-300 colonnine di ricarica su tutto il territorio e nel 2012 cominceranno a operare alcune di esse”, ha annunciato Gallo, a proposito del grande progetto pilota sulla mobilità sostenibile. “A oggi – ha aggiunto – la limitazione è data dalla presenza di autovetture elettriche: abbiamo accordi con Mercedes, Nissan, Toyota ma la disponibilità di auto comincerà a partire dal 2012”.
Anche sul fronte delle reti intelligenti, il passo è veloce. Sfruttando le peculiarità della regione, Enel sta infatti sviluppando una Smart Grids in grado di assicurare l’uso razionale dell’energia, dare un contributo concreto allo sviluppo sostenibile e consentire di accedere a tecnologie innovative come quella dell’auto elettrica, i porti verdi o l’illuminazione a Led. Unendo quindi l’elettromeccanica, l’elettrotecnica, l’informatica e le telecomunicazioni, saranno realizzati sistemi per trasportare grandi masse di dati, per elaborarle ed essere capaci di utilizzare meglio l’energia disponibile. “Possiamo costruire un progetto per rendere la Puglia una regione intelligente che, grazie alle Smart Grids, possa essere modello di riferimento per l’Europa”, ha commentato Livio Gallo. Secondo il governatore pugliese, si tratta “da un lato di ottimizzare l’infrastruttura e di renderla un vettore efficace, collegandosi il più rapidamente possibile alle fonti di energia, dall’altro di spremere il limone fino all’ultima goccia”.



Il modo di generare energia sta profondamente cambiando. Accanto al paradigma tradizionale “centralizzato”, con pochi grandi punti di produzione ed una rete con il principale compito di trasportare l’energia prodotta verso gli utenti, si sta affermando un nuovo paradigma “distribuito”, dove molto spesso lo stesso utilizzatore finale diviene auto-produttore di energia. La transizione verso il nuovo paradigma sembra ormai avviata ma vi sono diverse barriere da rimuovere perché il suo potenziale possa svilupparsi appieno. Una fra queste, indubbiamente tra le più significative, è quella delle infrastrutture e delle connessioni di rete, che devono “cambiare mestiere” e divenire sempre più in grado di comandare flussi bi-direzionali (da e verso l’utente) di energia, controllare una molteplicità di punti di immissione, ottimizzare i processi di load management in un contesto caratterizzato da fonti (quali quelle rinnovabili) con una forte discontinuità ed una bassa prevedibilità. Per rispondere a queste problematiche è necessario che la rete ed i dispositivi di generazione elettrica “distribuiti” diventino più “informatizzati” ed in grado di dialogare fra loro. Una sfida che deve essere raccolta sui due fronti: dalle imprese ICT che devono adattarsi ad un contesto estremamente peculiare quale la generazione di energia e dalle imprese di tecnologie nel settore delle rinnovabili, vere abilitanti delle cosiddette smart grid.




Emilia-Romagna il sistema regione per la promozione della mobilità elettrica
Mentre continua a svilupparsi il progetto E-mobility Italy, avviato in collaborazione con Daimler, Enel si è resa protagonista di un’altra rilevante iniziativa in campo di mobilità sostenibile tramite l’intesa stretta con la Regione Emilia Romagna lo scorso 3 dicembre. La firma ha avuto come cornice l’edizione 2010 del Motor Show, dove l’utility italiana figurava come sponsor principale del progetto “Electric City”. Al salone felsineo erano infatti presenti i colonnini di ricarica realizzati da Enel, sia lungo il percorso indoor interno al padiglione 30 creato per i test drive per il pubblico dei veicoli elettrici sia negli spazi espositivi di Smart e Renault. Erano presenti l’assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Alfredo Peri, il presidente di Enel Piero Gnudi, Livio Vido (Enel Ingegneria e Innovazione Spa), Livio Gallo (Enel Distribuzione Spa), il commissario straordinario del Comune di Bologna Annamaria Cancellieri, il sindaco di Reggio Emillia Graziano Delrio, gli assessori alla Mobilità dei Comuni di Reggio Emilia e Rimini, Paolo Gandolfi e Juri Magrini. “Con questo accordo siamo nella parte concreta e operativa dell'innovazione – aveva dichiarato Peri in occasione della firma. Questo protocollo inoltre ha una dimensione regionale: portiamo quindi tutto il sistema dell'Emilia-Romagna in una scommessa che comincerà a vedere i primi frutti operativi dall'anno prossimo. Coinvolgiamo le città, e quindi l'accordo si inserisce nell'organizzazione della mobilità urbana. Vogliamo prepararci ad avere una struttura a rete regionale, che sia in grado anche di far percepire ai cittadini che c'è in atto una rivoluzione nel campo delle motorizzazioni, e che noi stiamo già attrezzandoci per coglierla sin dall'inizio, come protagonisti attivi”. “Abbiamo siglato una nuova, importante intesa che arricchisce l'impegno di Enel per la mobilità elettrica, uno dei numerosi fronti che ci vedono impegnati nello sviluppo di nuove tecnologie a favore dell'ambiente” era stato invece il commento di Gnudi.
Il protocollo prevede progetti pilota, basati sullo sviluppo di un’infrastruttura innovativa per la ricarica dei veicoli elettrici, pubblici e privati, per il trasporto di persone e merci. Tre i Comuni coinvolti: Bologna che, come capoluogo di regione, caratterizzato da un sistema di mobilità complesso e articolato, può diventare un valido terreno di sperimentazione per la mobilità elettrica e la rete di ricarica, in particolare per spostamenti di area metropolitana; Reggio Emilia, che rappresenta un’eccellenza nella mobilità elettrica (in città e provincia è già attiva una vasta “flotta” di alcune centinaia di auto elettriche grazie al supporto di Til srl) e può garantire una base di esperienza e una disponibilità di mezzi per nuove sperimentazioni; e infine Rimini, dove avviare una sperimentazione di mobilità elettrica riferita al target turistico. Enel installerà complessivamente una sessantina di infrastrutture (che rappresentano una parte del sistema) per ricaricare i veicoli elettrici, suddivise fra i tre Comuni. La rete di ricarica verrà definita con un lavoro congiunto di pianificazione che terrà conto delle esigenze degli utilizzatori, dei flussi di traffico cittadino, dei regolamenti in vigore per la mobilità, delle specificità dei trasporti pubblici e delle caratteristiche urbane della città coinvolte nel progetto. I tre progetti pilota verranno quindi sviluppati con un programma congiunto che preveda l’individuazione dei contenuti della sperimentazione, la redazione di un piano di mobilità elettrica per ogni città e la definizione dei relativi investimenti nelle infrastrutture di ricarica. Un piano di implementazione includerà poi lo sviluppo reti, il piano di introduzione delle auto/flotte, la selezione dei clienti per la sperimentazione e il customer management. Il monitoraggio dei risultati permetterà infine di preparare il piano di estensione del programma complessivo. 
I veicoli elettrici utilizzati per le sperimentazioni nelle tre città saranno alimentati almeno per il 50% con energia certificata RECS, un sistema di certificazione internazionale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili come acqua, sole, vento e calore della terra. Enel assisterà inoltre la Regione e i Comuni nei rapporti con le case automobilistiche più impegnate nei progetti di mobilità elettrica, con cui ha già sviluppato vorrà sviluppare accordi di cooperazione e progetti pilota. Secondo quanto previsto dal protocollo, la Regione e i Comuni coinvolti s’impegnano a studiare ed eventualmente sviluppare e integrare all’interno del programma altre iniziative di mobilità elettrica, anche attraverso collaborazioni e intese con aziende, enti, associazioni di categoria, Università e centri di ricerca. Punto qualificante del protocollo, l’individuazione e la proposta di misure di ordine regolatorio, normativo e amministrativo che incentivino e semplifichino l’uso della mobilità elettrica, anche presso gli organi nazionali competenti: il ministero dell’Ambiente, il ministero dello Sviluppo Economico e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas.

Sessanta colonnine da Enel, una quarantina da Hera. Si sta delineando così un primo asse della mobilità elettrica, a beneficio dei cittadini che abitualmente si muovono sulla direttrice delle città lungo la via Emilia, che troveranno punti di ricarica a intervalli di circa 30 chilometri fra Reggio Emilia e Rimini. 
Dopo la sigla, nel dicembre scorso, del protocollo d’intesa con Enel e i Comuni di Bologna, Reggio Emilia e Rimini, la Regione ha stretto ora un patto con un nuovo gestore – Hera SpA – ampliando la rete dei Comuni (con l’ingresso di Modena e Imola) coinvolti nel piano “Mi Muovo elettrico”. Due i progetti pilota previsti dal programma “L’Hera della mobilità elettrica in Emilia-Romagna”, uno per il Comune di Imola e l’altro per il Comune di Modena, basati sullo sviluppo di infrastrutture innovative – una quarantina in tutto, che verranno istallate entro la fine dell’anno 2011 – per la ricarica dei veicoli elettrici destinati al trasporto di persone e di merci, da installare in sede sia pubblica che privata. 
La fase di avvio della sperimentazione comporterà un investimento da parte di Hera per la realizzazione e l’installazione delle infrastrutture. La Regione e i Comuni di Modena e Imola coinvolgeranno i propri uffici competenti e, dove necessario, le agenzie della mobilità e le aziende di servizio pubblico nel campo della mobilità, del trasporto pubblico e dell’energia.




Piemonte, mobilità elettrica e innovazione: la Regione firma un bando da un milione di euro. Scadenza entro il 31 marzo.
La Regione Piemonte punta a dare impulso a nuove idee nel campo della mobilità elettrica attraverso un bando da un milione di euro, che offre agevolazioni a progetti innovativi che possano cambiare radicalmente il modo di concepire gli spostamenti umani, passando, naturalmente, per la sostenibilità. La scadenza per presentare i propri progetti è prevista per il 31 marzo. Possono partecipare piccole e medie imprese, imprese e centri di ricerca piemontesi.
Si tratta di un milione di euro, facenti capo al Programma 2006/10 per le attività produttive, che la Regione ha destinato al bando, volto a creare una sinergia di qualità tra la ricerca dei Paesi dell’UE in materia di mobilità sostenibile e, in particolare, di mobilità elettrica ed è un’iniziativa di largo respiro, che parte dall’Europa e da Electromobility+, il progetto che vede impegnati i Paesi membri nella creazione di soluzioni sostenibili per il futuro.
I destinatari, come ricorda una nota, sono “le piccole e medie imprese, le grandi imprese e i centri di ricerca piemontesi che dovranno creare un consorzio, con partner da scegliere tra gli Stati membri che partecipano a Electromobility+, che sono Francia, Germania, Austria, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Polonia, Turchia, Regione Fiandre (Belgio), Andalusia (Spagna)”.
Un requisito fondamentale, inoltre, è che “la quota del progetto transnazionale di ricerca realizzata dall’impresa piemontese non potrà essere inferiore al 20 per cento” ovvero, la dimensione minima del progetto in termini di spesa ammissibile non può essere inferiore a 500.000 euro e la componente piemontese deve essere di importo non inferiore a 150.000 euro.
Non è certo una sfida facile, anche perché occorrerà realizzare un corretto mix tra risparmio energetico, sicurezza, durate dei nuovi veicoli. Ogni consorzio dovrà presentare un progetto di ricerca industriale o di sviluppo sperimentale che faccia capo alla mobilità elettrica. Particolare attenzione dovrà essere riservata allo sviluppo delle settore elettrico per i veicoli, ai motori ibridi, ai motori a idrogeno, alle infrastrutture, alle politiche e ai progetti economici per il potenziamento e la diffusione dei nuovi sistemi di trasporto.
Il 31 marzo è il termine ultimo per inviare le proprie domande di ammissione all’agevolazione, esclusivamente da parte del coordinatore del progetto attraverso il sistema centrale EPSS (Electronic Proposal Submission System) e rispettando le modalità di presentazione dell'istanza.



Roma. Enel e Acea hanno firmato il 28 febbraio un MoU per la mobilità elettrica a Roma e in altre regioni. Previsti 100 punti di ricarica in selezionate aree entro l'anno. 
L'amministratore delegato e Direttore generale di Enel, Fulvio Conti, e l'Amministratore delegato di Acea, Marco Staderini, hanno firmato oggi un protocollo d'intesa per lo sviluppo congiunto dell'infrastruttura di ricarica per la mobilità elettrica.
Fulcro dell'accordo, spiega una nota, la collaborazione tra le due Aziende al fine di accelerare la convergenza delle soluzioni tecnologiche di ricarica dei veicoli elettrici in un unico standard nazionale ed europeo, promuovendo presso gli enti regolatori la definizione di un assetto legislativo che favorisca la mobilità elettrica.
A questo scopo, il memorandum siglato prevede il lancio di test e progetti pilota congiunti di mobilità elettrica a Roma e in altre città e regioni italiane, a valle di specifici accordi con i soggetti istituzionali competenti; lo sviluppo nel medio termine dell'infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici a Roma, nonché accordi con costruttori di veicoli elettrici finalizzati alla sperimentazione e alla diffusione dei veicoli nei territori di comune interesse, e la valutazione di possibili iniziative di ricerca e sviluppo congiunte anche in ambito europeo.
"Enel sta lavorando da tempo allo sviluppo della mobilità sostenibile, a partire dalla capitale d'Italia, che è stata la prima nel nostro Paese ad avviare la rivoluzione della mobilità senza emissioni e silenziosa - ha sottolineato l'Amministratore delegato, Fulvio Conti. "Con i nostri nuovi partner e compagni di viaggio proseguiremo sulla strada della ricerca di soluzioni e standard capaci di alimentare il parco veicoli elettrici in modo sempre più avanzato e intelligente, incoraggiando così la diffusione della mobilità elettrica che può fornire un enorme contributo in termini di miglioramento ambientale delle nostre città."
"Come Acea intendiamo sviluppare soluzioni di mobilità per integrare le fonti di produzione rinnovabile (a partire dall'impianto fotovoltaico realizzato a Commercity che, con i suoi 5MWp, è il più grande in Italia in ambito urbano) e siamo quindi lieti di aver firmato questo accordo che ci consente di sperimentare con Enel le soluzioni per realizzare un'infrastruttura di ricarica efficiente e capillare" - ha dichiarato l'Amministratore delegato, Marco Staderini. 
A Roma si intende realizzare un progetto per incentivare la mobilità elettrica in ambito urbano. Per portarlo avanti c'è l'intenzione di stanziare un investimento complessivo di 650 mila euro, messi a disposizione dalla Comunità Europea e dal Ministero dell'Ambiente.

Si tratta di un investimento importante con il quale avvieremo un progetto sperimentale di micro-mobilità per la realizzazione di tre stazioni nelle quali saranno messe a disposizione dei cittadini una cinquantina di veicoli elettrici tra bici, microcar e autovetture. L'idea è quella di proporre agli utenti l'uso di tali mezzi per raggiungere la propria destinazione finale una volta scesi dai mezzi pubblici.
Il progetto, coordinato dall'Assessorato all'ambiente, coinvolge anche: Enel, Centro Trasporti e Logistica della Facoltà di ingegneria dell'Università la Sapienza, Società Sistematica ed Agenzia per la Mobilità. Con la sperimentazione della micro-mobilità, Roma Capitale amplia il ventaglio delle iniziative a favore della mobilità elettrica e sostenibile quale contributo alla lotta contro le emissioni climalteranti e l'inquinamento da traffico.


A Torino si vuole attrezzare la città per i veicoli elettrici e si punta alla promozione di un progetto pilota per la mobilità elettrica
Firmata ed approvata in Comune una mozione che impegna sindaco e giunta "ad attivarsi presso Iren (attiva anche a Genova e in alcune città dell'Emilia) e presso le case costruttrici di veicoli elettrici al fine di promuovere a Torino un progetto pilota sulla mobilità e sull'infrastrutturazione elettrica”. E' stata approvata con 31 voti favorevoli la mozione, primo firmatario Agostino Ghiglia, che “impegna il sindaco e la Giunta comunale ad attivarsi presso Iren e presso le case costruttrici di veicoli elettrici al fine di promuovere a Torino un progetto pilota sulla mobilità e sull'infrastrutturazione elettrica”.
L’iniziativa prende le mosse dalle limitazioni al traffico veicolare che diventano sempre più stringenti in città. Nel documento i firmatari ricordano che i Comuni di Milano, Roma e Pisa hanno stipulato con Enel e con una nota casa automobilistica un accordo denominato 
E-MOBILITY ITALY, in osservanza del quale l'utility si impegna ad installare e mantenere 400 punti di ricarica dedicati ai veicoli elettrici e la casa costruttrice a mettere a disposizione i veicoli ed auspicano che Torino si muova nella stessa direzione.



OLANDA, esempio da seguire anche in Italia per municipalità e regioni per una e una mobilità e uno sviluppo economico sostenibili


L'ALLEANZA RENAULT-NISSAN PARTNER DINAMICO PER LA MOBILITÀ A EMISSIONI ZERO NEI PAESI BASSI
Servizi di ricarica urbana a bassa potenza e servizi di ricarica extraurbana ad alta potenza complementari: i piani per una rete nazionale di stazioni di ricarica rapida per aumentare l'autonomia dei veicoli elettrici

AMSTERDAM, Olanda - La mobilità a emissioni zero ha compiuto un importante passo avanti nei Paesi Bassi, con lo sviluppo di una partnership tra l'Alleanza Renault-Nissan e The New Motion, l'operatore per la mobilità elettrica (EMO) con sede nel paese.
The New Motion è stato raccomandato dalla città di Amsterdam, da tempo sostenitrice dei piani ambiziosi di Renault e Nissan per una mobilità a emissioni zero, come partner EMO ideale per introdurre nel paese il programma pilota dell'Alleanza dedicato ai veicoli elettrici.
Nell'ambito di questa iniziativa, lanciata lo scorso settembre, Nissan ha concordato di realizzare 100 unità del suo modello 100% elettrico Nissan LEAF, disponibile per le flotte commerciali tra febbraio e giugno 2011.
Da allora, The New Motion e la città di Amsterdam si sono impegnati attivamente nell'installazione delle infrastrutture di ricarica necessarie ad accogliere la pluripremiata Nissan LEAF. The New Motion fornirà ai clienti soluzioni di ricarica per casa e ufficio, in linea con le richieste dell'Alleanza, mentre la città di Amsterdam ha reso operative le innovative stazioni pubbliche di ricarica e parcheggio "Mode 3 Type 2” che forniranno ai proprietari di veicoli elettrici non solo un posto auto, ma anche la comodità di una normale ricarica da 16 ampere in corrente alternata. Da parte sua la vettura è predisposta per ricaricarsi in corrente alternata con correnti fino a 32 ampere, ovvero fino a 7 kW, oltre ad avere la porta per le ricariche rapide in corrente continua a partire da 50 kW.
Inoltre, The New Motion ha assicurato che il programma rientra appieno nei criteri dello schema di sussidi messi a disposizione dalla Città di Amsterdam a favore dei veicoli elettrici e verrà quindi implementato insieme ai futuri sistemi di "charge pass". Questi sistemi assicureranno l’interfunzionalità delle varie reti pubbliche di ricarica nei Paesi Bassi.
Sebbene il programma pilota si concentri ad Amsterdam, The New Motion fornirà anche una rete di ricarica rapida a copertura delle principali arterie stradali del paese, per aumentare ulteriormente l'autonomia dei veicoli elettrici. Attualmente il programma prevede la realizzazione di dieci stazioni.
"Grazie alla nostra partnership con The New Motion riusciremo a concretizzare l'idea di una mobilità a emissioni zero per i nostri clienti, che potranno guidare la loro Nissan LEAF, sicuri di trovare le apposite infrastrutture di ricarica a casa, in ufficio, in città e - soprattutto - lungo le strade principali. In questo modo sarà possibile estendere l'autonomia di percorrenza degli EV", ha affermato Pierre Loing, Vicepresidente Product Planning e Strategy e responsabile della divisione Zero-Emission di Nissan International SA.
"The New Motion punta a offrire a tutti i cittadini dei Paesi Bassi una soluzione di mobilità totalmente integrata, capace di sfruttare le energie rinnovabili. In linea con questo obiettivo, stiamo sviluppando nel paese infrastrutture di ricarica per EV sicure, pratiche e semplici da utilizzare", ha dichiarato Ritsaart van Montfrans, fondatore di The New Motion.
Per attuare la commercializzazione di massa delle auto elettriche, l'Alleanza ha scelto di adottare un approccio a trecentosessanta gradi, che contempla sia i prodotti sia le infrastrutture correlate. Ad oggi, sono oltre 90 le partnership strette da Renault e Nissan con governi, autorità municipali e aziende per garantire gli incentivi e le infrastrutture necessari a favorire il passaggio a questa nuova modalità di trasporto. 
L’Alleanza Renault-Nissan punta a diventare un leader globale nella mobilità a emissioni zero. Entro il 2015, grazie all'attività degli stabilimenti in tutto il mondo, l'Alleanza raggiungerà una capacità produttiva di 500.000 veicoli elettrici e batterie, diventando l'unico gruppo sul mercato automotive a costruire EV e unità di alimentazione a questo livello.

Diventare un automobilista sostenibile. Le risposte alle domande e le soluzioni.

Un video di 3 minuti veramente ben fatto con le risposte a 5 domande fondamentali! 
E' la situazione negli USA, ma non è troppo distante dalla nostra realtà.



I veicoli elettrici già sono presenti sul mercato. Ormai è una questione di tempo, ma prima o poi ci sarà un aumento importante di vendite.

Ma cosa sappiamo veramente sui veicoli elettrici? Spesso leggiamo commenti su articoli, blog e video da parte di persone che probabilmente non ne hanno mai vista una dal vivo e si limitano a riportare quanto detto da altri. GOOD, in questo video, si pone le classiche domande spesso discusse sui veicoli elettrici a chi ne possiede uno.

Come risponderà alle domande che spesso ci chiediamo chi possiede realmente un veicolo elettrico?

giovedì 17 febbraio 2011

Risparmiare sui costi operativi delle flotte, anche del settore sicurezza

Grandi opportunità di sostenibilità ambientale ed economica per tutti i tipi di flotte...

Opel Ampera, possibile auto della polizia tedesca

Mercoledì, 16 Febbraio 2011.
opel ampera polizia frontale
La Opel Ampera è la versione europea della Chevrolet Volt. Dato che tutto il mondo sta guardando con sempre maggiore attenzione alle auto elettriche e ibride per una mobilità più ecosostenibile, anche le forze di Polizia potrebbero presto essere dotate di queste vetture. Per questo la casa costruttrice ha presentato una serie di foto di come apparirà la Opel Ampera nella livrea delle auto della Polizia tedesca. Non sono stati riferiti dettagli tecnici né particolari specifici sull’allestimento di una simile versione dell’auto elettrica ad autonomia estesa.
opel ampera polizia posteriore
L’autonomia della Opel Ampera è di circa 40-80 km (a seconda dello stile di guida) in modalità solo elettrica, ma può essere estesa fino a 500 km grazie all’utilizzo di un motore a benzina per ricaricare le batterie agli ioni di litio da 16 kWh dell’auto.

La versione europea della Volt è progettata per trasportare quattro persone ed offre prestazioni in linea con quelle delle berline compatte della sua classe. Il suo motore elettrico eroga una potenza di 150 cv con 370 Nm di coppia. L’accelerazione da 0 a 100 km/h impiega circa 9 secondi e la velocità massima è di circa 160 km/h.
Il prezzo della Opel Ampera dovrebbe aggirarsi sui 35.000 Euro (negli Stati Uniti i concessionari hanno preferito venderla a 42.900 dollari, credito d'imposta di 7500 dollari escluso) al momento del lancio che dovrebbe avvenire più avanti quest’anno. Ulteriori informazioni sulla commercializzazione dell’auto elettrica saranno comunicate nel corso del Salone di Ginevra 2011.


...e difatti se n'è accorto FleetBlog 

Perché l’auto ecologica sarà una scelta irreversibile, anche per le flotte



L’auto elettrica ha oltre cento anni di storia. Della necessità di ridurre l’inquinamento si parla e si discute da decenni. Ma questa volta sembra quella buona: questa tornata d’iniziative green, in corso dal 2008 e che chiuderà il suo primo ciclo con la verifica degli obiettivi fissati dalla UE per il 2012, dovrebbe rappresentare il primo passo verso il raggiungimento di obiettivi globali sempre più stringenti.

Inoltre, l’analisi del contesto attuale suggerisce un consolidamento della coscienza ecologica globale, sostenuta sia da considerazioni economiche, sia da valutazioni politiche:
1) si stima che India e Cina cercheranno di raggiungere, a tendere, gli stessi tassi di diffusione dell’auto dei paesi occidentali. Se questo avverrà, si prevede che il numero di veicoli circolanti al mondo triplicherà! Appare del tutto evidente che se tale crescita non verrà sostenuta con nuove e rivoluzionarie tecnologie, dovremo subire conseguenze devastanti sull’inquinamento globale e sul prezzo dei carburanti;
2) nei paesi emergenti, le nuove classi sociali in ascesa e in cerca di affermazione richiedono prodotti di status, ma anche ecologici e con un basso TCO;
3) i paesi occidentali devono garantirsi l’autonomia da paesi considerati “a rischio” (Russia e paesi arabi) e tentare d’integrarsi con l’economia cinese in piena ascesa: nel 2009, per la prima volta la Cina ha raggiunto la prima posizione nella classifica dei produttori, con quasi 14 milioni di vetture prodotte (+48% rispetto al 2008), contro quasi 8 milioni del Giappone, secondo in classifica, e meno di 6 milioni degli USA che precipitano dal primo al terzo posto;
4) in Europa e negli USA i cittadini manifestano una sempre maggiore sensibilità verso i problemi ambientali, da un lato, e richiedono mezzi più efficienti e con un costo di gestione ridotto, dall’altro;
5) nel 2020 il 90% delle auto sarà prodotto da sole 10 case, secondo il rapporto di Deloitte “A new era. Accelerating toward 2020 – An automotive industry transformed” del 2010.

Queste considerazioni impongono una serie di riflessioni a livello aziendale per comprendere come impostare una green policy che rifletta in anticipo i futuri valori sociali e gli immimenti scenari competitivi globali. Ciò che finora ha rallentato questo processo è la profonda incertezza riguardo alle tecnologie che prevarranno, anche a causa di una politica economica poco coordinata a livello globale ed europeo e molto carente a livello nazionale, che si è finora sostanzialmente tradotta in occasionali incentivi all'acquisto (ma solo per i privati).

Di conseguenza, i problemi decisionali aziendali sono notevoli, dato che ogni azione di procurement di flotta ha effetti pluriennali. Quale dovrebbe essere il ruolo del Fleet Manager in questa situazione? Quello di attivare canali informativi e di valutazione sulle nuove tecnologie, di rappresentare il punto d’eccellenza all’interno dell’azienda su queste problematiche, di prendere posizioni autorevoli nei confronti del top management e dei driver, coinvolgendo tutti gli attori interessati.
La posta in gioco è molto alta, perché la corretta stima di queste tendenze e l’introduzione di una green policy adeguata ed aggiornata possono consentire all’azienda di godere in anticipo di un vantaggio competitivo nei confronti del resto mercato.



Aggiornamento del 21 febbraio

A Pistoia le forze dell'ordine salgono sull'auto elettrica

Dopo Pisa, anche Pistoia risulta sensibile ai veicoli elettrici: un esperimento per le flotte delle forze dell'ordine.
A Pistoia le forze di polizia saranno presto dotate di tre auto elettriche. Per un controllo sempre più vicino ai cittadini, ma con un occhio all'ambiente.
SICUREZZA, COORDINAMENTO E AMBIENTE. Ma non solo auto elettriche, anche cinque palmari e un sistema di videosorveglianza nei parchi principali della città: queste le novità che consentiranno alle forze di polizia pistoiesi di garantire un maggior livello di sicurezza urbana, un controllo più vicino ai cittadini e un migliore coordinamento.
E IL FINANZIAMENTO ARRIVA DALLO STATO. La nuova dotazione è il risultato di un progetto presentato dal Comune di Pistoia e approvato dalla prefettura che, selezionato dal Ministero dell'Interno, ha ottenuto il finanziamento da parte dello Stato per un importo pari a 150mila euro. L'obiettivo del progetto è di fornire, attraverso le auto elettriche, rispettivamente in dotazione alla Polizia di Stato, alla Polizia Municipale e ai Carabinieri, una forma di controllo più vicina ai cittadini e, mediante l'installazione di telecamere in alcuni parchi pubblici, di allargare la rete di videosorveglianza attualmente presente sul territorio comunale, ottimizzando inoltre la capacità di comunicazione e coordinamento tra le forze dell'ordine.